venerdi sera gruppo di ricerca medianica e spiritismo

Quelli che sono morti non se ne sono mai andati sono nell’ombra che si rischiara e nell’ombra che si ispessisce I morti non sono sotto la terra sono nell’albero che stormisce, sono nel bosco che geme, sono nella dimora, sono nella folla Ascolta più spesso la voce del fuoco, odi la voce dell’acqua ascolta nel vento del cespuglio i singhiozzi è il soffio degli antenati I morti non sono sotto la terra, sono nel seno della donna. sono nel bimbo che vagisce sono nel fuoco che si spegne

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01 luglio 2013

ventottogiugno 2013

Quale cosa l'Essere unico ha trattenuto per sé? Quale cosa non ha messo in gioco, quale conoscenza ha riservato? Questa ignoranza, questa mancanza, ha creato il movimento. La grande illusione del conoscere la differenza tra il bene e il male, tra il giusto e lo sbagliato – illusione perché non ha realtà – è stato semplicemente il primo colpo al volano, alimentato dall'affannosa ricerca di ciò che non ci è stato donato, di ciò che sentiamo la mancanza, la privazione, l'incompletezza. È vero,l'uomo, l'incarnato, ha garantita la possibilità di scegliere ma l'esigenza, il bisogno, l'incognita, è data dalla mancanza, dalla mancanza di quella cosa che l'Essere Unico ha riservato per sé. Se l'uomo, se l'incarnato ne sente l'urgenza che lo costringe a porsi il dubbio, garanzia dell'espressione di libero arbitrio io, che ancora uomo non sono, vi dissi che faccio parte dell'architettura. Noi esseri non vivi, chiamati con tanti nomi, abbiamo l'unico scopo di creare una dimensione che non è la vostra, una concretezza che non appartiene alla carne, un pensiero che non appartiene al mentale. Questa presenza, questa testimonianza aveva funzione di porre provenienza e destinazione per colui che viveva l'incarnazione; ma io come devo sentirmi, nell'abito che porto? Strumento, architettura? Chiaramente anch'io sono stato privato di qualcosa, di quell'equilibrio, l'identità...io che, non essendo individuo, debbo negare identità. Cosa l'Essere Unico ha riservato per sé? Il miraggio, la soluzione, lo strumento è l'incarnazione...per dare un altro colpo al volano, per spingere e alimentare il movimento, quell'acqua che scorre, quell'acqua che da ogni pertugio passa, bagna, determina. In fondo è l'insoddisfazione, la mancanza, che spinge me – ma sono convinto anche voi – a cercare la soluzione, a cercare la misura colma cercando quella parte, quella cosa che l'Essere Unico ha riservato per sé. Cerchiamo di muoverci, cerchiamo di evolvere, cerchiamo di proseguire non cercando una direzione che abbiamo riconosciuto ma semplicemente abbandonando una condizione che non riconosciamo, alimentati da quell'insoddisfazione, quella mancanza, quel dono che non abbiamo mai ricevuto. La catena dello scegliere, l'infinita espressione di libero arbitrio, non troverà mai soddisfazione. La scelta non sarà mai quella definitiva; appena affermata una se ne presenterà un bivio successivo perché quella scelta, nel momento in cui sarà stata fatta, già ci darà insoddisfazione; continueremo a cercare creando, costruendo bivi che ci costringono alla continua scelta. Noi non conosciamo ciò che ci manca, noi non sappiamo ciò che l'Essere Unico ha trattenuto per sé ma continueremo a cercarlo, ne sentiamo il bisogno. Siamo servi, strumento di quella grande ruota. Ho sempre creduto di trovarmi in una posizione privilegiata, la visione sgombra mi dava l'illusione, ancora, sì, lo ripeto, di poter vedere. Ma perché allora cercare voi? Qualche cosa l'Essere Unico ha trattenuto per sé. I. (Fr) Questo impedirebbe quindi all'uomo di conoscere veramente l'entità di Dio? Esiste Dio? Esiste l'Essere Unico o semplicemente la mancanza di cui sentiamo è semplicemente il nulla? Un nulla che ha preso coscienza creando. È l'Essere Unico che ha creato oppure è l'uomo, l'individuo, che ha creato...che ha creato semplicemente per darsi sostanza? Se fosse il vuoto il punto di partenza e il nulla il punto d'arrivo, sarebbe così blasfemo ed immorale? In fondo il vuoto, la purezza, che solamente essa può determinare la verità dell'Essere Unico...la concentrazione massima, la definizione assoluta che non può aver nessun dubbio, incrinatura... Qual'è la verità che l'Essere Unico ha riservato per sé, creando per noi il continuo e infinito dualismo: come può una delle due parti divenire la verità? L'acqua che scorre, che non puoi trattenere, che ti bagna, che ogni pertugio fugge. La negazione dell'uomo può essere il termine ultimo, l'abbandono, il cedere della capacità del libero arbitrio...il nulla da definire, scegliere, costruire. La pazzia della mancanza, la pazzia dell'incompletezza, la pazzia dell'incapacità, l'abbandono, il cedere impotenti, arrendendosi all'incapacità di trovare vera entità, completezza e integrità... L'affannosa ricerca di qualcosa che non potremo mai avere, privi di ciò che non ci è stato dato, fiduciosi, seguendo la traccia che è semplicemente la mancanza di qualche cosa e non una visione, proseguiamo oltre insoddisfatti e monchi, accecati dall'illusione di potere. Quale gioco ci trascina, quale gioco ci costringe a terra, quale gioco ci rende incapaci? Arrendersi e cedere o semplicemente gridare insoddisfazione? Voler cambiare è l'auspicio, l'insoddisfazione è il motore, la speranza è l'alimento. Cosa l'Essere Unico ha riservato per sé? I. (N) Ma se noi siamo una scintilla dell'Essere Unico, dovremmo avere dentro di noi anche ciò che tu dici ha riservato per sé stesso. Ma inconsapevoli. Se in fondo la consapevolezza che è l'unica possibilità per poter giungere là dove noi potremo finalmente cedere affanno, perché? Se tutto ciò è per l'affermazione dell'integrità, dell'unicità, quale motivo? Il continuo logorante affacciarsi su bivi che a destinazione non portano se non a continue biforcazioni...a che serve, a chi è dato questo.......................................................................................