venerdi sera gruppo di ricerca medianica e spiritismo

Quelli che sono morti non se ne sono mai andati sono nell’ombra che si rischiara e nell’ombra che si ispessisce I morti non sono sotto la terra sono nell’albero che stormisce, sono nel bosco che geme, sono nella dimora, sono nella folla Ascolta più spesso la voce del fuoco, odi la voce dell’acqua ascolta nel vento del cespuglio i singhiozzi è il soffio degli antenati I morti non sono sotto la terra, sono nel seno della donna. sono nel bimbo che vagisce sono nel fuoco che si spegne

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21 giugno 2011

diecigiugno 11

E' sicuramente positivo e per me stimolante sentire il vostro bisogno di cogliere senso, a volte anche affacciandosi a quello che è il limite del conosciuto.
È stimolante perché mi permette di potermi confrontare con più precisione su quello che è non fisico, non nato, non individuo...mondo al quale io appartengo e il vostro limite.
Quando vi dissi che la nostra possibilità d'incontro è proprio su quella soglia, io estraneo e alieno alla vostra vita e voi materiali, concreti, alieni a quella che è la mia condizione di oggi; l'incontro è proprio lì...voi che cercate di sporgere un attimino l'attenzione, la percezione da quello che è il conosciuto e io che cerco, attraverso il mio desiderio di nascere e rendermi individuo...proprio lì vi incontro.
Però non voglio ora, adesso, affrontare quello che è stato il vostro dire, ma vorrei invece continuare il discorso che ho iniziato venerdì scorso perché probabilmente attraverso il mio chiarire ciò che avevo iniziato permetterà di dare senso e nuova luce a quello che voi avete appena discusso.
Vorrei tornare a quella domanda che secondo me è stata fondamentale per aprire aprire uno squarcio
in quello che è il nostro confrontarci: se c'era possibilità per me di poter tornare indietro, lì sulla soglia, e tornare ad essere quell'essere unico, immutabile, al quale appartengo ancora oggi.
Io, parlando del peccato originale, della prima scelta di libero arbitrio, ho precisamente affermato che avvenuto questo peccato originale, questa scelta, la possibilità di ritorno era impossibile, ed è vero, credetemi...e non è impossibile solamente perché vestendo le vesti dell'uomo – il corpo e la mente – quella che è la componente originale perde misura e guida, timone di quella che è la vita concreta dell'uomo. Non è solo questo, anche se comunque ciò è presente,vero.
L'affermazione della mente e lo sviluppo del corpo sono sono obiettivo primario e tutto il resto passa in second'ordine quasi fosse nell'oblio della memoria la certezza e la percezione di ciò che era l'Essere Unico...ma non solo per questo, questa è una delle componenti. Ma non si può tornare ad essere ciò che eravate proprio perché la scelta impedisce il ritorno, impedisce il tornare indietro.
Come avviene per la scelta del peccato originale, ogni altra scelta legata alla libertà, alla coscienza del libero arbitrio, impediscono il ritorno. È un'affermazione importante, io credo, perché molte volte il timore di sbagliare, il pentimento, porta l'uomo a cercare di tornare là a prima della scelta avvenuta e questo credetemi è impossibile. Ogni scelta di libero arbitrio cambia l'uomo, lo muta irrevocabilmente.
L'uomo, attraverso la sua nascita, la propria incarnazione, è quasi come si muovesse su un pino inclinato; il movimento è costante...io dissi che esiste un Movimento Originale, è vero, in ogni cosa e anche nella vita dell'uomo esiste questo movimento ed è impossibile invertirne la direzione. Ogni scelta di libero arbitrio è immutabile, ogni tentativo legato al pentimento oppure al timore non porteranno l'essere, l'uomo, là , prima della propria scelta.
Chi cerca questa strada, questa possibilità, fallisce...creando disturbo, creando peso, creando frustrazione e senso di colpa. In tutto ciò che fa parte della vita dell'uomo, sia la propria vita ma anche l'universo, il cosmo che attorno a lui si trovano, hanno un movimento preciso. Se pensiamo all'uomo non vi è dubbio, il proprio strumento fisico ha quasi un tempo limitato...l'uomo, l'essere umano, l'essere fisico, non può vivere in eterno, il proprio strumento è deperibile e mai sarà diversamente anche se la scienza cercherà di prolungare con mille alchimie, mai riuscirà a dare non termine alla propria vita, alla vita dell'uomo. Esiste una scadenza.
L'unica certezza dell'uomo dopo la sua nascita è tornare a non essere più essere fisico ed è indispensabile che così sia. Ripeto, quasi fosse un piano inclinato, la vita dell'uomo porta in un unico punto che è il termine fisico e concreto della propria vita, della propria incarnazione, della propria possibilità. Le scelte, le possibilità, le occasioni che il libero arbitrio pone, sono di andare con una coscienza sempre più grande e consapevole alla preparazione di questo passaggio.
Molte volte vi dissi che esistono due punti precisi che determinano e connotano precisamente quella che è la vita dell'uomo: il primo è il peccato originale, la scelta, l'incarnazione, l'affermazione di individualità; l'altro punto impensabile, non preso in considerazione, è la propria morte fisica, dietro la quale esiste però la qualità del superamento dell'individualità.
Voi, che esperienze spiritiche avete vissuto e condiviso, ben sapete che la morte fisica non porta al termine dell'esperienza umana; è la presa di coscienza, il bisogno e l'affermazione di libero arbitrio di superare la propria individualità, coscientemente. Il termine della vita è questo...non certo la morte. Superamento cosciente dell'individualità.
Ciò che è stato creato, l'individuo, l'essere, attraverso la scelta di libero arbitrio ha da essere coscientemente donato, ceduto come strumento inutile, come occasione terminata. Tutto ciò che sta tra questi due punti è la vita dell'uomo. La vita dell'uomo ha anche un senso, ha un'espressione, è un'affermazione per l'individuo. Nel momento in cui esiste la nascita cessa la presenza e la volontà dell'Essere Unico, di Dio. Questo è chiaro, assoluto, non esiste intervento fattivo da parte dell'Essere Unico nella vita dell'individuo; l'unica traccia, l'unico filo, l'unico cordone è l'immutabilità della componente spirituale dell'uomo, preciso specchio di ciò che è l'Essere Unico.
È una memoria, è una consapevolezza, è la traccia di ciò che era e ciò che sarà, è la possibilità, la testimonianza, il ricordo sopito...affondato, intimo.
Ripeto, dopo che l'uomo peccò, dopo che affermò la propria individualità, l'azione dell'Essere Unico, l'azione di Dio, non è presente, non influisce sulla possibilità di scelta da parte dell'uomo. L'uomo giungerà a rifiutare la forza di questa scelta, la potenza di questa scelta e la offrirà nella consapevolezza del ritorno all'Essere Unico. Il termine della vita dell'uomo, della possibilità dell'uomo, è proprio questo: coscientemente affermare l'inutilità dell'individualità, cedere la propria forza, cedere la propria potenza la valore, al riconoscimento, all'appartenenza dell'Essere Unico.
Ben sappiamo che il limite non è la morte, l'uomo attraverso la propria individualità può valicare il limite della morte, può creare attraverso la mente la mancanza di un corpo e attraverso quelli che sono stati i momenti e le possibilità di scelta rivivere e ribadire anche all'infinito quella che è la propria individualità.
La presa di coscienza, come bene vi hanno insegnato quelle entità disincarnate che vi hanno accompagnato, è quella di afferrare la qualità e l'influenza di chi ancora è incarnato...ma questo è un discorso che è inutile che ripetiamo, era funzionale a creare quella coscienza della vita oltre la morte.
L'amore. L'amore è un termine che l'uomo cerca con affanno a volte, con rabbia...sicuramente con bisogno, di definire sempre più precisamente. Io vi dissi che l'uomo può solo tendere all'amore e mai poter realizzare quello che è l'amore, perché l'amore è la comunione del tutto...l'amore è il termine che definisce l'Essere Unico, pertanto ciò che prima era e ciò che poi sarà.
L'uomo che cammina e prende coscienza di quello che è il Movimento Originale e sente quel piano inclinato sotto di sé, cerca di tendere a quella che è la comunione del tutto, e in quale modo l'uomo può prendere consapevolezza di questa comunione, di questo essere con, di questo essere cosa unica, corpo comune?
Cercando l'altro...ma la lotta è difficile: prima il corpo con le sue urgenze, con i suoi limiti, poi la mente, il possesso, il bisogno di essere riconosciuti, il bisogno di essere amati prima di poter amare, sono a volte davvero quei gironi che indugiano l'uomo nel proprio cammino. In fondo l'uomo sa, è certo perché ne è consapevole che la realizzazione della propria vita è quella di tornare all'Essere Unico e l'essere con qualcuno crea quella parvenza, quel bagliore di possibilità e di gioia, ma affannarsi cercando colui da amare è sbagliato...sia esso un amante, un figlio oppure un maestro, cercando attraverso il bisogno di poterlo toccare, di potersi in lui riconoscere, è percorso tortuoso che sbatte in quelli che sono gli spigoli del vostro essere, i limiti che il corpo e la mente pongono in atto per affermare la propria presenza, la propria qualità.
Realizzare l'amore è tornare all'Essere Unico, alla condizione originale, perfetta ed equilibrata. Con questo non voglio certo dire che l'uomo non debba perseguire la qualità del proprio amore, ma deve essere in grado di non ancorarsi ad esso, ma di cederlo sempre nel momento in cui viene raggiunto, cercando di mantenere quella che è la qualità che si riconosce riproponendola, impedendo scelte precise...e torna il discorso che ho iniziato dicendo che è impossibile ricreare la condizione che ti porti alla posizione della prima scelta...posso fare meglio se sono più in grado di capire qual'è la scelta giusta.
Il mio desiderio questa sera è di dirvi: allontanate da voi il pentimento, il dubbio di sbagliare, il timore di scegliere. Non esiste possibilità di rimediare, ciò che è avvenuto vi ha già cambiati,ciò che è avvenuto ha cambiato ciò che è attorno a voi e chi attorno a voi si trova; l'unico modo per poter esprimere ancora possibilità libera di scelta è partire da ciò che si è e si è divenuti attraverso la scelta precedente e da qui esprimere un'altra scelta libera, consapevole, in linea con quello che è il Movimento che siete stati in grado di cogliere.
Il timore che il piano inclinato sia una caduta inarrestabile ogni tanto coglie l'uomo, che cerca di frenare con tutto quello che ha e sicuramente è il corpo e la mente, ma credetemi, è dolce affidarsi al Movimento Originale...non esiste possibilità di errore in esso, la destinazione è definita, non ne esistono altre, non esiste possibilità di non arrivare là dove dovete arrivare.
Questi discorsi può apparire che impediscano all'uomo la possibilità di vedere, creando predestinazione, fato...ma non è così. Se realmente foste in grado di leggere ciò che avviene attraverso le vostre scelte, se foste in grado di partecipare fino in fondo, riconoscere paternità precisa senza creare alibi, senza creare scuse, ma forti e precisi nel vostro scegliere, liberi prché liberi siete, se consapevoli....
In quale modo la componente spirituale, originale, una delle componenti agenti dentro di voi, può aiutarvi? É una domanda che sento, percepisco.
Ho affermato precisamente che la vostra componente originale è immutabile, non cresce, non migliora, non evolve ma è precisa testimonianza di ciò che è l'Essere Unico. Non attendete grandi energie da essa, illuminazioni, folgorazioni...è impossibile che ciò avvenga, l'evoluzione passa attraverso il superamento cosciente dell'individualità, per cui attraverso un'evoluzione, attraverso la ricerca di grani di consapevolezza che sono partecipati e condivisi da quella che è la vostra mente e dal vostro corpo.
Lo stordimento, l'estasi, non sono possibili uscite di sicurezza, sono semplicemente abbagli di disperazione, di dichiarazione di incapacità.
L'uomo, voi, potete essere in grado di cogliere ciò che è l'Essere Unico, ciò che voi siete, ora, qui.

diecigiugno 11

E' sicuramente positivo e per me stimolante sentire il vostro bisogno di cogliere senso, a volte anche affacciandosi a quello che è il limite del conosciuto.
È stimolante perché mi permette di potermi confrontare con più precisione su quello che è non fisico, non nato, non individuo...mondo al quale io appartengo e il vostro limite.
Quando vi dissi che la nostra possibilità d'incontro è proprio su quella soglia, io estraneo e alieno alla vostra vita e voi materiali, concreti, alieni a quella che è la mia condizione di oggi; l'incontro è proprio lì...voi che cercate di sporgere un attimino l'attenzione, la percezione da quello che è il conosciuto e io che cerco, attraverso il mio desiderio di nascere e rendermi individuo...proprio lì vi incontro.
Però non voglio ora, adesso, affrontare quello che è stato il vostro dire, ma vorrei invece continuare il discorso che ho iniziato venerdì scorso perché probabilmente attraverso il mio chiarire ciò che avevo iniziato permetterà di dare senso e nuova luce a quello che voi avete appena discusso.
Vorrei tornare a quella domanda che secondo me è stata fondamentale per aprire aprire uno squarcio
in quello che è il nostro confrontarci: se c'era possibilità per me di poter tornare indietro, lì sulla soglia, e tornare ad essere quell'essere unico, immutabile, al quale appartengo ancora oggi.
Io, parlando del peccato originale, della prima scelta di libero arbitrio, ho precisamente affermato che avvenuto questo peccato originale, questa scelta, la possibilità di ritorno era impossibile, ed è vero, credetemi...e non è impossibile solamente perché vestendo le vesti dell'uomo – il corpo e la mente – quella che è la componente originale perde misura e guida, timone di quella che è la vita concreta dell'uomo. Non è solo questo, anche se comunque ciò è presente,vero.
L'affermazione della mente e lo sviluppo del corpo sono sono obiettivo primario e tutto il resto passa in second'ordine quasi fosse nell'oblio della memoria la certezza e la percezione di ciò che era l'Essere Unico...ma non solo per questo, questa è una delle componenti. Ma non si può tornare ad essere ciò che eravate proprio perché la scelta impedisce il ritorno, impedisce il tornare indietro.
Come avviene per la scelta del peccato originale, ogni altra scelta legata alla libertà, alla coscienza del libero arbitrio, impediscono il ritorno. È un'affermazione importante, io credo, perché molte volte il timore di sbagliare, il pentimento, porta l'uomo a cercare di tornare là a prima della scelta avvenuta e questo credetemi è impossibile. Ogni scelta di libero arbitrio cambia l'uomo, lo muta irrevocabilmente.
L'uomo, attraverso la sua nascita, la propria incarnazione, è quasi come si muovesse su un pino inclinato; il movimento è costante...io dissi che esiste un Movimento Originale, è vero, in ogni cosa e anche nella vita dell'uomo esiste questo movimento ed è impossibile invertirne la direzione. Ogni scelta di libero arbitrio è immutabile, ogni tentativo legato al pentimento oppure al timore non porteranno l'essere, l'uomo, là , prima della propria scelta.
Chi cerca questa strada, questa possibilità, fallisce...creando disturbo, creando peso, creando frustrazione e senso di colpa. In tutto ciò che fa parte della vita dell'uomo, sia la propria vita ma anche l'universo, il cosmo che attorno a lui si trovano, hanno un movimento preciso. Se pensiamo all'uomo non vi è dubbio, il proprio strumento fisico ha quasi un tempo limitato...l'uomo, l'essere umano, l'essere fisico, non può vivere in eterno, il proprio strumento è deperibile e mai sarà diversamente anche se la scienza cercherà di prolungare con mille alchimie, mai riuscirà a dare non termine alla propria vita, alla vita dell'uomo. Esiste una scadenza.
L'unica certezza dell'uomo dopo la sua nascita è tornare a non essere più essere fisico ed è indispensabile che così sia. Ripeto, quasi fosse un piano inclinato, la vita dell'uomo porta in un unico punto che è il termine fisico e concreto della propria vita, della propria incarnazione, della propria possibilità. Le scelte, le possibilità, le occasioni che il libero arbitrio pone, sono di andare con una coscienza sempre più grande e consapevole alla preparazione di questo passaggio.
Molte volte vi dissi che esistono due punti precisi che determinano e connotano precisamente quella che è la vita dell'uomo: il primo è il peccato originale, la scelta, l'incarnazione, l'affermazione di individualità; l'altro punto impensabile, non preso in considerazione, è la propria morte fisica, dietro la quale esiste però la qualità del superamento dell'individualità.
Voi, che esperienze spiritiche avete vissuto e condiviso, ben sapete che la morte fisica non porta al termine dell'esperienza umana; è la presa di coscienza, il bisogno e l'affermazione di libero arbitrio di superare la propria individualità, coscientemente. Il termine della vita è questo...non certo la morte. Superamento cosciente dell'individualità.
Ciò che è stato creato, l'individuo, l'essere, attraverso la scelta di libero arbitrio ha da essere coscientemente donato, ceduto come strumento inutile, come occasione terminata. Tutto ciò che sta tra questi due punti è la vita dell'uomo. La vita dell'uomo ha anche un senso, ha un'espressione, è un'affermazione per l'individuo. Nel momento in cui esiste la nascita cessa la presenza e la volontà dell'Essere Unico, di Dio. Questo è chiaro, assoluto, non esiste intervento fattivo da parte dell'Essere Unico nella vita dell'individuo; l'unica traccia, l'unico filo, l'unico cordone è l'immutabilità della componente spirituale dell'uomo, preciso specchio di ciò che è l'Essere Unico.
È una memoria, è una consapevolezza, è la traccia di ciò che era e ciò che sarà, è la possibilità, la testimonianza, il ricordo sopito...affondato, intimo.
Ripeto, dopo che l'uomo peccò, dopo che affermò la propria individualità, l'azione dell'Essere Unico, l'azione di Dio, non è presente, non influisce sulla possibilità di scelta da parte dell'uomo. L'uomo giungerà a rifiutare la forza di questa scelta, la potenza di questa scelta e la offrirà nella consapevolezza del ritorno all'Essere Unico. Il termine della vita dell'uomo, della possibilità dell'uomo, è proprio questo: coscientemente affermare l'inutilità dell'individualità, cedere la propria forza, cedere la propria potenza la valore, al riconoscimento, all'appartenenza dell'Essere Unico.
Ben sappiamo che il limite non è la morte, l'uomo attraverso la propria individualità può valicare il limite della morte, può creare attraverso la mente la mancanza di un corpo e attraverso quelli che sono stati i momenti e le possibilità di scelta rivivere e ribadire anche all'infinito quella che è la propria individualità.
La presa di coscienza, come bene vi hanno insegnato quelle entità disincarnate che vi hanno accompagnato, è quella di afferrare la qualità e l'influenza di chi ancora è incarnato...ma questo è un discorso che è inutile che ripetiamo, era funzionale a creare quella coscienza della vita oltre la morte.
L'amore. L'amore è un termine che l'uomo cerca con affanno a volte, con rabbia...sicuramente con bisogno, di definire sempre più precisamente. Io vi dissi che l'uomo può solo tendere all'amore e mai poter realizzare quello che è l'amore, perché l'amore è la comunione del tutto...l'amore è il termine che definisce l'Essere Unico, pertanto ciò che prima era e ciò che poi sarà.
L'uomo che cammina e prende coscienza di quello che è il Movimento Originale e sente quel piano inclinato sotto di sé, cerca di tendere a quella che è la comunione del tutto, e in quale modo l'uomo può prendere consapevolezza di questa comunione, di questo essere con, di questo essere cosa unica, corpo comune?
Cercando l'altro...ma la lotta è difficile: prima il corpo con le sue urgenze, con i suoi limiti, poi la mente, il possesso, il bisogno di essere riconosciuti, il bisogno di essere amati prima di poter amare, sono a volte davvero quei gironi che indugiano l'uomo nel proprio cammino. In fondo l'uomo sa, è certo perché ne è consapevole che la realizzazione della propria vita è quella di tornare all'Essere Unico e l'essere con qualcuno crea quella parvenza, quel bagliore di possibilità e di gioia, ma affannarsi cercando colui da amare è sbagliato...sia esso un amante, un figlio oppure un maestro, cercando attraverso il bisogno di poterlo toccare, di potersi in lui riconoscere, è percorso tortuoso che sbatte in quelli che sono gli spigoli del vostro essere, i limiti che il corpo e la mente pongono in atto per affermare la propria presenza, la propria qualità.
Realizzare l'amore è tornare all'Essere Unico, alla condizione originale, perfetta ed equilibrata. Con questo non voglio certo dire che l'uomo non debba perseguire la qualità del proprio amore, ma deve essere in grado di non ancorarsi ad esso, ma di cederlo sempre nel momento in cui viene raggiunto, cercando di mantenere quella che è la qualità che si riconosce riproponendola, impedendo scelte precise...e torna il discorso che ho iniziato dicendo che è impossibile ricreare la condizione che ti porti alla posizione della prima scelta...posso fare meglio se sono più in grado di capire qual'è la scelta giusta.
Il mio desiderio questa sera è di dirvi: allontanate da voi il pentimento, il dubbio di sbagliare, il timore di scegliere. Non esiste possibilità di rimediare, ciò che è avvenuto vi ha già cambiati,ciò che è avvenuto ha cambiato ciò che è attorno a voi e chi attorno a voi si trova; l'unico modo per poter esprimere ancora possibilità libera di scelta è partire da ciò che si è e si è divenuti attraverso la scelta precedente e da qui esprimere un'altra scelta libera, consapevole, in linea con quello che è il Movimento che siete stati in grado di cogliere.
Il timore che il piano inclinato sia una caduta inarrestabile ogni tanto coglie l'uomo, che cerca di frenare con tutto quello che ha e sicuramente è il corpo e la mente, ma credetemi, è dolce affidarsi al Movimento Originale...non esiste possibilità di errore in esso, la destinazione è definita, non ne esistono altre, non esiste possibilità di non arrivare là dove dovete arrivare.
Questi discorsi può apparire che impediscano all'uomo la possibilità di vedere, creando predestinazione, fato...ma non è così. Se realmente foste in grado di leggere ciò che avviene attraverso le vostre scelte, se foste in grado di partecipare fino in fondo, riconoscere paternità precisa senza creare alibi, senza creare scuse, ma forti e precisi nel vostro scegliere, liberi prché liberi siete, se consapevoli....
In quale modo la componente spirituale, originale, una delle componenti agenti dentro di voi, può aiutarvi? É una domanda che sento, percepisco.
Ho affermato precisamente che la vostra componente originale è immutabile, non cresce, non migliora, non evolve ma è precisa testimonianza di ciò che è l'Essere Unico. Non attendete grandi energie da essa, illuminazioni, folgorazioni...è impossibile che ciò avvenga, l'evoluzione passa attraverso il superamento cosciente dell'individualità, per cui attraverso un'evoluzione, attraverso la ricerca di grani di consapevolezza che sono partecipati e condivisi da quella che è la vostra mente e dal vostro corpo.
Lo stordimento, l'estasi, non sono possibili uscite di sicurezza, sono semplicemente abbagli di disperazione, di dichiarazione di incapacità.
L'uomo, voi, potete essere in grado di cogliere ciò che è l'Essere Unico, ciò che voi siete, ora, qui.

tregiugno 11

Esiste ancora una differenza tra ciò che io sono e ciò che voi foste nel momento in cui decideste di nascere, decideste di divenire uomini, individui. In me ancora non è avvenuta quella che è la scelta che ha portato il peccato originale.
Il peccato originale ha una connotazione ben precisa, che è quella che impedisce il ritorno, impedisce la possibilità di regredire a quella che era la condizione primaria.....e perché avviene questa impossibilità di ritorno? Proprio perché attraverso la scelta di libero arbitrio si va a creare quella dualità. É un termine che abbiamo forse abusato, ma vorrei che riuscissimo assieme, affinché io possa prenderne misura in qualche modo, vorrei che assieme cercassimo di capire, di comprendere qual è il senso di questo termine – dualità – cosa avviene, perché questa dualità impedisce il ritorno o, quantomeno, impedisce il ricordo e rende la consapevolezza latente all'interno dell'individuo che nasce.
Latente, sì, ma di certo non sopita...latente con un'indispensabile pressione. Ciò che è la vostra componente spirituale rimane certa e consapevole di ciò che fu e ciò che sarà...la vostra componente spirituale ha ancora mantenuto quelli che sono i contatti, le misure, le reali percezioni di quello che è l'Essere Unico, originale, e queste percezioni si definiscono attraverso quello che è il Movimento Originale, perché molto abbiamo detto di esso, ma mai siamo assieme riusciti a definire precisamente cosa fosse questo Movimento Originale.
La vita dell'uomo ha per forza di cose una scadenza, ha per forza di cose un limite fisico e temporale; questo limite è scandito precisamente da quello che è il Movimento Originale, sia per l'uomo che è in grado di esprimere fino in fondo la sua possibile età fisica, ma anche per colui che muore bimbo, perché quello che è il Movimento Originale non ha i limiti del tempo e dello spazio ma in fondo è semplicemente la realizzazione di quello che è il passaggio, della parentesi, della realizzazione.
Sono certo che per l'uomo non sia indispensabile vivere una vita che duri tempo più o meno lungo...la qualità della vita dell'uomo è data dalla sua scelta, dal suo peccato originale che ha espresso libero arbitrio. Tutto ciò che viene dopo questo momento è semplicemente legato a quello che è il bisogno dell'essere di esprimere attraverso un'esperienza la sua potenzialità. Anche il bimbo che muore ha la stessa qualità di colui che fino a tarda età ha vissuto e trascorso la propria vita. La qualità è il valore, si esplica semplicemente in quell'attimo che fu la scelta di incarnarsi.
Può apparire difficile, può apparire illogico ciò che sto dicendo. Si è cercato in molti modi di esprimere con formule e filosofie questo concetto, ma se certi siete che in fondo quella che fu l'espressione di scelta di incarnarsi appartiene all'essere unico, diventa logico e sensato anche pensare che il trascorso del vivere non abbia più senso. Forse è prematuro che io parli di questo, ma vorrei tanto che voi vi concentraste su quella che fu la scelta del libero arbitrio e la conseguente definizione della dualità. L'uomo incarnato, colui che nasce, si trova per forza di cose di fronte all'indispensabile bisogno di definire un percorso che lo porti ad essere ciò che fu.
Tutto ciò che allontana il proprio divenire diviene scelta da evitare, da definire quale negativa.
Questa percezione attraverso, sì, strumenti quali il corpo oppure la mente, ma anche attraverso quel contatto preciso che la parte spirituale dell'uomo ha con quello che è il Movimento Originale.
Esiste una forza latente, una direzione occulta quasi, che porta con sé l'uomo nel suo trovarsi di fronte a scelte attraverso le quali esprimere libero arbitrio.
La mediazione fra queste tre componenti porta a far sì che venga – la scelta – qualificata attraverso una possibile e pessima attraverso quell'altra. Il dualismo rende positivo l'avvicinarsi a quella che è la destinazione e negativo tutto ciò che allontana da essa.
Attraverso il riconoscersi nella possibile scelta negativa si va a dare forza e sostanza a quella che è la parte “maligna”, in qualche modo, dell'essere...la parte che può scegliere di non avvicinarsi a quella che è la destinazione ineluttabile. E se la scelta ha valore e ha senso per l'individuo, tanto più ha da esserlo per coloro che accanto a lui si pongono.
La scelta può essere diversa, a volte opposta, a volte incomprensibile, ma quando essa è percepita quale non-direzione verso ciò che ci attende, diviene essa sbagliata, male, da non essere afferrata.
È molto difficile per me riuscire a parlare della dualità; posso farlo attraverso quella che è la vostra presenza, il vostro essermi compagni e fratelli. Riuscirò sempre meglio, probabilmente....ma vorrei con questo mio dire di questa sera cercare di affermare che la dualità è componente indispensabile dell'uomo affinché quella che è la parte mentale e fisica possa seguire la direzione che la parte spirituale asseconda attraverso ciò che è la Corrente Originale.
Si crea un mondo, si crea uno spazio, si crea un tempo attraverso i quali riconoscere – attraverso la mente e attraverso il corpo – quello che è il movimento che ci porta là e dove tutto ciò verrà compiuto.
Aiutatemi in questo mio comprendere, cerchiamo attraverso il corpo comune di essere cosa unica, un unico corpo...qui...ora.
Sia lo stagno il nostro strumento, sia lo stagno il nostro luogo.

ventidueaprile 11

La difficoltà più grande, lo scoglio più arduo che io trovo nel cercare di toccarvi e di essere da voi toccato, ripeto, la difficoltà più grande è quella di evitare di parlare, di dire su cose concrete del vostro vivere...non perché io voglia pormi ad un livello più alto, non perché io voglia allontanarmi da quella che è la condizione fisica dell'uomo, anche perché sapete bene che il mio desiderio è quello di nascere a vita, per cui sarebbe sciocco e sbagliato pormi quale estraneo alla componente fisica dell'uomo...incapace, impossibilitato...ma l'obiettivo che io pongo nel mio essere con voi è quello di creare quel contatto preciso, attraverso le due componenti che in grado sono di comunicare, di risuonare in simbiosi quasi, come cosa unica, come corpo comune.
Nel momento in cui io entrassi nel preciso e nel concreto di quelle che sono le situazioni che l'uomo vive andrei a parlare a quelle che sono le componenti fisiche vostre, alla mente, al corpo, e devo con attenzione evitare che ciò avvenga; è indispensabile che io condivida con voi la possibilità di poter comunicare attraverso strumenti che non sono quelli dell'uomo. Non perché io non voglia abbassarmi o scendere o cambiare la mia essenza per divenire più pesante e concreto, materiale, ma semplicemente perché vorrei portare voi a quella che è la condizione che ancora mi definisce, che ancora mi connota, che ancora dà immagine di me, perché è quello l'obiettivo.
L'attrazione avviene attraverso un'uscita da quello che è il vostro essere uomini e un'uscita da parte mia da quello di essere puro spirito, essere incorporeo. Ripeto, se parlassi a quella che è la vostra mente non otterrei lo scopo che mi sono prefisso. Capisco che sia difficile, molto, comunicare se non attraverso le parole; sicuramente questo per ora, finché non giungerà in voi certa la consapevolezza di poterlo fare attraverso strumenti che ancora oggi rimangono latenti dentro di voi.
Vorrei ripartire da un'affermazione che feci venerdì scorso e riguarda quello che è il messaggio e la bontà di esso.
Vi dissi che il messaggio acquista valore nel momento in cui avvicina il vostro vivere, il vostro essere, il vostro essere consapevole. Scoprire per voi, nella consapevolezza del vostro essere, che qualcun altro ha espresso, attraverso il suo vivere, condizioni simili alle vostre crea bontà nel confronto. Cercate questa comunione attraverso esseri simili a voi, non cercate di marchiare o certificare il “buon messaggio” se esso giunge da troppo lontano da voi.
La verità – sempre lo dissi, sempre lo ripeto ancora – è dentro di voi; ciò che è l'Infinito, il Grande, è nel piccolo e nell'intimo che all'interno del vostro essere si trova. Non cercate lontano da voi la Verità, l'Essere, perché così non è...è solo distrazione, è solo una fuga, è solo obiettivo allontanato per incapacità a volte non cosciente ma precisa, gioco mentale, bisogno di trovare tempo. Il messaggio vero è quello che parla di ciò che voi siete. Se l'affermazione ha senso anche per voi vuol dire che è ciò che voi siete che ha importanza, non ciò che giunge a voi attraverso l'esperienza, il messaggio, la voce di qualcun altro.
Se sempre, continuamente, incessantemente ripeterò a voi questa affermazione è perché credo che questo sia il modo. Ci sono poche cose precise, assodate, certe, assolute e questa è una di quelle.
Non esistono strade prefissate, non esistono sentieri ben delimitati se non quello che porta al vostro essere, al vostro intimo, al vostro interno. Dentro di voi esiste la particella iniziale, esiste la consapevolezza vera che è nella semplicità. L'esplosione non è altro che l'allontanamento, l'esplosione non è altro che il frantumare ciò che è e ciò che sarà. Non è nell'esplosione, non è nell'espansione, non è nella varietà, non è nella distanza, non è nel tempo ciò che cercate....
Vi prego, concentratevi...state con me.......
Vorrei anche cercare di rispondere a ciò che mi è stato posto.
Io credo nella Verità di Gesù, io credo che fosse il Cristo, ma credo anche sicuramente che non fosse l'unico e di certo non l'ultimo.
L'uomo può esprimere attraverso la propria vita terrena la sua qualità divina e per divino non intendo altro che Originale.
L'errore avvenne per quella che fu la figura storica di Gesù e l'uso che ne è stato fatto, l'abuso, a scopo, a obiettivo, a mira.
Ogni uomo ha la possibilità del Cristo. Se così non fosse io non sarei qui con voi e voi non potreste giungere a me; questa è una certezza indubbia. Torna il discorso e l'affermazione che feci poc'anzi: diviene vero il messaggio e la testimonianza nel momento in cui tocca il vostro essere.
Io credo che si possa abbracciare l'esperienza di un altro uomo, credo che si possa in essa riconoscersi proprio perché è simile a ciò che voi siete. Attraverso questa mia affermazione vorrei anche dirvi che non è simile a ciò che voi vorreste, ma a ciò che voi siete. É difficile da spiegare questo concetto.
In fondo non è ciò che ha fatto il Cristo che lo rende importante, che lo rende unico, che lo rende evoluto, ma è ciò che in Lui riconoscete di voi.
Proviamo ancora a rimanere attenti....vorrei riuscire....
Il mio desiderio di rimanere al di fuori, al di sopra di quella che è l'esperienza storica di un uomo, sia l'uomo che si chiama con il vostro nome, ma anche l'uomo che si chiamava Gesù, è per evitare di porre bontà in una scelta più che in un'altra. Io credo che il destino di ogni uomo sia identico: tornare ciò che fu. Su questo è impossibile affermare qualcosa di diverso.
Il modo per giungere alla realizzazione di questo destino rimane individuale, rimane personale, unico e originale; per ogni uomo esiste la propria possibilità...Gesù, per essere il Cristo, non ebbe bisogno di essere riconosciuto quale Divino.
Se affermo che ogni uomo racchiude in sé quella che è l'originalità del Tutto, posso tranquillamente affermare che non esiste un prescelto. Potrei in qualche modo, con questo mio dire, offendere..ma credo fortemente in questo e ci credo perché ne ho precisa misura, visione netta, certezza assoluta. Non bisogna per forza essere un Gesù per poter essere il Cristo.
Ciò che non condivido di quella che fu la storicità di Gesù, ripeto e mi ripeto, è stato l'uso che ne è stato fatto; gli scopi che attraverso la vita di quell'Uomo sono stati perseguiti nel momento in cui qualcuno e sicuramente un uomo, non certo una forma divina o maligna, ha reso quell'Uomo simbolo e unico viatico per la realizzazione di ogni altro uomo, una bestemmia è stata urlata.
Diffidate sempre e comunque di chi pone un'unica e possibile strada per quella che viene chiamata salvezza. Tutti, ogni singolo uomo, sia esso Illuminato o il più infimo delinquente, giungeranno a tornare ad essere ciò che furono. Se questa mia affermazione ha senso, ogni figura, ogni religione, ogni strada, perdono senso e potere.
Rispetto, amo ogni singola esperienza.
Disprezzo e allontano da me ogni strumento che attraverso quell'esperienza viene affinato, creato, imposto.
Gesù fu uno dei tanti, Gesù fu uno dei tutti. La pena, la qualità, il sacrificio, la luce, sono parole vuote...e a disagio mi sento a dover con esse misurare la mia presenza.
D. (Franco) Ma la svolta impressa da quel volano immenso che era l'energia spirituale del Cristo ha tuttora la stessa forza o siamo noi che la perpetuiamo?
É il riconoscimento in essa, il tuo riconoscimento in essa, che crea valore, che crea possibilità, che crea confronto. Ma non per forza attraverso quel valore, quella possibilità, puoi giungere là dove desideri; negare te stesso e abbracciare l'esperienza altrui quale possibile qualità non ha senso.
Cerca di verificare in te ciò che l'esperienza di Gesù rappresenta, cerca di vedere quali punti di contatto, quale....ma è....è.......
Esiste un unico Essere di cui tutti quanti noi siamo barlume, siamo particolare...................
Io credo che se l'esperienza di Gesù, il valore del suo essere Cristo, impedisce a un altro uomo di esprimere la sua potenzialità, la sua qualità di esprimere libero arbitrio, è male. Se l'esperienza di Gesù quale Cristo dà sostegno, dà compagnia, dà calore, dà visione comune, corpo comune in un altro uomo, ciò è bene, ciò è buono, ciò è nella direzione giusta.
Se l'esperienza di un Illuminato crea pena, dubbio riguardo alla singola esperienza di ogni singolo uomo, ciò è male.
Se l'essere-con l'esperienza del Cristo rafforza il desiderio, la voglia, la fede di essere sulla strada giusta, ciò è bene.
Se il desiderio di assomigliare, giungere ad essere così come fu l'Essere Illuminato, è utile, è bene.
D. (Franco) Ma allora siamo prossimi ad un cambiamento radicale?
Il cambiamento è il riconoscimento di ciò che ogni uomo è; il cambiamento, la conversione, è quello di credere di essere un Unico Essere, qui e ora.
Se rimaniamo fermi alla certezza che fummo Essere Unico e saremo Essere Unico, ancora molto cammino ci aspetta...ma se giungeremo alla certezza che noi già ora siamo un Unico Essere, la Luce inizia a rischiarare il nostro vivere.
Se il confronto crea distanza, se il confronto crea differenza, se il confronto crea livello ed incapacità, ci allontaniamo. La qualità dell'altro è anche qualità mia perché io appartengo a lui e lui appartiene a me. Il mio sforzare la ricerca alla realizzazione del corpo comune è per creare percezione che ciò che dico è reale.
Io credo che esista un errore di fondo nel momento in cui si creano dei modelli o degli obiettivi da raggiungere. È un errore che porta a staccare la percezione di ciò che siamo da quello che dovremmo essere; io credo che sia indispensabile che l'uomo viva nella misura di ciò che l'uomo è e non di ciò che l'uomo dovrebbe. Quando prima parlai di scopi, quando prima parlai modi per utilizzare quella che era l'esperienza di un Essere Illuminato, è proprio questo; creare la difficoltà e la dipendenza, creare un divario da ciò che l'uomo è e ciò che l'uomo dovrebbe essere.
Questa difficoltà è insita in questi modi, in queste religioni – utilizziamolo anche, questo termine – è quella di riaccendere quello che un po' di tempo fa fu un argomento dei nostri essere insieme e che era il senso di colpa. È su di esso che chi desidera il potere fa leva per poter creare dipendenza.
Io credo siano vissuti grandi uomini, Esseri Illuminati che sono stati in grado di creare anche nel loro vivere fisico, umano...creare quello che è il Disegno e la Visione e attraverso questa percezione poterla donare anche agli altri.
Ma il dono di questa Visione non crea la visione e la strada dell'individuo; è la certezza della possibilità che può essere alimentata attraverso il confronto di colui che è riuscito ad intravedere la propria strada, ma se questo realizzare la vita crea distacco da ciò che si è, allora è un errore.

Essere a misura di ciò che noi siamo ci permette di vivere consapevolmente.
Creare la misura è un errore; prendere possesso della misura è modo giusto, è qualità.
Ogni esperienza, ogni testimonianza, ogni messaggio ha valore nel momento in cui avvicina ciò che voi siete, nel momento in cui tocca ciò che voi siete...ma anche nel momento in cui voi siete in grado di toccare colui che si è posto a confronto o che voi avete posto a confronto........,,,ma basta ora........

Cerchiamo il corpo comune.......cerchiamo lo stagno........