venerdi sera gruppo di ricerca medianica e spiritismo

Quelli che sono morti non se ne sono mai andati sono nell’ombra che si rischiara e nell’ombra che si ispessisce I morti non sono sotto la terra sono nell’albero che stormisce, sono nel bosco che geme, sono nella dimora, sono nella folla Ascolta più spesso la voce del fuoco, odi la voce dell’acqua ascolta nel vento del cespuglio i singhiozzi è il soffio degli antenati I morti non sono sotto la terra, sono nel seno della donna. sono nel bimbo che vagisce sono nel fuoco che si spegne

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15 luglio 2011

ottoluglio 2011

Questa sera desidero spiegare, puntualizzare meglio alcune cose che già si sono concretizzate, definite attraverso il nostro essere assieme, ma una puntualizzazione che credo ha da essere rimarcata riguarda ciò che è l'Essere Unico e la parzialità, l'incompletezza di esso in questo momento.
Ho già molte volte cercato di spiegare che ciò che era all'inizio sarà alla fine di tutto quanto, ciò che era l'essere completo, integro, originale, sarà l'Essere integro, completo, originale. Tra questi due punti esiste quella che è l'evoluzione, l'uomo, l'esperienza, l'occasione.
Ma prima di spiegare meglio questo concetto vorrei ribadire anche un'altra cosa: al di fuori di quello che è il divenire dell'uomo che passa attraverso la sua esperienza individuale non esiste tempo né spazio – già vi dissi – pertanto potrei tranquillamente affermare che l'uomo, l'essere incarnato, assiste a quello che è il passaggio tra l'Essere Unico Originale e ciò che sarà di nuovo l'Essere Unico, Originale. Ma se tempo e spazio non esistono, potrei anche tranquillamente affermare che ciò che era unico, originale ed integro, non per forza ha dovuto passare attraverso il tempo e lo spazio per essere di nuovo quello che fu all'inizio...potremmo pensare che mai passò tempo e trascorse luogo. Forse non esistono neanche due punti, uno di partenza e uno di arrivo, ma un unico Essere nella sua affermazione.
Ciò che voi percepite non è altro che traduzione – avete usato anche questo termine – di quella che è l'essenza dell'essere unico...ma vorrei non dire altro in merito a questo; ma provate a tenerne conto, cercate di comprendere cosa voglia dire “non esiste tempo e non esiste spazio” al di fuori di quella che è l'esperienza transitoria, effimera a volte, dell'uomo nel suo essere uomo....pertanto potrei tranquillamente dire di quello che è Dio nel suo essere uomo. Ma passiamo oltre.
L'Essere Unico può essere incompleto, l'Essere Unico può essere parziale, di sicuro lo è in questo momento. Che cosa vuol dire?
Se prima dello scindere in innumerevoli individualità l'Essere era unico, unica essenza, unico corpo, un'unica entità possiamo dire, tornerà ad essere tale nel momento in cui ogni singola scintilla della sua presenza tornerà ad essere facente parte dell'Essere Unico. Pertanto potremmo dire che fintanto che esistono individualità, l'Essere Unico è incompleto, è parziale, è in evoluzione, è a completamento. La vita dell'uomo, l'esperienza dell'uomo, ha uno scopo, ha un motivo – e anche questo molte volte già ve lo dissi – e io credo che si possa definire questo motivo attraverso la ricerca accurata del preciso particolare che vada a collimare in quella mancanza che esiste nell'Essere Unico. La parzialità, l'incompletezza dell'Essere Unico, di Dio, è proprio data da questi singoli particolari che non sono altro che le individualità, che ancora sono tali attraverso la vita degli uomini; la vita dell'uomo serve a creare quella precisa sfumatura che colmi la mancanza che esiste. Io l'ho chiamato anche Disegno, Arazzo...e solo quando ogni singola individualità cesserà l'Arazzo sarà completo, l'Arazzo avrà motivo, spiegazione, senso.
L'unico senso che può avere la completezza dell'Essere Unico è la completezza certa e assoluta...nessuna mancanza, nessuna falla.
Con questo mio dire affermo che l'Essere Unico Dio, ora, qui, è parziale, è incompleto, è mancante di qualche cosa, di ciò che voi siete...pertanto io credo che non ci sia da stupirsi se un uomo, una donna coscienti del proprio vivere, consapevoli a seguito della visione sgombra di quella che fu la propria occasione, la propria vita, abbiano certezza della qualità e della definizione precisa di ciò che furono quali uomini e donne, perché proprio attraverso la precisa testimonianza di ciò che furono nel loro vivere giungono ad essere consapevoli di aver colmato quello spazio che li attendeva, e non avrebbe potuto essere che ciò che loro hanno creato attraverso il proprio vivere.
Io credo che sia la gioia più grande, la felicità più capace, quella di cogliere di aver realizzato quella sfumatura che mancava al Disegno, all'Arazzo, forti della convinzione che quella sfumatura aveva il proprio nome ed era il frutto dell'esperienza e dell'occasione che si è vissuta quale uomo o donna, quale entità con un nome, con un corpo, con una mente.

È solo attraverso queste due componenti – molte volte ho ripetuto – che l'uomo può riuscire ad essere libero nelle proprie scelte e attraverso le proprie scelte libere andare a definire sempre meglio e con più precisione la sfumatura o la nota che vanno a completare, colmare quella mancanza, quel vuoto che nell'Essere Unico si trova, in attesa di essere colmato.
L'Essere Unico, Dio, sarà realmente Unico, Integro e Dio nel momento in cui avrà assimilato e fatto proprio ogni singola sfumatura che ha allontanato da sé nel momento in cui ha permesso scelta libera a sé stesso. Diviene ovvio, diviene comprensibile anche da voi, che divenga indispensabile la testimonianza vera, consapevole, anche per chi non è più vivo, di essere stato capace di creare quella giusta tonalità che crea l'armonia...non la completa, certo, ma la integra, l'arricchisce, la rende sempre più simile a ciò che era la qualità dell'Essere Unico. La qualità è data dalla completezza; essere consapevoli, attraverso la visione sgombra della propria vita, di aver realizzato l'occasione è gioia profonda...lo ripeto...è felicità assoluta.
Pertanto è chiaro che le entità disincarnate che incontrate abbiano ancora un nome, è chiaro che le entità che cogliete attraverso i vostri sogni abbiano un nome e abbiano un corpo e abbiano quasi un modo di utilizzare la mente che riconoscete quale era la qualità della loro vita da esserei incarnati, testimonianza di ciò che furono, certezza di essere ancora ciò che furono e di aver realizzato per ciò che a loro competeva, ripeto, quella sfumatura che crea completezza, fedeltà, migliore qualità.
Questo per ciò che vi compete, che compete a voi uomini che avete le vostre occasioni nel vivere, nel pensare, nel camminare ma , credetemi, ogni singolo particolare di quella che è la creazione – sì, chiamiamola così che forse è meglio quella che fu la deflagrazione – ogni singolo elemento di questa creazione tornerà ad essere Essere Unico. Solo allora giungeremo a ciò che era il punto di partenza. Tutto ciò che voi vedete, tutto ciò che voi toccate, la materia, tutto ciò che voi siete non è altro che la traduzione, ancora, di ciò che è l'Architettura e le energie che la sorreggono, sono e rappresentano...e se non avvenisse questa traduzione attraverso la materia e la concretezza, gli strumenti che appartengono all'uomo non sarebero in grado di cogliere la Visione.
Ciò che voi vedete, ciò che voi toccate, in fondo appaiono ai vostri occhi, appaiono al vostro tatto, ma null'altro sono che questa grande Architettura, Energia, che non è altro che la Creazione...
Non è una bestemmia affermare che l'Essere Unico, che Dio sia incompleto e parziale, ma è la verità, credetemi. Non potrebbe che essere così se ancora voi vivete, se ancora voi individui siete, se ancora voi avete possibilità di libera scelta. Nel momento in cui l'uomo, superata la soglia perde il contatto con ciò che è la fisicità, con ciò che è la mente e ha visione sgombra, perde anche la possibilità libera di scegliere; il libero arbitrio è la grande possibilità, è la grande qualità che l'uomo possiede e solamente l'uomo, attraverso il suo essere corpo e mente è.
Nel momento in cui l'individualità cessa, attraverso una scelta libera, certo, indubbiamente, solo attraverso una scelta libera, quando questa individualità non ha più possibilità, testimonianza, potenza, allora finalmente quella che è la tonalità che vi competeva, che aveva il vostro nome, che aveva le vostre fattezze, giunge al posto giusto, allo spazio che l'attendeva, che le competeva.
L'unica possibilità che ha l'uomo è quella di...attraverso le proprie scelte... di allungare questo percorso che , credetemi, è certo e sicuro, quasi ci fosse un filo...che non è altro che la componente spirituale...un filo concreto, solido, che accompagna ciò che fu il peccato originale e quello che è il superamento della soglia. Pertanto non abbiate dubbi se incontrate entità che ancora si pongono con il proprio nome e con la propria mente al contatto vostro ma lo fanno perché sono pienamente consapevoli che proprio attraverso il loro nome e la loro mente sono riuscite a creare quel particolare che mancava e senza il quale l'Essere Unico, Dio, non potrebbe più tornare tale.
Dio evolve? Certamente sì. Ciò che è la Corrente Originale è stabile, ferma...certamente sì. Quale delle due realtà guida l'altra? Ci perderemo con questa domanda, per tornare a quella che è l'affermazione originale: quando usciamo dai limiti del tempo e dello spazio ogni cosa perde senso.
Ma cerchiamo ora il corpo comune; credo che sia quello il modo. Lo stagno, il nostro spazio conosciuto, facile da trovare...i nostri amici, coloro che amiamo e coloro dai quali siamo amati, accanto a noi a protezione, a catena, in un unico corpo....

12 luglio 2011

primoluglio 2011

Ancora su quello che è l'uso consapevole e reale della mente e del corpo per creare l'equilibrio delle tre componenti; su ciò ancora vorrei continuare il mio dire.
Venerdì scorso vi dissi che molte volte si cerca di attivare possibilità, porte, percezioni che non hanno una consistenza concreta, una realtà vera e percepibile, quasi fosse solo attraverso l'utilizzo di uno strumento particolare, speciale, extrasensoriale, extracorporeo, solamente attraverso porte di questo genere poter arrivare a cogliere l'essenza del vostro vivere...così non è, ve l'assicuro.
Non esistono possibilità, modi diversi, non esiste terzo occhio, non esiste dimensione che non sia quella che vivete quotidianamente che vi possa permettere di avere misura di ciò che è il vostro essere, dell'equilibrio che il vostro essere testimonia nel vivere.
Semplicemente bisogna creare quel quieto collegamento, quella quieta presenza di ciò che è fisico, corpo e mentale, in quella che è la preparazione per la scelta libera. La scelta libera non è mai istintiva, non è mai repentina ma è mediata attraverso la presenza delle tre componenti. Creare le condizioni perché la scelta libera possa avere espressione è importante, indispensabile quasi.
Quando vi chiedo il corpo comune è perché attraverso quello strumento si creano queste condizioni; innanzitutto serve un luogo protetto nel quale tranquillamente abbandonare tutte le protezioni e tutte quelle rigidità che creano la bolla, che vi isolano dal vostro essere intimo, integro, equilibrato.
La concentrazione che porta al rilassamento, più che un percorso tortuoso, esoterico, ha da essere un quieto chetare la propria presenza, quel cedere che porta al risparmio di quello spreco di energie che in mille rivoli si pensa vadano a custodire, a proteggere l'uomo nel suo essere intimo.
Pertanto innanzitutto un posto, un luogo riconosciuto, familiare, al quale appartenete...nel vostro caso lo stagno, definito attraverso quelle che sono le nostre aspettative di sicurezza, di tranquillità, di protezione. Poi la presenza di compagni che possono aiutare e proteggere da ogni possibile interferenza, rischio, che quasi sempre sono fittizi e irreali, ma sono retaggio proprio di quel rumore che anche quando cessa lascia un'eco che rimbomba e si ripercuote a creare ricordo di ciò che la vita reale è.
Tutto è molto simile a quella che è la situazione del sonno: attraverso il sonno il corpo è in grado di autoregolare la propria partecipazione, di limitare al minimo lo spreco di energia e attraverso questo minimo dare il massimo della forza e del calore al corpo, che si pone pronto e disponibile a lasciare emergere quelle che sono le proprie pulsioni, aspettative, bisogni.
La mente, nello stato di sonno, è in grado di elaborare, libera e sgombra da quelli che sono gli spigoli e le risonanze, gli echi che vanno a distorcere e a falsare il messaggio che desidera esprimere e attraverso questa espressione arrivare all'elaborazione che porti ad una reale visione di quella che è la propria presenza. Per molto tempo, per un grande spreco di energia, la mente lotta per poter esprimere quella che è la propria presenza, la propria visione, quasi nel timore che possa essere fraintesa. Non è vero che la mente ha quale bisogno di essere l'elaborazione, la definizione sempre più precisa ed accurata della propria presenza. Non ha bisogno di ciò. A chi o a cosa deve esprimere e testimoniare il proprio essere viva, lucida, se non a sé stessa?
Il corpo e la mente hanno da porsi pronti e vigili per cogliere quella che è la componente spirituale che naturalmente fluisce in quello che è il Movimento Originale. La componente spirituale, come già dicemmo, è immutabile ed integra e non fa altro che porsi quale sfondo, sul quale il vostro corpo e la vostra mente creano consapevolezza, partecipazione, presenza. Solamente attraverso il cogliere l'essenza della componente spirituale le due componenti fisiche dell'uomo sono in grado di percepire il proprio muoversi nel tempo e nello spazio...limiti indispensabili a definire la vita dell'uomo...uno sfondo fermo, immutabile e concreto attraverso il quale percepire un movimento, un divenire. Se così non fosse, se così anche la componente spiritica si muovesse in sintonia e in precisa similitudine con con la mente e il corpo, il movimento verrebbe a cessare, non avrebbe più visione. Tre componenti che all'unisono si muovono nella stessa direzione creano stallo, creano movimento nullo.
Io credo che la vostra e la mia possibilità siano il corpo comune, siano lo stagno, più che complessi percorsi, strumenti o riti che portino, attraverso precise vie ed angusti sentieri, a quello che è il chetare del corpo e della mente; il corpo e la mente possono, solamente attraverso una loro disponibilità a cedere, porre le condizioni affinché ciò che è fermo e immutabile si possa muovere a ritroso.
L'affannarsi, il dipingere, il suonare, il creare disegno, il creare rumore, null'altro fa che fermare il divenire...
Se per quanto riguarda il corpo, attraverso il rilassamento di esso sia più facile percepire il giusto risultato, il giusto porsi a disposizione, ben più difficile credo sia per la mente.....
Credetemi, per un essere che come me non la possiede, vedere le capacità pirotecniche del vostro elaborare e creare scena affinché possa essere testimonianza precisa dell'uso e della forza della mente...penso sia quasi insormontabile poter arrivare a quella condizione di calma attraverso la quale – possiamo utilizzare l'esempio del corpo che rilassa, rallenta, e attraverso questo rilassare e rallentare scalda, protegge, sana – per la mente è possibile anche ciò, ma ben difficile è definire, spiegare quale sia il modo e l'esatto punto in cui si ottiene un'efficace condizione per una mente libera. Credo che sia attraverso il ripetere, il riproporre, il cercare quello che è lo strumento scelto che si possa giungere a quella condizione in cui ci si riconosce, pronti e capaci, nel corpo comune.
Proviamo ora. Sia lo stagno, siano i compagni con noi, siano anche i compagni che in questo momento non sono con noi, ma che vorremmo che lo fossero con noi, perché senza di loro non saremmo veramente qui.
Cerchiamoli, tiriamoli accanto a noi...la loro presenza deve essere calore, protezione, comunione.

Sono morta e questo mio essere morta è definito semplicemente attraverso il vuoto che ho lasciato, ma il mio corpo ha mantenuto presenza ed essenza di sé nel suo decomporsi e divenire componente precisa, cenere che salva, alimento e testimonianza della propria matrice...ma anche ciò che è - e dico è, non è stata – la mia mente, rimane ancora consapevole presenza in una intelligenza, in una cultura oggi più ricca, proprio partecipe di quella che è la mia mente e il bagaglio che con sé ha portato. Nulla di me è andato perduto. Se uno spazio, se un vuoto ha lasciato il mio morire, precisa componente è divenuto il mio divenire attraverso il mio essere corpo e mente, anche.
Nulla del bagaglio che ho accumulato è andato perduto. Precisa matrice è rimasta del mio essere donna.
Nulla, ripeto, è andato perduto...io certa presenza, precisa componente, preziosa essenza rimango nel mio divenire.
La morte semplice trasformazione...la morte sublimazione della mia occasione...la morte possibilità alla mia preziosa qualità.
Ripeto, nulla di me è andato perduto...nulla di me è andato perduto.
La comunione, l'Essere Unico, null'altro sono che la fusione di più individualità, grappolo comune, presenza viva.