venerdi sera gruppo di ricerca medianica e spiritismo

Quelli che sono morti non se ne sono mai andati sono nell’ombra che si rischiara e nell’ombra che si ispessisce I morti non sono sotto la terra sono nell’albero che stormisce, sono nel bosco che geme, sono nella dimora, sono nella folla Ascolta più spesso la voce del fuoco, odi la voce dell’acqua ascolta nel vento del cespuglio i singhiozzi è il soffio degli antenati I morti non sono sotto la terra, sono nel seno della donna. sono nel bimbo che vagisce sono nel fuoco che si spegne

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24 marzo 2015

ventimarzo 2015

La vostra lettura è corretta; quando io parlo del Divino intendo l'Essere Unico, non v'è dubbio, e l'Essere Unico come può essere al centro di qualche cosa? L'Essere Unico è il Creatore, colui che diede la prima spinta al volano... ma rimane l'uomo il vero protagonista, l'attore, colui che è in grado di sostenere la Creazione, l'Architettura, attraverso la sua azione sul volano. Ma ripeto, l'uomo che pensa di essere al centro per essere simile e fratello sbaglia, sbaglia di grosso. Per essere simili e fratelli bisogna averne le caratteristiche dell' Essere Unico, riconoscere uguale valore in ogni cosa, in ogni essere; non è pensabile che l'uomo possa credere di poter essere diverso, colui in gradpo di produrre più energia, dando senso e valore al termine " merito". Non esiste merito, un merito diverso, un merito maggiore, un merito più capace e più puro; ogni uomo, ogni essere esprime la propria potenzialità. L'effetto del suo vivere può avere diversa portata, ma sicuramente uguale qualità...sia un uomo in grado di non scegliere oppure di scegliere di negare la verità per seguire il male, oppure quello di assecondare la Corrente Originale, il movimento del volano. Credo sia un punto importante questo; ogni uomo per se può misurare il grado del suo essere uomo... un momento in cui l'individuo viene distratto da chi gli passa accanto cercando di cogliere, di leggere, di giudicare l'azione dell'altro, disroglie energia, attenzione, possibilità. Pertanto non esiste un fulcro attorno al quale tutto quanto gira; il Creato non è a disposizione dell'uomo nè come singolo nè come essere, come razza, come presenza. Arrivare a parlare di possibilità, di contributo dato da non umani dalla Creazione, alla struttura, al mantenimento dell'Architettura è difficile. Vi dissi già, come è possibile concepire quella che è l'evoluzione di una roccia? Eppure anch'essa evolve, anch'essa porta il suo contributo. Esprime arbitrio? É in grado di negare verità? Questo non ve lo posso spiegare, non riuscireste a comprendere...troppo diverso nel linguaggio la verità, l'essenza, pertanto cercate di rimanere ancorati a quella che è la dimensione umana, quella che vi compete, quella che vi è famigliare, quella che voi vivete; vivendola voi siete in grado di cogliere, dare e ricevere. Per tornare alla scienza, a coloro che sempre in parti più minute scindono la materia, vorrei ricordare che tanto più piccole diventano le parti tanto più grande e impossibile da cogliere diviene il creato. Vi dissi che la Verità è la cosa più minuta in assoluto; l'essenza dell'Essere Unico, la totalità dell'essere unico è la cosa più piccola che possiate immaginare: che senso ha allora di cercare di scindere ogni singola parte della materia? Andreste in direzione opposta, andreste ad indagare in direzioni inconcepibili. L'uomo fa questo per allontanare da se la vera ricerca, il vero centro sul quale poter trovare cercando; diviene semplice, diviene asettico e nulla potrà toccare, colui che cerca in questo modo, allontanando sempre più la vera possibilità, ma così sia se la scelta è vera, se è arbitrio professato, espresso, voluto. Ma credetemi, la direzione non è quella. É nel piccolo, nel minuto, nel tutto, che si trova la vera essenza dell'essere unico. Vorrei dire ancora una cosa riguardo alla paura. La paura è permettere al male di concretizzare la propria azioe. Colui che nega la verità, colui che scegie il male, ha bisogno di poter creare paura, terrore affinchè l'altro non possa veramente cercare. Otterrà il suo scopo se sarà in grado di creare paura nell'altro. Professare il male, scegliere il male, è affermare la non – verità, negare la verityà. Pertanto è anche logico capire che negare la verità voglia dire impedire all'altro di cercare di trovare. Se noi cediamo alla paura, se voi cedete alla paura materializzate il male, lo rendete concreto, vero, tale. Il timore, la paura, può essere spiegato in tanti modi; ogniuno per se ha la propria paura, il proprio timore: timore di soffrire, timore di rimanere soli, timore di morire... ma sappiamo bene quanto siano non vere queste paure; se l'essere, se l'uomo che cerca ha capito quale è la sua direzione, nulla può tangere il proprio agire, il proprio trovare. É quando dimentichiamo qual'è la nostra ricerca che cadiamo in preda della paura; non permettiamo a colui che nega la verità, di poter agire, di poter ottenere ciò che ha desiderato, ciò che ha voluto consapevolmente. Mettendo in pratica questo volere, agendo in quella direzione,divenendo servo e ministro di colui che nega la verità, che l'uomo stesso e l'essere.... Il mio è un invito, nel momento in cui colgiete timore e paura, a rinsaldare quella che è la ricerca, quello che è il motivo che ci porta a cercare, tenendo presente cosavoglia dire essere simile e fratello, convinti e certi che quella sia la nostra destinazione, perchè fu il nostro inizio, che è la nostra identità; in ogni momento che viviamo in noi esiste quell'afflato, quello spirito che ci rende essere unico, precisa e fedele porzione di quell'essere unico. Potremmo pensare che se non ci fosse il male l'Architettura cederebbe, ed è vero affermare questo; ci è indispensabile la possibilità, l'arbitrio di poter negare la verità. Se così non fosse – già ve lo dissi – nulla di ciò che voi conoscete esisterebbe più, tutto quanto tornerebbe all'origine in quella dimensione minuta, piccala, di densità assoluta. Il mio scegliere di incarnarmi rafforza l'esplosione, sì certo, mi porta ad andare nella condizione più lontana da ciò che è la purezza dell'Essere Unico: sì certo, ne sono consapevole, perchè in fondo ho capito e ne sono consapevole del mio bisogno di amare; è questa la traccia, è questa la base, il motivo, l'inizio, la motivazione del mio volermi incarnare anche se questo mi porterà a negare verità, anche se questo mi allontanerà da quella che è la condizione originale e definitiva, sì, certo. Immergiamoci ora in quell'acqua che è il nostro spazio comune, dove facilmente trovarci. Immergiamoci ora nel movimento che noi avviamo, non più l'attesa di un'acqua che ci ricopra, ma il nostro volere immergerci in quell'acqua; entriamo lentamente, è il nostro muoverci che fa salire il livello dell'acqua, è il nostro agire che fa in modo che l'acqua pian piano ricopra tutto quanto il nostro corpo...solo allora lo accompagneremo a riposo, protetti, riscaldati, accuditi da quell'acqua. Il nostro pensare si smorza, il nostro muoverci e il nostro respirare si cheta, è piacevole abbandonarsi, è piacevole abbandonare attenzione, cautela, prudenza... è piacevole lasciare l'acqua e il corpo, allontanarci al di fuori e al di sopra. Nulla da ascoltare e niente da dire... essere semplicemente. La superficie dell'acqua è ferma, è un'unica cosa che raggiunge ogni dove e tutto quanto colma, protegge, cheta. Toniamo ora. Seguiamo a ritroso quel prezioso legame che ci lega al nostro corpo, vestiamolo, toniamo a renderlo vivo, lentamente usciamo da quell'acqua; la superficie si increspa, è il nostro muoverci che la turba. Lentamente usciamo...l'acqua ruscella via dal nostro corpo per tornare la in quel lago che ci ha ospitato; l'acqua luminosa, trasparente, ogni singola goccia cade dal nostro corpo e torna la dove deve. Siamo più forti alimentati nutriti.Non sentiamo freddo, il calore rimane con noi, la carezza di quell'acqua ancora ci scalda...