venerdi sera gruppo di ricerca medianica e spiritismo

Quelli che sono morti non se ne sono mai andati sono nell’ombra che si rischiara e nell’ombra che si ispessisce I morti non sono sotto la terra sono nell’albero che stormisce, sono nel bosco che geme, sono nella dimora, sono nella folla Ascolta più spesso la voce del fuoco, odi la voce dell’acqua ascolta nel vento del cespuglio i singhiozzi è il soffio degli antenati I morti non sono sotto la terra, sono nel seno della donna. sono nel bimbo che vagisce sono nel fuoco che si spegne

Nome:

05 giugno 2016

tregiugno2016

L'Essere Unico esiste, ha un'essenza ma perché tale sia ha bisogno di essere affermato. Tutto ciò vale anche per l'uomo nella sua dimensione. L'uomo può essere solamente se è affermata questa essenza. È facile dire che bisogna essere più che fare ma l'essere affermato è solo tale attraverso una scelta del fare. La scelta del fare per l'uomo incarnato è proprio quella di affermare la verità. Cerchiamo di spiegare meglio questo; credo sia importante e ancora a ritroso dobbiamo tornare là dove tutto avvenne. Se semplicemente l'Essere Unico è non esisterebbe la Creazione, non esisterebbe la percezione, la definizione dell'Essere Unico, già ve lo dissi una volta, se semplicemente fosse non esisterebbe. Il vuoto. Pertanto come già dicemmo l'Essere Unico perché possa essere vero ha da essere affermato e l'affermazione passa attraverso quella che è la collana delle vite, le incarnazioni e perché ciò avvengano c'è bisogno di questa prima scelta del peccato originale l'abbiamo chiamato e che credo sia l'unico peccato possibile perché se il peccato è tale quando colui che lo commette afferma il falso conoscendo ciò che è vero, solamente nella condizione di visione sgombra può esistere il peccato. L'Essere Unico attraverso la sua visione, attraverso la consapevolezza del suo essere, pecca negandola e per negarla si passa attraverso la definizione della individualità, della scelta: io, consapevole di ciò che sono, nego ciò che sono attraverso la frammentazione affermando che ci possa essere un'individualità al di fuori di quello che è il Tutto, il corpo comune dell'Essere Unico. Per forza di cose avviene poi quel velo, quel buio che cela quella che fu la visione sgombra; se così non fosse sarebbe pazzia. Il peccato originale non può che essere commesso da colui che era in grado di farlo consapevole della propria essenza, del proprio essere ma proprio per renderlo vero aveva bisogno di negarlo. Il peccato originale, l'inizio del tutto, il peccato originale indispensabile, senza di esso nulla esisterebbe. La marcia incessante delle incarnazioni l'ho chiamata collana più che catena perché è davvero qualcosa di prezioso, indispensabile, che tutto quanto regge e tutto quanto rende vero. Negare la verità consapevoli di dire il falso: chi se non semplicemente l'Essere Unico può fare ciò? Quel simulacro, quel palliativo, quella cosa informe che pare sia l'individuo non potrebbe certo avere la purezza, il requisito per poter peccare. Si può giungere ad essere semplicemente attraverso una scelta che lo affermi e se arriviamo ad affermare l'essere per forza di cose dobbiamo abbandonare coscientemente l'individualità e non per forza attingendo a quella che fu la visione sgombra, assolutamente non può essere questo ma deve essere una scelta vissuta, ogni giorno costruita. Il superamento cosciente dell'individualità non è semplicemente quel varcare la soglia per tornare là dove siamo partiti ma è quella quotidiana del rispetto dell'altro come fratello e simile, come parte integrante di ciò che io sono; senza di lui io non sarei,non potrei mai essere, per quanto io faccia, per quanto io cerchi, per quanto io studi. L'essere esiste solo se viene affermato, è questo il requisito che rende comprensibile la verità. Peccare, ripeto, indispensabile inizio, condizione capace, unica. Gli angeli caduti, quelli che noi chiamiamo gli agenti del male, coloro capaci di creare tentazione nell'uomo, coloro capaci di confondere, deviare, sono quegli esseri che hanno rifiutato l'incarnazione e attraverso questo rifiuto hanno rifiutato di scegliere l'essere attraverso il cammino dell'incarnazione; sono coloro che si sono arrogati il diritto di mantenere visione sgombra. Forse anch'io sono uno di loro, che tanto dico di voler nascere a vita e indugio qui con voi, quasi a voler cingere aureola. L'essere è vero, l'essere esiste solo se è affermato. Se io mi ritengo tale e nulla faccio per poterlo affermare e non sono neppure in grado di peccare attraverso la scelta di arbitrio del peccato originale posso essere definito coi nomi più turpi, con il buio più profondo ma la garanzia, la possibilità rimane tale per tutti quanti me compreso e coloro che ancora consapevoli affermano la non intenzione di voler affermare l'Essere Unico attraverso l'incarnazione. La tentazione della capacità della visione sgombra, la promessa di potenza dell'essere in grado di vedere è un bisogno che in fondo l'uomo coltiva allignando in sé questa possibilità che null'altro fa che alimentare la boria e la sicumera dell'essere, dell'individuo, di colui che crede di potere. Ma ripeto, è indispensabile il peccato che neghi la verità consapevole. Cercare di definire il bisogno dell'affermazione dell'essere capisco sia cosa difficile, ardua ma, credetemi, condizione indispensabile è quel continuo rinnovare affermando la verità passando attraverso la negazione di essa. Se non fosse negata la verità come potrebbe essere affermata? È come un'ombra che cala scendendo dal capo, definendo un corpo materiale, una mente abile e capace, un fisico vigoroso...un'ombra che modella i particolari, definisce le caratteristiche...un'ombra che dà spessore, un'ombra che nasconde,che promette impunità, nasconde. È tanto che non cerchiamo quello stagno. Voglio averne il bisogno, cerco di sentirne la mancanza; avviamoci verso quel liquido, quell'acqua e in essa scendiamo permettendo ad essa di accarezzarci, toccarci, coprirci ; completamente immersi possiamo tranquillamente protetti abbandonare resistenza, peso, consistenza, attenzione. Siamo qualcuno senza riconoscerci. Siamo noi, certi di esserlo.