venerdi sera gruppo di ricerca medianica e spiritismo

Quelli che sono morti non se ne sono mai andati sono nell’ombra che si rischiara e nell’ombra che si ispessisce I morti non sono sotto la terra sono nell’albero che stormisce, sono nel bosco che geme, sono nella dimora, sono nella folla Ascolta più spesso la voce del fuoco, odi la voce dell’acqua ascolta nel vento del cespuglio i singhiozzi è il soffio degli antenati I morti non sono sotto la terra, sono nel seno della donna. sono nel bimbo che vagisce sono nel fuoco che si spegne

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26 luglio 2011

ventidueluglio 11

Non so quanto sia utile, comprensibile, ma desidero comunque questa sera parlarvi un poco di più di quella Architettura alla quale alcune volte ho accennato.
L'Essere Unico, attraverso la creazione, ha garantito l'equilibrio del suo essere. Quando parlo di creazione non parlo semplicemente e solo di voi uomini ma parlo anche di tutto quanto ha creato, l'Universo, che compone l'Universo del quale fate parte, e sia per quella che è la vita degli esseri viventi, non solo l'uomo ma anche gli animali, ogni singolo attimo, respiro, pulsione...tutto quanto muove, tutto quanto evolve. Attraverso questo movimento l'Essere Unico ha garantito l'equilibrio di questa struttura che è Sé stesso.
Se non ci fosse questo movimento probabilmente non esisterebbe neanche l'Essere Unico e l'Architettura che lo definisce. Attraverso questo movimento si crea quell'energia che alimenta questo equilibrio...non è un equilibrio legato allo spazio e al tempo, e questo ormai l'abbiamo capito, ma è un equilibrio più simile ad una armonia, alla perfezione e se non fosse in continuo divenire non sarebbe più armonico e perfetto. Vi ho già detto alcune volte che Dio, l'Essere Unico, non evolve, non cambia, è sé stesso, ma attraverso la Creazione ha voluto affermare la propria presenza, la propria realtà e attraverso il movimento della creazione, lo scandire del movimento della Creazione, dà alimento, energia...quasi carburante all'Essere Unico e alla sua Architettura.
Rispondervi se è iniziato oppure se terminerà non ha senso, non ha motivo. Sappiate comunque che solo attraverso la creazione e al divenire che appartiene anche alla vostra condizione l'Architettura rimane in equilibrio, armonica e stabile; se così non fosse nulla ci sarebbe.
Se io ho permesso a voi di affacciarvi a quella che è la dimensione, permettete ora a me di affacciarmi alla vostra...e vorrei, sì, parlare un poco anche di ciò che è bene e ciò che è male, ancora, di nuovo.
Quando la valutazione dell'essenza del male è legata a qualcosa che non vi tocca, qualcosa che non vi scuote, non vi spinge, non vi urta, l'accettazione del valore del male è quasi conseguente, pacifica, ma quando l'urto giunge, quando la sofferenza scuote, questa accettazione tranquilla e pacifica vacilla e crea irrigidimento della bolla. È ancora lì il pericolo, è ancora lì la difficoltà. L'uomo teme, l'uomo certo della propria fine quale uomo teme, ha paura; teme innanzitutto la morte fisica e la sofferenza che può portare ad essa. Questo timore, questa paura, non deve essere allontanato ma deve essere afferrato, fatto proprio. Già vi dissi, se non l'urto viene attraverso ciò che vi riguarda, dovete riuscire a far sì che chi soffre possa essere da voi compreso. La paura, il timore della morte, può essere superato e l'unico modo per farlo è dare senso ad esso, cercare di intuire, cercare di accettare e trovare consapevolezza in ciò che ci attende, che vi attende, aldilà della morte, aldilà della soglia fisica. È gradino indispensabile proprio per andare ad incidere là dove la paura ancora può far vacillare. La paura e la sofferenza non sono altro che irrigidimento della bolla; è sempre lì, è sempre reale, è sempre solida e concreta la bolla, siete voi la bolla, e quando la mente perde il controllo, quando la mente non trova senso reagisce irrigidendo quella che è la bolla...allora la sofferenza, allora la paura creano disturbo, creano incapacità.
Sempre la sofferenza è causata da un irrigidimento della bolla; questo non vuol dire che voi possiate non soffrire ma vuol dire che voi possiate non aver paura, non aver timore. La paura scema, evapora quando si dà senso a ciò che sta avvenendo, la paura è impossibilità di capire, la paura è perdita di controllo. Avere una visione, capire ciò che ci aspetta, essere consapevoli della propria visione, rende meno reale quella che è la bolla fino a dissolverla, perché la morte null'altro è che la distruzione della bolla.
Rimane ancora difficile riuscire a parlare del male, ma vorrei che questo termine, che questa definizione possa davvero essere tolta.
Il male è l'azione che ci fa soffrire, il male è l'urto che qualcuno porta al nostro essere individui, il male non è la sofferenza.