novemarzo 2012
Morire a sé stessi. Cogliere senso in questa frase affermata da coloro che furono in grado di intravedere la possibilità.
Morire a sé stessi. In fondo è ciò che il nostro cerchio, il nostro gruppo, attraverso il corpo comune ha da sempre desiderato realizzare.
Morire a sé stessi, cedendo a coloro che si riconoscono simili e fratelli, in un luogo protetto, in uno spazio ben definito....
Morire a sé stessi cedendo il controllo, l'affermazione della propria vita in funzione di qualcosa che superi l'individuo.
In fondo il corpo comune è tutto ciò...ma com'è possibile arrivare ad accettare la morte quale strumento e possibilità, quale varco?
Non esistono denominatori, non esistono modelli attraverso i quali poter affermare di aver raggiunto la creazione del corpo comune. In fondo cedere, in fondo superare la propria individualità, cedere podestà, cedere possibilità, è un timore grande. Morire a sé stessi per poi tornare a vivere in quella condizione che era l'essere uomo...morire a sé stessi non è cedere presenza...
Attraverso l'uomo, che padrone della propria possibilità, del proprio libero arbitrio sceglie, afferma e persegue il male...proprio attraverso quest'uomo l'Essere unico potrà affermare la sua presenza, la sua integrità e la propria unità; attraverso l'uomo che sceglie e persegue il male, l'Essere Unico porta il buio a compimento...l'Essere Unico deve affermare e riconoscere come facente parte anche il male. Il male, in fondo, è semplicemente la negazione della luce, che proprio per il fatto che è luce provoca e connota ciò che è il buio, il male.
La consapevolezza di questa dimensione passa attraverso l'affermazione e l'accettazione di ciò che non è luce, di ciò che vela e nasconde, di ciò che mente e distorce.
L'Essere Unico avrà affermato sé stesso solo e unicamente quando una parte di sé stesso affermerà la possibilità lecita e consentita di scegliere, affermare e perseguire il male. In fondo possiamo affermare che il bisogno dell'Essere Unico nella propria incarnazione è proprio questo riconoscere...
E' forse questa lacuna che crea il movimento che mai cessa.
Ero blasfemo ad affermare che la funzione dell'uomo, dell'incarnazione, sia semplicemente l'affermazione della presenza e dell'essenza del male.
Il buio e il male esistono solamente se scelti, affermati e perseguiti.
La lacuna, l'incompletezza, è data dall'incapacità.
Non è affermando nascita che si crea e si determina, materializzandolo, il male. La bontà della distorsione in fondo non è altro che provocare movimento. È sciocco pensare che il compito dell'uomo attraverso la sua incarnazione sia prima affermare e poi negare e rifiutare ciò che è male, ciò che è buio. È il limite che avvita su sé stessa l'evoluzione, crea circolo vizioso, è il cane che si morde la coda, il paravento che distoglie l'attenzione da ciò che è il vero divenire.
Affermare la propria parte buia, cattiva e maligna, è cercare completezza, integrità. La dimensione fisica dell'incarnazione dell'uomo è il volano che mantiene il movimento, è ciò che mi affascina del vostro mondo, è ciò che attira il desiderio mio per l'incarnazione: credere di poter imprimere maggior inerzia.
Colui che viene chiamato maligno è il vero motore, è la vera dinamo. Negare l'Essere Unico è la vera distorsione...negare l'Essere Unico incrina lo specchio.
Può l'uomo nella propria individualità perseguire l'immortalità se non è la morte fisica che ferma e termina l'occasione?
Qual è lo spunto che trapassa, il traguardo che permette la vera morte? Può l'uomo, nella sua veste incarnata, perseguire l'immortalità?
È un gioco curioso, è un affascinante dedalo che prolunga e dilata la possibilità di volere e di potere. Liberarsi dal peso, in fondo, non porta semplicemente al superamento della condizione fisica e materiale ma può dare un potere più sottile.
Facile trovare consenso, facile trovare energie.....................................................................................
Morire a sé stessi. In fondo è ciò che il nostro cerchio, il nostro gruppo, attraverso il corpo comune ha da sempre desiderato realizzare.
Morire a sé stessi, cedendo a coloro che si riconoscono simili e fratelli, in un luogo protetto, in uno spazio ben definito....
Morire a sé stessi cedendo il controllo, l'affermazione della propria vita in funzione di qualcosa che superi l'individuo.
In fondo il corpo comune è tutto ciò...ma com'è possibile arrivare ad accettare la morte quale strumento e possibilità, quale varco?
Non esistono denominatori, non esistono modelli attraverso i quali poter affermare di aver raggiunto la creazione del corpo comune. In fondo cedere, in fondo superare la propria individualità, cedere podestà, cedere possibilità, è un timore grande. Morire a sé stessi per poi tornare a vivere in quella condizione che era l'essere uomo...morire a sé stessi non è cedere presenza...
Attraverso l'uomo, che padrone della propria possibilità, del proprio libero arbitrio sceglie, afferma e persegue il male...proprio attraverso quest'uomo l'Essere unico potrà affermare la sua presenza, la sua integrità e la propria unità; attraverso l'uomo che sceglie e persegue il male, l'Essere Unico porta il buio a compimento...l'Essere Unico deve affermare e riconoscere come facente parte anche il male. Il male, in fondo, è semplicemente la negazione della luce, che proprio per il fatto che è luce provoca e connota ciò che è il buio, il male.
La consapevolezza di questa dimensione passa attraverso l'affermazione e l'accettazione di ciò che non è luce, di ciò che vela e nasconde, di ciò che mente e distorce.
L'Essere Unico avrà affermato sé stesso solo e unicamente quando una parte di sé stesso affermerà la possibilità lecita e consentita di scegliere, affermare e perseguire il male. In fondo possiamo affermare che il bisogno dell'Essere Unico nella propria incarnazione è proprio questo riconoscere...
E' forse questa lacuna che crea il movimento che mai cessa.
Ero blasfemo ad affermare che la funzione dell'uomo, dell'incarnazione, sia semplicemente l'affermazione della presenza e dell'essenza del male.
Il buio e il male esistono solamente se scelti, affermati e perseguiti.
La lacuna, l'incompletezza, è data dall'incapacità.
Non è affermando nascita che si crea e si determina, materializzandolo, il male. La bontà della distorsione in fondo non è altro che provocare movimento. È sciocco pensare che il compito dell'uomo attraverso la sua incarnazione sia prima affermare e poi negare e rifiutare ciò che è male, ciò che è buio. È il limite che avvita su sé stessa l'evoluzione, crea circolo vizioso, è il cane che si morde la coda, il paravento che distoglie l'attenzione da ciò che è il vero divenire.
Affermare la propria parte buia, cattiva e maligna, è cercare completezza, integrità. La dimensione fisica dell'incarnazione dell'uomo è il volano che mantiene il movimento, è ciò che mi affascina del vostro mondo, è ciò che attira il desiderio mio per l'incarnazione: credere di poter imprimere maggior inerzia.
Colui che viene chiamato maligno è il vero motore, è la vera dinamo. Negare l'Essere Unico è la vera distorsione...negare l'Essere Unico incrina lo specchio.
Può l'uomo nella propria individualità perseguire l'immortalità se non è la morte fisica che ferma e termina l'occasione?
Qual è lo spunto che trapassa, il traguardo che permette la vera morte? Può l'uomo, nella sua veste incarnata, perseguire l'immortalità?
È un gioco curioso, è un affascinante dedalo che prolunga e dilata la possibilità di volere e di potere. Liberarsi dal peso, in fondo, non porta semplicemente al superamento della condizione fisica e materiale ma può dare un potere più sottile.
Facile trovare consenso, facile trovare energie.....................................................................................