venerdi sera gruppo di ricerca medianica e spiritismo

Quelli che sono morti non se ne sono mai andati sono nell’ombra che si rischiara e nell’ombra che si ispessisce I morti non sono sotto la terra sono nell’albero che stormisce, sono nel bosco che geme, sono nella dimora, sono nella folla Ascolta più spesso la voce del fuoco, odi la voce dell’acqua ascolta nel vento del cespuglio i singhiozzi è il soffio degli antenati I morti non sono sotto la terra, sono nel seno della donna. sono nel bimbo che vagisce sono nel fuoco che si spegne

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14 dicembre 2009

undicidicembre 09

Esprimere un messaggio, comunicare qualcosa agli altri, credo sia una delle cose più difficili e, in fondo, per me è un poco più facile perché il mio esprimere il messaggio è legato ad un cerchio ristretto, pertanto facile da leggere, da intuire…un cerchio ristretto e con proposito buono di poter comunicare attraverso l’essere insieme, attraverso una ricerca comune.
È ben più difficile quando il messaggio va a raggiungere persone che non conosciamo, persone che non riescono a darci la misura della loro sete, del loro del loro bisogno, della propria ricerca.
Credo però che il metodo migliore sia quello di porre livelli profondi di presenza nel messaggio porto agli altri. In ognuno degli uomini, in tutti quanti esiste una traccia comune che li dirige in un’unica direzione e quando uno di questi uomini è in grado di esprimere le sensazioni e le intuizioni che questa traccia fa salire, rende cosciente e attraverso la parola esprime questa traccia, questa intuizione, in qualche modo si va a toccare l’altro perché la traccia è comune.
Lo sforzo ha da essere fatto in questo senso, il messaggio ha da essere confronto, il messaggio deve essere in grado di coinvolgere colui al quale è destinato il messaggio, la comunicazione. Il coinvolgimento non appartiene solamente agli schemi mentali o al bagaglio culturale che l’altro ha in sé ma va a rivolgersi anche a livelli più profondi che comprendono le altre due componenti, il corpo e lo spirito.
Lo sforzo che a volte, sprecando tempo ed energia, va a far sì che la comunicazione sia sempre più precisa per ciò che è la mente di colui che è destinatario del messaggio porto, a volte diviene energia sprecata. Lo sforzo ha da essere fatto sulla fedeltà della testimonianza che uno coglie dentro di sé e la porge agli altri.
Se il messaggio ha questi termini, ha questa connotazione, è facile far risuonare nell’altro qualcosa che lo accomuna a chi attraverso un libro si avvicina. Lo sforzo davvero estenuante a volte, di far sì che il concetto e il teorema fili perfettamente e si incaselli in quelli che sono gli schemi mentali che uno riconosce validi, distoglie da quello che è l’effettivo risultato che porta al confronto, alla misura; colui che legge la testimonianza e il messaggio ha bisogno di poter riconoscere in esso tracce che lo facciano muovere, che qualcosa cambi, qualcosa avvenga, qualcosa non sempre comprensibile a primo acchito ma qualcosa che comunque inizi a smuovere, ad elaborare, a riconoscere.
Questo creerà la disponibilità, creerà il cedere, creerà il desiderio, tempo e spazio per il confronto con quel messaggio che gli è giunto. Molte volte non è indispensabile che il concetto che viene posto debba essere per forza di cose compreso; molte volte è sufficiente che chi accetta la comunicazione ceda, dando disponibilità di tempo e spazio affinché questo messaggio possa entrare tranquillamente ed agire.
Vedo anche sforzi a volte assurdi che riguardano anche testi sacri, illuminati, esoterici, quando vedi le due fazioni, quella che vuole distruggere, demolire utilizzando la storicizzazione o il falso storico o la verità storica per far sì che si insinui il dubbio della veridicità della qualità e della genuinità della testimonianza…oppure l’altra fazione che anch’essa spudoratamente cerca fedeltà storica, riscontro preciso, millimetrico, anche su testi che trasudano saggezza, esperienza e consapevolezza.
Io credo che a volte già il fatto di porsi lì in quel momento, in quello spazio e in quel tempo, disponibile affinché le parole espresse in quel messaggio possano giungere all’interno dell’uomo…già ciò è sufficiente perché qualcosa avvenga, ma lo spasimo, il bisogno disperato di certificare la bontà e la verità distrugge l’azione genuina e vera del contatto, della comunicazione.
Non è neppure indispensabile trovarsi d’accordo in quella che è l’affermazione di colui che si rivolge a te attraverso il messaggio; tutto quanto è contenuto nella Corrente Originale, tutto quanto è contenuto all’interno di ognuno di voi.



Le due diversità possono collimare precisamente, ad incastro perfetto, tanto meglio che una verità che viene affermata a specchio da qualcuno che vuole sentire, che vuole subire, che vuole accettare senza fatica e senza nessuno sforzo.
La disponibilità ad accogliere, il cedere anche al concetto diverso, estraneo, alieno al tuo, porre tempo e spazio a disposizione affinché qualcosa avvenga, certi che sicuramente avvenga [………..]

Se comunque tu hai bisogno di donare qualcosa a qualcuno il tuo sforzo deve essere affinché questo dono ti appartenga profondamente, intimamente. Null’altro serve se non essere coinvolto e in verità ricercare.

Cerchiamo il corpo comune ora, cerchiamo di abbeverarci ad esso e [……………..] di energie [……………..]