venerdi sera gruppo di ricerca medianica e spiritismo

Quelli che sono morti non se ne sono mai andati sono nell’ombra che si rischiara e nell’ombra che si ispessisce I morti non sono sotto la terra sono nell’albero che stormisce, sono nel bosco che geme, sono nella dimora, sono nella folla Ascolta più spesso la voce del fuoco, odi la voce dell’acqua ascolta nel vento del cespuglio i singhiozzi è il soffio degli antenati I morti non sono sotto la terra, sono nel seno della donna. sono nel bimbo che vagisce sono nel fuoco che si spegne

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07 febbraio 2011

quattro febbraio 2010

Sia ben chiaro che la mia intenzione è quella di affrancarvi da quello che è il senso di colpa, ma per poterlo fare devo far sì che divenga reale, concreto, presente, caricando ad esso peso, peso che non appartiene a tempi e a luoghi distanti da quello che siete voi qui ed ora, ma peso che sia ancora reale in quello che è il vivere che sta trascorrendo.
Vorrei che il senso di colpa non fosse un peso accumulato, assestato da qualche parte, ma che sia presenza precisa, agente…
Il senso di colpa. ho affermato anche che attraverso la presenza di questo senso di colpa l’uomo inizia a muovere il suo vivere, attraverso il senso di colpa una forza, un’energia lo spinge a fare che qualcosa avvenga.
In quasi tutte le religioni, ma probabilmente in tutti quanti i modi di visualizzare, teorizzare quello che è il senso del vivere, quello che è il senso di colpa è una presenza indispensabile. Io ho cercato di utilizzare termini che appartengono alla religione che forse voi conoscete meglio: ho parlato di peccato, di peccato originale compiuto da qualcuno che non siete voi , ma provate a pensare anche ad altre visioni, tentativi di codificare e di spiegare il vivere…pensate alla catena delle reincarnazioni, quando l’uomo giunge a nascere già carico di qualcosa che aveva già commesso.
Non è più la visione di quello che è il peccato originale, un peccato che ci bolla quasi, che ci sovraccarica di un carico che a fatica possiamo sopportare…ma la stessa catena delle reincarnazioni, quando una vita intera va a pesare su quella che è la possibilità e l’occasione dell’uomo che nasce, oppure altre religioni e modi di vedere e di pensare che discriminano il fatto di essere uomo o donna, per il peso che viene ad esso – quale basto – posto sulla schiena…
È un’esigenza, è un bisogno, è il modo per dare senso a questo incessante desiderio di movimento, di muoversi, sia esso per potersi purificare, prendere coscienza o dare senso, non ha importanza.
Creare movimento, quando ben sappiamo che esso esiste, non ha bisogno di essere provocato; la ruota, il volano autonomamente muove quello che è il divenire, non ha bisogno di causa o motivo perché la ruota possa trarre spunto e muovere.
Pensare poi che questo nascere ci porti gravi pesi che ci opprimono, causati da esperienze e volontà che non ci riguardano ma che possiamo solamente subire e accogliere quale peso che ci accompagnerà, è utile a far sì che l’uomo non riconosca podestà in quella che fu la sua nascita…io sempre vi dissi che la scelta, l’espressione di libero arbitrio primaria, fu quella di nascere e quest’affermazione di volontà non deve essere peso, non deve essere macchia, non deve essere peccato ma deve essere piena consapevolezza dell’occasione, della precisa scelta.
È una coscienza che non dà certo peso, non dà certo macchia, non dà certo peccato…ma dà stimolo e forza, comprensione precisa dell’occasione che ci aspetta. È indubbio che quello che è il divenire storico e il preciso muovere dei tempi e degli spazi porti quel grave bagaglio che non solamente il singolo uomo accompagna, ma è una cappa precisa che tutto quanto avvolge, vela e condiziona.
L’azione di ogni singolo uomo intacca quella che è la possibilità di ognuno. Prenderne coscienza, dopo averla subita per la maggior parte del vivere e dello scorrere del divenire, vuol dire veramente affrancarsi e liberi e leggeri da questo peso poter coscientemente di nuovo affermare scelta di libero arbitrio. Ciò che attende ogni uomo e, per ciò che ci riguarda, ciò che attende a ogniuno di voi, è il passaggio ancora una volta di quella porta che affaccia a una nuova vita, a un nuovo nascere, a una nuova condizione pura, sgombra, libera… e per poter far si che la scelta che farete sia veramente presente, viva, partecipe, ha da essere espressa con volontà precisa, senza nessuna costrizione, senza nessuna forza che sospinge o trae, senza nessun intervento che non sia vostra volontà, ricerca. Affrancarsi dal senso di colpa vuol dire porsi mondi e liberi a un’altra precisa e pura scelta di libero arbitrio.
La morte non costringerà nessuno di coloro che hanno cercato e coscientemente e liberamente voluto cercare. Se la scelta di ricerca è veramente libera e consapevole, trae risultato, trae auspicio, ausilio e forza precisa di ancora una volta liberamente esprimere libero arbitrio e attraverso questa scelta rinascere a nuova vita.
In fondo il mio nascere sarà il porre voi in quella possibilità che ogni nascita costringe.
Pensate quanto e come il senso di colpa opprime ancora oggi; se voi chiedete a colui che nasce risposta, partecipazione, espressione di quella nascita, quasi sempre rinfaccerà a voi la volontà e la scelta che ha portato a quella nascita… ma anche il modo in cui voi oggi e qui vi ponete nei confronti del mio nascere, ha la stessa precisa connotazione.
Affrancarsi, mondarsi, alleggerirsi è l’obiettivo, e per poterlo fare bisogna afferrare, bisogna riconoscere, bisogna nominare ciò che si desidera lasciare: se nulla avete da poter allontanare da voi, ben difficilmente potrete liberare peso e soma dalle vostre spalle.
È facile, credendo che ciò che vi opprime sia responsabilità e volontà di qualchedun altro… quando nasceste la scelta fu vostra, precisa, e di ciò dovete essere certi. Nulla per voi, nessuno per voi decise o scelse… non esistono forze che spingono o traggono, se non libera scelta e volontà.
Ancora insisterò sul senso di colpa, perchè io non lo riconosco in me e non voglio neanche indossarlo per essere simile e fratello.
Il movimento che porterà alla congiunzione sarà il vostro essere simili e fratelli…

Cerchiamo lo stagno ora, e attraverso esso creare quel corpo comune nel quale noi crediamo……….