venerdi sera gruppo di ricerca medianica e spiritismo

Quelli che sono morti non se ne sono mai andati sono nell’ombra che si rischiara e nell’ombra che si ispessisce I morti non sono sotto la terra sono nell’albero che stormisce, sono nel bosco che geme, sono nella dimora, sono nella folla Ascolta più spesso la voce del fuoco, odi la voce dell’acqua ascolta nel vento del cespuglio i singhiozzi è il soffio degli antenati I morti non sono sotto la terra, sono nel seno della donna. sono nel bimbo che vagisce sono nel fuoco che si spegne

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04 agosto 2010

trentaluglio 2010

Ancora mi accorgo di correre, scappare avanti, ma l’immagine del bimbo che cerca autonomamente di porre i primi passi è molto chiara per spiegare ciò che avviene nel mio essere presente in questo cerchio.
Il mio sbilanciarmi abbandonando quella che è la stabilità dell’essere appena nato per porre i primi passi, crea questo disequilibrio e questo mio affrettare i passi per giungere in un punto ancora saldo, dove potermi nuovamente assestare trovando equilibrio.
Io inizio cercando di spiegare ciò che avviene nel decorso di questa mia nascita, ma il mio sbilanciarmi in quello che è il vostro mondo crea disequilibrio e di conseguenza la mia corsa fino a un punto stabile, dove ancora tranquillamente trovare stabilità, equilibrio.
Vorrei limitare questi miei passi affinché voi possiate condividere con me questo mio muovermi, questo mio spostarmi nel tempo e nello spazio, condizione che io non conosco e che mai mi è appartenuta, mai.
Un concetto che riguarda ancora il perché della mia nascita. È importante che io spieghi, se è comprensibile prima il mio desiderio, poi la mia volontà di pormi in questa dimensione che sicuramente è più vostra, sicuramente ancora non mia. È stato facile per me spiegarlo, ma è importante anche comprendere il perché avviene in questo preciso momento, all’interno di questo cerchio. La mia nascita ha come scopo quello di spiegare sempre meglio, di chiarire sempre più precisamente quello che è il peccato originale, quella che è la prima espressione di libero arbitrio.
Nel messaggio che abbiamo appena assieme ascoltato ho cercato di dirvi, di comunicare a voi che quando l’essere decide la propria incarnazione, già è un essere definito. Perché è così importante che io insista su questo punto?
Perché dovete comprendere ed accettare il fatto che ancora prima che voi nasceste, prima che voi decideste la vostra incarnazione, voi già eravate individualità. Quando io mi affacciai a questo cerchio e iniziai attraverso la mia testimonianza, attraverso la mia partecipazione, attraverso i miei messaggi, a comunicare a voi la mia presenza, già in qualche modo venni riconosciuto quale individualità. Il bisogno vostro di trovare un nome, il bisogno vostro di creare una figura ben precisa, distinta, era chiaramente un’esigenza indispensabile, che portasse all’accettazione di ciò che io ero quale componente del cerchio spiritico che voi avete creato. Già allora, torno a dire, già quando allora io non ero null’altro che qualcosa che apparteneva a quella struttura che non aveva definizione, non aveva sostanza, non aveva corpo, materia…io ero già riconosciuto da voi quale individuo. La voce che parlava, che era la stessa del venerdì precedente, che continuava un discorso fatto e la presenza, non era altro che ritrovarsi di nuovo, ancora...
Tutto ciò serviva a comprendere sempre meglio che ciò che io ero allora era qualcosa comunque di definito, di individuale. Poi ci fu la mia decisione di incarnarmi, ma fu da una situazione di individuo definito, preciso, non più parte del tutto, non più tutto che si esprime, ma già parte che si è autodefinita. Non avrei potuto affermare la mia decisione di incarnarmi se già non avessi diviso, spezzato ciò che io ero da ciò che era il tutto.
Ciò che è avvenuto per me è avvenuto anche per voi, per tutti coloro che decidono la propria incarnazione. Tutto ciò che sto dicendo ha come scopo di affermare precisamente che la scelta dell’incarnazione appartiene ad un individuo. Non è il Tutto, non è l’Essere Supremo, non è Dio, non è la matrice che decide l’incarnazione ma è un essere già definito, individuale, che decide di trasformare la sua essenza in qualcosa di diverso. Ma se prima non ci fosse, se prima non sarebbe stata la definizione di un essere individuale, non ci sarebbe stata scelta di incarnazione.
È un punto importante, io credo, è un punto che voi dovete assodare anche all’interno di voi; dovete riconoscere in voi questo passaggio. Ciò che sta avvenendo per me è già avvenuto per voi, vi dissi; quando voi decideste la propria vostra incarnazione già entità precisa e individuale voi eravate.


Tutto ciò serve a rafforzare la certezza che la scelta vi appartiene completamente, il peccato l’avete commesso voi quali individui precisi…nessuno, nulla ha deciso per voi la vostra nascita.
Credo che sia una comprensione indispensabile questa e credo anche che il mio nascere all’interno di questo cerchio abbia anche questa funzione e la comprensione di ciò è quale inizio delle successive comprensioni. Senza riconoscere, senza condividere questa mia affermazione ben difficilmente ci saranno altre comprensioni.
L’individuo afferma la propria nascita, l’individuo sceglie di nascere, l’individuo è tale anche prima della propria nascita; non è la nascita che determina l’individuo ma è l’individuo che determina la nascita. È un’affermazione precisa, libera, di nascere, è l’individuo che decide di indossare una veste, è l’individuo che decide la propria scelta di vita, la propria trasmigrazione ed affermazione di ciò che lui è. Avrebbe potuto essere una scelta diversa, vi dissi. Quando io decisi di non incarnarmi e rimanere tale e quale ero fu una scelta libera, da essere individuale…nessuno scelse per me, così come oggi quando io affermo di volermi incarnare, lo faccio quale libero individuo; nulla, nessuno può per me decidere o scegliere. Se così fosse mai io potrei nascere.
Io vorrei che ciò che vi ho detto possa tranquillamente decantare dentro di voi, possa assodarsi e trovare riconoscenza in ciò che voi siete perché già voi avete vissuto questo peccare, questo decidere liberamente il vostro prosieguo. Cercate traccia dentro di voi di questa affermazione decisa e precisa, libera, di essere uomini.

D. (N) Scusa, può esserci allora una nascita senza entrare in un corpo materiale?

Già io nacqui nel momento in cui scelsi di non incarnarmi. Esiste una situazione dove tutto quanto è compreso in un unico essere e può rimanere tale perché questo essere tale e unico essere comunque avvolge le vostre individualità, le accompagna, le protegge…addirittura le determina, perché se non esistesse questo unico essere non esistereste neanche voi quali parti individuali di quest’essere.
Ci sono molti modi di nascere io credo, in fondo il termine “nascere” non è altro che chiarire e spiegare la possibilità di scegliere in quale modo l’essere si frantuma in quelle innumerevoli individualità che esprimono libera scelta.
È difficile poterti spiegare questo oggi, ora, più avanti, forse, ma credimi, è in questo modo che avviene la nascita e le nascite sono innumerevoli…è completamente impossibile definirle, catalogarle. Non esiste un’unica via, esiste la vostra, quella che voi avete scelto e su di essa voi dovete esprimere energia, sforzo, ricerca. Cercare di andare a cogliere le altre innumerevoli possibilità non fa altro che distogliere, sprecare, non rendere qualità nella ricerca.
Nel momento in cui voi individui avete scelto l’incarnazione ben consapevoli eravate di cos’altro avreste potuto essere. Quando io vi dissi che le scelte della prima possibilità di libero arbitrio erano due, sostanzialmente l’incarnazione e la non incarnazione, è vero, ma la coscienza a quel punto aveva già definito un percorso. Vi trovavate di fronte alla possibilità, la scelta era l’incarnazione o la non incarnazione, ma di fatto erano due scelte che andavano a definire un’unica possibilità: l’affermazione di essa o il rifiuto di essa…sì oppure no.
Non c’erano nel momento in cui avete espresso libera scelta di libero arbitrio altre possibilità se non l’incarnazione o la non incarnazione. A quel punto non vi erano altre scelte…ma prima, sicuramente, le possibilità erano innumerevoli, ma cercare di comprendere e fare vostre queste possibilità, ripeto, è sprecare, è distogliere, è allontanare capacità.
Il confronto è fra me e voi: io che scelsi di non incarnarmi e voi che allora avete scelto di incarnarvi; oggi la mia affermazione di volontà di avvicinare la vostra essenza attraverso l’incarnazione, per un incontro tra simili, fratelli. È un incontro che avviene su due sponde diverse di un’esperienza però.
Senza allontanarmi troppo da quello che è il concetto che vorrei chiarire questa sera, di fatto la mia nascita e il vostro essere già nati e aver trascorso vita non ci rende simili; l’incontro avverrà fra tanto tempo, partendo da due posizioni che a questo momento, a questo punto, sono diametralmente opposte.
Per voi è girare il vostro sguardo per poter cogliere il mio approssimarmi a voi, il mio camminare nella vostra direzione, ma per poterci incontrare voi non dovete cambiare ciò che voi siete o a ritroso tornare su un cammino che già avete fatto, ma continuare sul cammino che vi ha portato fino a quel punto…ma con occhi diversi, con visioni diverse.
Sarà un incontro di due possibilità: io che ho abbandonato ciò che era la matrice da poco e voi che siete vicini a raggiungerla nuovamente. L’incontro avrà due definizioni diverse, ciò che voi siete oggi e ciò che io sto cercando di definire attraverso la mia nascita e il vostro aiuto.
Non cercate di cambiare oppure in qualche modo non accettare quello che è il vostro essere in questo momento. Avanti nel cammino. Ho chiamato persone come voi coloro che si sono affrancate da quelle che erano le forze che costringevano all’interno di un percorso limitato, di una gabbia, come la chiamai. Io non sono ancora stato messo in quella gabbia e voi ne siete usciti dalla parte opposta dalla quale io dovrei entrare.
L’incontro sarà un nostro aggirare la gabbia per poter davvero essere simili e fratelli: voi con la visione della matrice che vi attende e io con la visione della matrice che ho da poco lasciato.
Non vorrei porre altri argomenti questa sera, altrimenti sarebbe di nuovo disequilibrare il mio cammino e fare corsa affrettata fino al punto stabile che mi possa ancorare al terreno. Se su ciò vogliamo in qualche modo condividere ciò che è il nostro pensiero, sia su esso e su ciò che abbiamo appena esposto, sia con il pensiero o con altre possibilità…ma non vorrei andare oltre questa sera….
D. (N) Non è facile con la mente riuscire a comprendere tutto ciò…

Cerchiamo allora di trovare comunione in quella che è la nostra componente spirituale, quella che è la matrice; abbiamo un posto magico dove poterlo fare ed è il corpo comune.
Abbandoniamo il bisogno della mente di comprendere e cerchiamo solo il modo di essere davvero simili e fratelli, cerchiamo di cedere a questo pensiero, fiduciosi e certi di poterlo fare……………..