venerdi sera gruppo di ricerca medianica e spiritismo

Quelli che sono morti non se ne sono mai andati sono nell’ombra che si rischiara e nell’ombra che si ispessisce I morti non sono sotto la terra sono nell’albero che stormisce, sono nel bosco che geme, sono nella dimora, sono nella folla Ascolta più spesso la voce del fuoco, odi la voce dell’acqua ascolta nel vento del cespuglio i singhiozzi è il soffio degli antenati I morti non sono sotto la terra, sono nel seno della donna. sono nel bimbo che vagisce sono nel fuoco che si spegne

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12 giugno 2012

ottogiugno 2012

Un passo indietro ancora. Io vi parlai dell'uomo nuovo, io dissi che avrei voluto essere l'uomo nuovo attraverso la mia nascita ma questa affermazione non è una mia presunzione, un mio.... Ogni uomo che nasce dovrebbe essere l'uomo nuovo. È vero, esiste una volontà prima che avvenga quella che è l'affermazione, la volontà, il peccato originale e questa volontà è quella di creare quel particolare che manca a quello che è il disegno, a quello che è l'Arazzo. Ogni nuovo nato dovrebbe portare quel particolare originale che consente il compimento, che consente il sempre più preciso tassello che arriverà a definire ciò che è l'Essere Unico. Non è una volontà legata all'individuo, non è una scelta di qualità, di bontà o di cattiveria, è semplicemente apportare quel tassello, quel particolare che manca; è questo che crea quel collegamento tra ciò che siete, tra ciò che è la Creazione oggi e ciò che sono quei nuovi particolari che vanno ad aggiungersi ad essa, l'uomo nuovo...ma sarà l'uomo nuovo nel bene e nel male, per quello che voi considerate bene e male, che la dualità che l'individuo ha definito afferma come bene e male. Quale percezione io ho di capire qual è il tassello che mi compete? È difficile rispondere a questa domanda perché la mia capacità di vedere è ben diversa dalla vostra, perché la mia condizione di non individuo è ben diversa dalla vostra definizione umana, del vostro essere uomo, individuo. Ogni nascita, ripeto, dovrebbe portare l'uomo nuovo; per cui, ripeto, esiste una volontà precisa, quasi a colmare quella lacuna individuata, quel vuoto in quel disegno, in quell'Arazzo che ancora non permette adesso la possibilità di essere compreso. Io non so se mai l'Essere Unico colmerà la sua essenza; sono certo che l'Essere Unico ebbe la sua integrità...ma tutto ciò è legato al divenire, tutto ciò è legato al Movimento originale, a quel movimento che cercai di dirvi che mantiene stabile la creazione. In un luogo dove non esiste tempo, in un tempo dove non esiste lo spazio tutto quanto è relativo, tutto quanto può essere compiuto o parziale. Il particolare che manca. Perché mi assalgono i timori, perché le paure? Perché l'uomo nuovo sarà il diverso, l'uomo nuovo sarà quel particolare che vi manca, quella diversità precisa della mancanza. Solamente quest'affermazione definisce la diversità....Il timore di non essere riconosciuto, il timore di essere isolato e combattuto è grande ma sono ben certo di voler portare la diversità, di voler essere confronto difficile. Ciò che avverrà del mio testimoniare vita non mi è dato [ sapere ] ma sono certo che lo scorrere, il definire, il compiere la volontà che ho affermato sarà vera e non avrà uscite di sicurezza, come già vi dissi. È difficile sentirsi costretti, contenuti, imbrigliati, condizionati, limitati, per chi non conosce queste condizioni, ma sono certo che quando il mio trascorrere vita giungerà al termine, migliore qualità nell'Essere Unico, evoluzione nella definizione e nell'affermazione dell'Essere Unico. In fondo il bisogno che ha spinto l'Essere Unico, Dio, alla creazione è di affermare nella precisione, nella completezza, nell'assoluta verità di ciò che l'Essere Unico è, nel bene e nel male ripeto, in quello che è il vostro bene e il vostro male. Il mio affermare volontà di incarnarmi non fu desiderio per me di qualità, di bontà, ma semplicemente portare ciò che manca, semplicemente mostrare il diverso a confronto. L'uomo nella sua individualità ben difficilmente può comprendere questo mio dire; l'uomo nel limite della sua possibilità credo difficilmente possa comprendere ciò che io vedo, ciò che io testimonio...pertanto affermare questa mia diversità, prospettarla e chiedere a voi aiuto e accoglienza affermando che sono diverso, affermando che io sono ciò che voi non siete. Io non so cosa è meglio per me ma sono sicuro e certo che a voi qualcosa manca e io dovrò essere quella lacuna. Come, in quale modo , non è importante: io sarò, io nascerò e l'aiuto che a voi chiedo è di essere là...non per essere davanti a me, non per indicarmi la via, non per istruirmi ed educarmi ma per essere dietro a me, per proteggere la strada che ho percorso, per coprirmi, per darmi garanzia di protezione per le scelte che io farò...e saranno scelte che esprimeranno la mia diversità. I tempi, il momento che voi state vivendo indubbiamente vi costringe a misurare ciò che è diverso da voi, a mettere in discussione ciò che era assodato, affermato, consacrato. Io ancora di più voglio. Misurate il diverso, misurare ciò che voi non siete e dare a questo essere diverso la qualità del compagno e fratello. Non credo sia cosa facile, è ardua, sofferente. Qual è il particolare che voi avete apportato al disegno, all'Arazzo, qual è la mancanza che voi avrete colmato al compimento della vostra vita? Il termine, il compimento sarà riconoscere, colmare lacuna, l'apportare particolare nuovo ed originale, ad essere uomo nuovo, portatore di armonia. A questo quesito giungerete, troverete memoria di quella che fu la decisione e la volontà che il vostro vivere ha testimoniato, compiuto, affermato. Sarà un piacere profondo, sarà un colmare infinito... Ci sarà un momento in cui voi riconoscerete la mia presenza e ripeto ancora, sarà quando avrete dato qualità e sicurezza, averlo riconosciuto compagno e fratello, averlo riconosciuto come unica essenza, nel bene e nel male. Tutto quanto perderà motivo, significato; tutto quanto perderà urgenza, difficoltà, fastidio, fatica. Io allora sarò con voi e voi mi riconoscerete. (N) Ciò che hai detto avverrà nel corso della nostra vita da incarnati o nel momento in cui oltrepasseremo la soglia? Prima del compiere, prima del giungere alla vera soglia è indispensabile ritrovare questa consapevolezza, trovare in voi la certezza dell'unica essenza, dell'unica matrice. Non esiste urgenza. L'urgenza è un bisogno che l'uomo dà a sé stesso per affermare la propria incapacità. È la quieta certezza che scandisce il ritmo vero e giusto della Corrente Originale. Non vi è scampo, già ve lo dissi e già vi fu detto da altri; affannare a nulla serve se non a guadagnare tempo, motivazione, alibi. In fondo non c'è bisogno di spazio, di tempo, di incontri ma semplicemente un riconoscimento di quella che è la mancanza, il difetto. Mi ricordo una presenza all'interno di questo cerchio che parlava del far bene e disse che in fondo fare veramente del bene voleva dire offrire qualcosa di cui avreste sentito la mancanza. In fondo questa traccia di lentamente liberare, di lentamente cedere ed abbandonare, porta al fare bene e il fare bene non è altro che assecondare quella che è la Corrente Originale. Io caricherò in me bagaglio; a voi è dato di questo bagaglio liberarvi, cedere qualcosa di cui sentirete la mancanza, precisamente quale fosse uno sgravare, un cedere, un dare inutile importanza a tutto quanto avverrà....tutto quanto è dovuto. (N) Il bagaglio del quale liberarci può essere costituito dalle nostre paure? È difficile rispondere precisamente. La paura, io credo, è dettata proprio dalla consapevolezza di dover lasciare in modo particolare quelli che sono gli ancoraggi più sodi, quelli che sono valori attraverso i quali poter affermare il proprio essere, il proprio essere uomo, individuo capace, probo e retto. La paura è percepire il bisogno di lasciare, di cedere, di sguarnire, il bisogno di indirizzare in modo diverso, il bisogno di fare buon uso delle proprie energie sgravando, togliendo peso che opprime e consuma. La paura è non capire, la paura è trovare il vuoto davanti a sé, la paura è non trovare il conosciuto, la paura è il timore del diverso, la paura è non riconoscere strumenti, la paura è non vedere traccia marcata, un sentiero senza indicazioni, la paura è essere soli. Chi ti protegge alle spalle afferma provenienza. Chi non ingombra il tuo cammino apre spazi enormi. Chi si pone alle spalle afferma il conosciuto.