venerdi sera gruppo di ricerca medianica e spiritismo

Quelli che sono morti non se ne sono mai andati sono nell’ombra che si rischiara e nell’ombra che si ispessisce I morti non sono sotto la terra sono nell’albero che stormisce, sono nel bosco che geme, sono nella dimora, sono nella folla Ascolta più spesso la voce del fuoco, odi la voce dell’acqua ascolta nel vento del cespuglio i singhiozzi è il soffio degli antenati I morti non sono sotto la terra, sono nel seno della donna. sono nel bimbo che vagisce sono nel fuoco che si spegne

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24 dicembre 2011

sedicidicembre 2011

C'è una domanda posta alla quale desidero anch'io rispondere.
La domanda è se è indispensabile condividere la visione anzi meglio se è buona cosa condividere la visione. È presunzione credere di poter cogliere il grande disegno, l'Arazzo. È presunzione grande pensare di andare aldilà di quella che è l'individuale tonalità la parziale frazione di quel grande disegno che se consideriamo che è composto da qualsiasi essere che appartiene alla creazione è smisurato, non ha limiti, è infinito.
L'individuo sia esso uomo o qualsiasi altra creatura può cogliere e definire sempre al meglio quella che è la propria porzione la propria tonalità che è unica e originale e non appartiene a nessun altro se non a quell'individuo, a quell'essere che solo desidera esprimere la sua integrità la sua completezza.
La visione di ciò che è, la visione sgombra come l'abbiamo chiamata, non può che appartenere a colui che coscientemente ha abbandonato il limite della propria individualità. Prendere misura di ciò che è vero nella sua integrità perché solamente l'Essere Unico è vero, è caratteristica che appartiene a colui che ha abbandonato il limite e la forza della propria individualità.
In quale modo allora si può riuscire a definire sempre di più e sempre al meglio quella che è la propria porzione la propria tessera la propria tonalità? Se è utile se è necessario a volte il confronto non vi è dubbio che è proprio attraverso l'esame e la misura continua e puntigliosa del proprio essere individuo nella sua completezza che porta alla purezza della definizione di quello che è il compito affidato all'individuo, all'essere, che è quello di definire al meglio e di scoprire al meglio quella che è la propria tonalità in quel disegno che è l'Arazzo che ripeto è infinito e che comprende per forza tutte quante le altre individualità.
Il confronto ripeto utile e necessario a volte proprio per definire e prendere coscienza più precisa della diversità che delimita e connota l'essere originale non uguale a nessun altro che all'individuo ma nel rispetto di questa diversità nella consapevolezza dell'essere diversi quale qualità necessaria per definire sempre più precisamente la purezza della testimonianza del vivere.
Tratteggiare scenari che superino l'area di influenza e di possibilità dell'uomo è lanciare davvero lontano lo sguardo e la percezione.
Anch'io lo ripeto sarò sempre di più costretto a limitare la mia tanto meglio io sarò quell'uomo e quell'essere che ha le caratteristiche vostre, di colui che vive che pensa che cammina.
Ogni uomo ha da avere la sua visione e la visione non è altro che la precisa e pura manifestazione del proprio essere completo. Attraverso strumenti attraverso bagagli che solamente quell'individuo conoscerà che solamente quell'uomo avrà misura e peso che influenzeranno il proprio divenire, la propria ricerca alla definizione della consapevolezza di ciò che è stato, di ciò che è avvenuto per portarlo là dove oggi si trova al quale dovrà [ essere ] assommato ciò che ancora lo aspetta prima che la somma giunga a definizione.
Ma ripeto solamente quando quella che abbiamo chiamato soglia sarà stata varcata...solamente allora l'uomo avrà espresso la sua completa potenzialità avrà esaurito ciò che gli è stato posto a disposizione quale strumento e viatico per poter realizzare quella tessera, quella parte, quella tonalità che gli compete.
Sono sicuro sono certo che quella stessa tonalità era fedele quando quell'individuo, quell'uomo fu in grado di esprimere la sua propria prima volontà, il suo primo vero sincero peccato e volontà.
Quando l'uomo abbandona questa verità veramente restringe veramente limita quelle che sono le sue possibilità...quando si accoda ma anche quando si pone davanti chiedendo a qualcuno che lo segua, chiamando a raccolta, ponendosi quale guida limita la propria possibilità.
Tutto ciò che l'uomo può esprimere ha da essere trovato innanzitutto dentro sé stesso ma deve anche essere completamente in funzione della propria ricerca, della propria evoluzione, della propria realizzazione.

Già altre volte io vi dissi ma anche altri che prima di me furono in questo cerchio che mai potrete e mai potreste influenzare, trascinare o spingere altri esseri, altre individualità.
Condividere, fare che sia buona cosa della visione, rimane per me un quesito.
Ci deve essere comunque un modo per far sì che coloro che desiderino creare quello che è il corpo comune simulacro dell'Essere Unico qualità di percezione del ciò che sarà...io credo che questi ricercatori, questi uomini che camminano devono essere....................................................................