venerdi sera gruppo di ricerca medianica e spiritismo

Quelli che sono morti non se ne sono mai andati sono nell’ombra che si rischiara e nell’ombra che si ispessisce I morti non sono sotto la terra sono nell’albero che stormisce, sono nel bosco che geme, sono nella dimora, sono nella folla Ascolta più spesso la voce del fuoco, odi la voce dell’acqua ascolta nel vento del cespuglio i singhiozzi è il soffio degli antenati I morti non sono sotto la terra, sono nel seno della donna. sono nel bimbo che vagisce sono nel fuoco che si spegne

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30 marzo 2015

ventiseimarzo 2015

Questa sera cercherò di approfondire ciò che è stato il mio dire di venerdì scorso ma mi sento un poco in difficoltà perché le affermazioni che vanno a stabilire ciò che è bene e ciò che è male possono essere fatte solamente a livello individuale però sento il bisogno in qualche modo di tirare le fila di questo nostro cercare comune; è affermando alcune cose che dovrebbero essere quei gradini sui quali poggiare il piede per spingersi più in alto cercando nuove fonti di ispirazione, cercando nuovi modi per arrivare ad intuire qualcosa d'altro evolvendo in quella che è la ricerca. Venerdì vi dissi che l'Essere Unico non può essere il fulcro della Creazione pertanto anche l'uomo non può esserlo e nessuno può arrogarsi il diritto di essere tale invocando il nome di un Dio, di un Creatore, di un Essere Unico. Vi dissi che non esiste il popolo, la razza privilegiata e con maggior merito, non esiste il popolo eletto come non esiste la religione portatrice del vero Dio. Non è possibile cercare di definire, limitare quella che è l'essenza dell'Essere Unico, limitarlo quasi fosse una persona, un'individualità. Quale eresia più grande, quale blasfemia più puzzolente? Amo ad esempio coloro che ritengono che Dio, l'Essere Unico, non debba essere rappresentato. Come si può cercare di fotografare attraverso un'immagine, attraverso un disegno, la verità dell'Essere Unico? Possiamo cercare di ricordare quelli che sono stati gli uomini che sono stati in grado di percepire e di vedere oltre, gli Illuminati, i Giusti; possiamo fare affidamento sulla loro immagine e sulla loro vita quale strumento di confronto, quale specchio al quale attingere le nostre fattezze. Ritengo che chi cerca di porsi come mezzo attraverso l'uomo che cerca e la verità neghi la verità stessa. Non c'è nessuno in grado di indicare la strada, non esistono maestri tali. Che la ricerca sia rivolta verso l'intimo dell'uomo; non può cercare maestri, guide. Ripeto, è la negazione stessa della verità. L'uomo che cerca non può utilizzare tutori, l'uomo che cerca non può affidarsi e delegare ad altri il proprio cercare e il proprio trovare cercando scorciatoie, cercando da pavidi mezzi per andare oltre, evitando quello che è il cercare e, ripeto, il trovare. È il trovare che dà forza, stimolo, direzione; è il trovare che gratifica la ricerca, è il trovare che ti permette di essere certo di essere sulla strada giusta. Chi altro può trovare per te se ciò che devi cercare è dentro nell'intimo di ogni uomo..e quello che c'è nell'intimo di un uomo non è lo stesso tesoro che c'è nell'altro. Diffidate da chi si pone come guida, fuggite da chi si pone come maestro e strumento ministro, fuggite da coloro che vogliono spiegarvi cos'è l'Essere Unico, chi è e cosa vuole da voi. Chi fa ciò persegue il male negando la verità consapevolmente. Non credo nell'essere gretto e ottuso che non è in grado di dare valore al suo scegliere di negare la verità; può essere trascinato, può essere plagiato, può essere spinto ma se uomo è non può non rendersi conto del suo negare la verità. A questo punto sorge una domanda che credo sia indispensabile: perché il peccare, il negare la verità, è il sostegno della Creazione? L'abbiamo già ripetuto diverse volte, l'abbiamo dato per scontato e per certo, ma perché chi nega la verità garantisce la solidità della Struttura? Credo si possa cercare di dare senso e risposta a questa domanda e ognuno di voi dovrebbe porsi il quesito, dovrebbe sforzarsi di trovare motivo. Perché è l'attrito che rende stabile la Creazione. Parrebbe un controsenso; l'attrito non fa che rallentare quello che è il giro del volano, l'attrito crea reazione, urto, scossa, turbazione...ma così è. Io ne sono certo e consapevole, ma vorrei che vi poneste questo interrogativo. Un'ultima cosa riguardo all'arbitrio del Creato. Secondo me esiste la possibilità di leggere quella che è l'evoluzione del Creato anche cercando soggetti così lontani, estranei all'uomo e all'essere vivente, all'animale. Abbiamo parlato delle rocce ma io credo che sia possibile leggere l'evoluzione anche di una materia così diversa, così estranea all'uomo da chiamarla non-vivente. È lento, lentissimo ma inesorabile il disgregamento della Creazione. Se per l'uomo, se per l'essere vivente, l'animale, il ciclo della vita è misurabile e passa attraverso la nascita e la morte, per quella che è la Creazione e per quella che è la Terra è già più difficile, in modo particolare su materie animate come la roccia ma io credo che l'evoluzione sia percepibile e leggibile, è un lento disgregamento quasi fosse un cammino lentissimo verso la morte. In attesa di una nascita? Potremmo parlare di un ciclo della vita anche per ciò che non è vivente? Credo sia interessante cercare di leggere e dare senso a ciò che leggiamo sulla materia che ci sta attorno, che ci appare così lontana, estranea. Pare che il non ricevere domande stimoli la voglia di domandare. E per ricordarci quello che già alcune volte è stato detto qui, in questo cerchio, noi chiediamo agli altri quello che vorremmo poter dare agli altri. Ciò che facciamo agli altri è quello che vorremmo che gli altri facessero a noi proprio perché un'unica essenza ci lega, una primitiva ispirazione, una direzione per forza di cose di tutti. Cerchiamo di portare queste suggestioni nel corpo comune ora. Davanti a noi il nostro stagno. Acqua pulita, cristallina...il nostro desiderio è di immergerci in essa e ci muoviamo fino a che l'acqua pian piano possa salire lungo il nostro corpo. Siamo noi che ci muoviamo verso l'acqua non l'acqua che risale ciò che noi siamo; è un incontro voluto. Sentiamo l'acqua che sale partendo dai piedi lungo le gambe...è gradevole la carezza dell'acqua, è una protezione calda e dolce che rilassa, rallenta, protegge. Ci immergiamo completamente; la superficie dell'acqua torna ad essere ferma, cheta, un unico grande specchio attraverso il quale s'intravedono i nostri corpi. Possiamo uscire da quell'acqua, portarci fuori ed al di sopra. La superficie rimane ferma, immota...nulla da dire, nulla da ascoltare..... Torniamo ora, seguiamo a ritroso quel cordone prezioso che ci lega al nostro corpo, scendiamo, riappropriamoci di esso.... Usciamo dall'acqua, emergiamo pian piano, prima la testa e poi le spalle; sentiamo la carezza che ci accompagna nel nostro emergere da quell'acqua, tutto il vostro corpo è accarezzato. Pian piano usciamo dall'acqua e sentiamo le rimaste gocce che cadono per tornare là dove devono. Il vostro corpo è dilavato, mondo. Sentiamo ancora il calore di quell'acqua...la mancanza e la nostalgia di una cosa che ci è così familiare e che ci appartiene.