venerdi sera gruppo di ricerca medianica e spiritismo

Quelli che sono morti non se ne sono mai andati sono nell’ombra che si rischiara e nell’ombra che si ispessisce I morti non sono sotto la terra sono nell’albero che stormisce, sono nel bosco che geme, sono nella dimora, sono nella folla Ascolta più spesso la voce del fuoco, odi la voce dell’acqua ascolta nel vento del cespuglio i singhiozzi è il soffio degli antenati I morti non sono sotto la terra, sono nel seno della donna. sono nel bimbo che vagisce sono nel fuoco che si spegne

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02 gennaio 2010

diciottodicembre 09

Desidero un poco anch’io parlare di ciò che è la meditazione e di ciò che dovrebbe essere la meditazione.

È pensiero comune ma sciocco e primitivo pensare che attraverso la meditazione si sforzi lo spegnimento di quelli che sono gli strumenti che appartengono all’uomo, gli strumenti fisici.
Quando ci si predispone alla meditazione si pensa sempre che il primo obiettivo è quello di andare a spegnere la mente attraverso pratiche, attraverso strumenti quali il labirinto del mandala oppure la forza di volontà che porti a cessare, a spegnere quella che è la mente.
Il passaggio successivo è andare a chetare quello che è il corpo, affinché non sia più presente e attivo, per andare ad attivare quella parte più intima, più profonda, che crediamo celata profondamente all’interno di noi.
Io credo invece che la meditazione sia uno strumento preciso che porti alla presa di coscienza delle tre componenti facendole emergere, prima attraverso l’attenzione alla mente, al lavorio, senza per forza di cose arrivare a far sì che attraverso volontà o decisioni si arrivi a cessare, a chiudere, a spegnere la mente. La mente ha da dover dichiarare la propria presenza e attraverso una decisione libera di libero arbitrio arrivare ad accettare il proprio spegnimento…ma non perché venga zittita, azzerata, fatta cessare anche l’attenzione. La mente rimane presente, veglia, ma coscientemente decide di non intralciare ma di porsi in attesa, in attenzione.
Nel momento in cui si raggiunge questo stato il primo stimolo che si risveglia è quello del corpo, la posizione, il freddo, il caldo, il dolore a volte di una posizione scomoda che noi crediamo sia indispensabile creare. Può essere utile, indubbiamente, per far sì che anche il corpo possa esprimere la sua presenza…dobbiamo prestare attenzione ai messaggi che esso ci lancia, dobbiamo accogliere la difficoltà, il fastidio, il dolore a volte…e dando la nostra attenzione a questa componente pian piano ci accorgeremo che un calore andrà a lenire, chetare questi piccoli disturbi per fare sì che anche il corpo si ponga a disposizione, in attesa vigile, fino a portare che quella parte che riguarda il nostro spirito possa emergere, ma non da chissà quale profondità coperta e velata da coltri che si chiamano mente e corpo, ma libera da esse, in simbiosi con esse, in comunione affinché si possa creare quella condizione che è l’insieme delle tre componenti, in armonia, in piena e paritaria disponibilità per creare un tutt’uno che non è altro che l’essere, l’essere legato alla sua condizione fisica perché – ricordatevi – è indispensabile che l’uomo ricordi sempre di essere corpo, mente, spirito…perché è quello il vestito che si porta e lo strumento che esprime attraverso la propria vita fisica da essere incarnato.
Pensare di poter zittire, pensare di poter rendere sordo e cieco il corpo fisico è follia; è nell’unione delle tre componenti che esprimiamo la qualità, è nell’insieme delle tre componenti che possiamo fare emergere quella possibilità di comprensione legata alla consapevolezza, che ci permette di cogliere quella che è la Corrente Originale. Ma se voi sarete in grado di essere presenti a quell’incontro con le tre componenti attive disponibili, sarete in grado di cogliere con gli strumenti che vi appartengono quella che è la Corrente Originale e questo incontro porterà beneficio a quella che è la direzione all’azione vostra…nella serenità che non appartiene ad un concetto né mentale né fisico né spiritico ma ad un concetto globale legato all’essere integro.
Non solo attraverso la postura della meditazione classica legata alle filosofie orientali è possibile giungere all’obiettivo che la meditazione deve individuare. La meditazione può essere fatta nella piena attività, può essere fatta attraverso il cammino, attraverso un esercizio fisico, nel momento in cui la serenità e la completezza della disponibilità delle tre componenti rende presente integralmente l’uomo nell’azione, si può raggiungere lo stato della meditazione; non necessariamente attraverso il silenzio o la condizione ideale, alle musiche celesti, ma è proprio questa disponibilità a condividere delle tre componenti che porta il momento magico dell’estasi in funzione dell’intuizione.
Quando l’uomo nella sua completezza si pone in contatto a ciò che è la Corrente Originale, l’intuizione sgorga, zampilla, dolce, dissetante e carica di buoni auspici…e ha da essere questo l’obiettivo della meditazione.
Alla stessa stregua possiamo pensare che anche l’uomo nella sua attività quotidiana – sia essa il lavoro, lo studio, la gioia o la tristezza – possa cogliere questo momento di estasi; e tanto più l’uomo sarà evoluto in questa ricerca, tanto più porterà questo stato nel suo vivere quotidiano e irrigherà, alimenterà il suo vivere di ogni giorno, attraverso la ricchezza dell’intuizione che la Corrente Originale porta.
L’uomo ha da esprimere la sua completezza; solamente in questa completezza potrà veramente arricchire la propria vita, alimentare la sua fede, e il piacere dello sgranare grani di consapevolezza nella misura - sia essa fisica, mentale o spirituale – non sarà più scisso questo percepire ma sarà una percezione globale, ricca, che andrà ad intessere, condire, illuminare il vivere quotidiano.
“ Tutto ciò per cosa, per quale obiettivo? “ è sicuramente il quesito successivo.
Se abbiamo definito, perfezionato quello che è lo strumento che porta all’intuizione, al contatto con la Corrente Originale, il quesito successivo da porsi è per che cosa, per quale scopo, perché farlo?
Non può limitarsi ad un piacere momentaneo, a volte anche più lungo nel tempo, che ci accompagni nelle ore del nostro vivere, ma ci deve essere un obiettivo ben preciso, sicuramente non definito, non sicuramente definito il percorso che porti al completamento di questo obiettivo, a una traccia, una traccia che ci indichi quale è la direzione.
L’obiettivo di questa ricerca è arrivare a comprendere la bontà e la possibilità del cedere.
Se attraverso la meditazione individuale l’uomo và a definire, a prendere coscienza di ciò che è la sua integrità , la sua completezza, l’intuizione del cedere porta a far si che questa ricerca divenga comune; da quella che è nata come ricerca individuale, un bisogno dell’essere singolo, il passaggio successivo per forza di cose, seguendo quella che è la Corrente Originale, ci porta a condividere, a creare quella che è l’Eucaristia, quella che è la Comunione, quello che è il Corpo Comune.
In quasi tutti i Movimenti, in quasi tutte le religioni l’obiettivo è la condivisione, le stesse parole del Cristo quando afferma :” Quando due o più di voi si riuniranno nel mio nome, saranno in grado di cogliere quella che è la Visione del Padre mio”, è perché proprio porre una completezza a confronto di un’altra completezza integrale, cosciente, consapevole, porta al cedimento, porta al cedere all’altro ciò che è il valore raggiunto, ciò che è l’intuizione affermata e riconosciuta per se stessi.
A questo punto questa certezza , questa forza, questa fede così attentamente costruita, così precisamente ricercata, trova il suo termine in funzione del dono all’altro, riconoscendo quale dono maggiore questo cedere all’altro la bontà del tesoro riconosciuto, affermato e afferrato con ambo le mani, stretto gelosamente
Il tornare a portarlo fuori ed offrirlo all’altro è passaggio arduo che porta ad una convinzione, ad una consapevolezza che vada a scardinare quelle che sono le individualità delle tre componenti che hanno da essere per forza di cose superate e integrate in una realtà che è l’essere individuale, completo, originale.
Attraverso questa affermazione realizziamo quello che è il Disegno Originale del Tutto, esprimiamo nella singola particella ciò che dovrà essere il disegno completo dell’evoluzione non più solamente dell’uomo, dell’individuo, ma del Creato.
Meditazione allora per completare quella che è la conoscenza del sé, mai negandola, mai castrandola, mai relegandola in un angolo buio, chiusa all’interno di un contenitore ermetico, ma muta, disponibile e attenta, presente a quello che è l’incontro con la Corrente Originale e all’intuizione propizia a quell’incontro.


Cerchiamo il Corpo Comune ora, perché è di quella condizione che abbisogno, perché è di quello stato che ho fame e sete………………………………………………………………………………