venerdi sera gruppo di ricerca medianica e spiritismo

Quelli che sono morti non se ne sono mai andati sono nell’ombra che si rischiara e nell’ombra che si ispessisce I morti non sono sotto la terra sono nell’albero che stormisce, sono nel bosco che geme, sono nella dimora, sono nella folla Ascolta più spesso la voce del fuoco, odi la voce dell’acqua ascolta nel vento del cespuglio i singhiozzi è il soffio degli antenati I morti non sono sotto la terra, sono nel seno della donna. sono nel bimbo che vagisce sono nel fuoco che si spegne

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07 settembre 2015

quattrosettembre 2015

Un requisito indispensabile per colui che nasce a vita è azzerare tutta quella che è la visione che appartiene a chi ancora non è nato, visione sgombra avevo detto ma, ripeto, è indispensabile che tutto quanto venga azzerato. Io so perché desidero nascere; non so se per gli altri è lo stesso desiderio, io sono consapevole di quella che è la mia scelta e non in grado sono di sapere quale fu e quale sarà la scelta di tutti coloro che a vita nasceranno ma sono ben consapevole che questa mia scelta verrà sopita, coperta, celata, velata dopo la mia nascita. È stato che il lavoro che ho posto a voi, quasi una verifica per essere certo, come se non bastasse ciò che sapevo, che non ci sarebbe stata traccia. La traccia della scelta emergerà attraverso il vivere, attraverso la ricerca, attraverso la buona ricerca arriverà a svelare quello che fu il desiderio che portò alla nascita a vita. Tutto ciò non è certo caratteristica di colui che nasce: il bimbo non è in grado di sapere perché scelse di nascere. La vicinanza alla nascita, pertanto alla dimensione alla quale ancora oggi appartiene, sicuramente porta sentore di quella che era l'essenza prima del vivere, ma è un sentore profondo, lieve, inconscio, che man mano attraverso il vivere si cristallizza cercando di renderlo fisico, mentale, ottenendo l'effetto contrario del volere, perché non è possibile afferrare questo sentore attraverso la mente o attraverso la conoscenza del proprio essere fisico, umano. La lettura della traccia, della scelta, avviene attraverso il vivere, attraverso la ricerca, non altrimenti. Non è un dono che giunge non meritato e quando parlo di merito intendo di lavoro fatto sulla ricerca, di dedizione ad essa, non dono gratuito, non illuminazione consapevole. La scelta accompagna la vita di ogni uomo, è quella traccia preziosa che ha iniziato il movimento, lo spingere di quella ruota...dico spingere perché lo sforzo è grande, diviene sempre più lieve man mano la consapevolezza e la sedimentazione della ricerca diventano capaci. Sperare in una famiglia che ti possa accompagnare, una famiglia che sia in grado di rispettare l'essenza che è in te è dono grande, condizione favorevole. Quei genitori che sono in grado di capire, accettare e professare la non educazione del figlio nato, permettono ad esso di udire ciò che hanno portato con loro, di sentire. Ho usato il termine “udire” per comprendere quanto possa essere lieve la traccia che conduciamo con noi. È stato un mio auspicio quello di credere di poter trovare le condizioni ideali affinché io possa avere quella libertà vera che mi conduca nella ricerca, la ricerca di quella scelta che ancora non ho fatto. Non esistono scorciatoie, corsie preferenziali. La ricerca è la possibilità, è lo strumento, è il modo. Giungere alla comprensione, riappropriandosi della paternità di quella scelta, è l'estasi; comprendere di aver professato quella scelta e vissuto in sintonia con essa rende dolce la trasmigrazione. Scelta realizzata, capacità espressa. Vorrei tanto cogliere la scelta di altri che prima di me o anche dopo di me nascono a vita. Ho detto prima che per me è stata verifica cercare di spingere in quella consapevolezza che portasse a cogliere la comprensione della scelta, ma sono certo fu esercizio futile, inutile; sarà solo la ricerca compiuta che porterà a svelare. Il timore più grande che ho, ora e qui, è quello del buio, dell'incoscienza, dell'incapacità; cerco tutore, cerco colui che affianchi, cerco l'educatore, sbagliando. Sempre più appartengo alla famiglia degli uomini, sempre più cerco di assomigliare a ciò che non sono, convinto che si possa................. Vorrei ora che cercaste con me quell'acqua che tutti quanti ci tocca, ci rende unico corpo. Cerchiamo anche Claudia, che sempre è stata con noi e sempre sarà con noi; cerchiamone i tratti, non cerchiamo di donarle nulla...di nulla ha bisogno, cerchiamo solo di condividere con lei quest'acqua nella quale c'immergiamo, ci facciamo da essa ricoprire; tutto quanto cheta e armonizza, tutto quanto lambisce e accarezza e la carezza che io ricevo è condivisa, comune, unica. Vediamoci fuori e dal di sopra. Ho trovato ciò che cercavo, ho trovato ciò che ingannandomi deviavo, ho trovato chi più non c'è, non c'è mai stato se non all'interno del mio segreto intimo.... Ho trovato e tutto quanto si è fermato...ho trovato e ora più nessuno cerco...ho trovato, sciocca,ciò che mai ho perduto..ho trovato e la mia mente è cheta. Quanto ho sofferto, incapace di comprendere..quante volte sola ho negato l'aiuto, ma più così è....ho trovato. Torniamo ad immergerci in quell'acqua. Ergiamoci ora e pian piano usciamo, sentiamo il calore di quel liquido che ci accarezza, ci risveglia, ci abbraccia.