venerdi sera gruppo di ricerca medianica e spiritismo

Quelli che sono morti non se ne sono mai andati sono nell’ombra che si rischiara e nell’ombra che si ispessisce I morti non sono sotto la terra sono nell’albero che stormisce, sono nel bosco che geme, sono nella dimora, sono nella folla Ascolta più spesso la voce del fuoco, odi la voce dell’acqua ascolta nel vento del cespuglio i singhiozzi è il soffio degli antenati I morti non sono sotto la terra, sono nel seno della donna. sono nel bimbo che vagisce sono nel fuoco che si spegne

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13 marzo 2012

novemarzo 2012

Morire a sé stessi. Cogliere senso in questa frase affermata da coloro che furono in grado di intravedere la possibilità.
Morire a sé stessi. In fondo è ciò che il nostro cerchio, il nostro gruppo, attraverso il corpo comune ha da sempre desiderato realizzare.
Morire a sé stessi, cedendo a coloro che si riconoscono simili e fratelli, in un luogo protetto, in uno spazio ben definito....
Morire a sé stessi cedendo il controllo, l'affermazione della propria vita in funzione di qualcosa che superi l'individuo.
In fondo il corpo comune è tutto ciò...ma com'è possibile arrivare ad accettare la morte quale strumento e possibilità, quale varco?
Non esistono denominatori, non esistono modelli attraverso i quali poter affermare di aver raggiunto la creazione del corpo comune. In fondo cedere, in fondo superare la propria individualità, cedere podestà, cedere possibilità, è un timore grande. Morire a sé stessi per poi tornare a vivere in quella condizione che era l'essere uomo...morire a sé stessi non è cedere presenza...

Attraverso l'uomo, che padrone della propria possibilità, del proprio libero arbitrio sceglie, afferma e persegue il male...proprio attraverso quest'uomo l'Essere unico potrà affermare la sua presenza, la sua integrità e la propria unità; attraverso l'uomo che sceglie e persegue il male, l'Essere Unico porta il buio a compimento...l'Essere Unico deve affermare e riconoscere come facente parte anche il male. Il male, in fondo, è semplicemente la negazione della luce, che proprio per il fatto che è luce provoca e connota ciò che è il buio, il male.
La consapevolezza di questa dimensione passa attraverso l'affermazione e l'accettazione di ciò che non è luce, di ciò che vela e nasconde, di ciò che mente e distorce.
L'Essere Unico avrà affermato sé stesso solo e unicamente quando una parte di sé stesso affermerà la possibilità lecita e consentita di scegliere, affermare e perseguire il male. In fondo possiamo affermare che il bisogno dell'Essere Unico nella propria incarnazione è proprio questo riconoscere...
E' forse questa lacuna che crea il movimento che mai cessa.

Ero blasfemo ad affermare che la funzione dell'uomo, dell'incarnazione, sia semplicemente l'affermazione della presenza e dell'essenza del male.
Il buio e il male esistono solamente se scelti, affermati e perseguiti.
La lacuna, l'incompletezza, è data dall'incapacità.
Non è affermando nascita che si crea e si determina, materializzandolo, il male. La bontà della distorsione in fondo non è altro che provocare movimento. È sciocco pensare che il compito dell'uomo attraverso la sua incarnazione sia prima affermare e poi negare e rifiutare ciò che è male, ciò che è buio. È il limite che avvita su sé stessa l'evoluzione, crea circolo vizioso, è il cane che si morde la coda, il paravento che distoglie l'attenzione da ciò che è il vero divenire.
Affermare la propria parte buia, cattiva e maligna, è cercare completezza, integrità. La dimensione fisica dell'incarnazione dell'uomo è il volano che mantiene il movimento, è ciò che mi affascina del vostro mondo, è ciò che attira il desiderio mio per l'incarnazione: credere di poter imprimere maggior inerzia.
Colui che viene chiamato maligno è il vero motore, è la vera dinamo. Negare l'Essere Unico è la vera distorsione...negare l'Essere Unico incrina lo specchio.
Può l'uomo nella propria individualità perseguire l'immortalità se non è la morte fisica che ferma e termina l'occasione?
Qual è lo spunto che trapassa, il traguardo che permette la vera morte? Può l'uomo, nella sua veste incarnata, perseguire l'immortalità?

È un gioco curioso, è un affascinante dedalo che prolunga e dilata la possibilità di volere e di potere. Liberarsi dal peso, in fondo, non porta semplicemente al superamento della condizione fisica e materiale ma può dare un potere più sottile.
Facile trovare consenso, facile trovare energie.....................................................................................