venerdi sera gruppo di ricerca medianica e spiritismo

Quelli che sono morti non se ne sono mai andati sono nell’ombra che si rischiara e nell’ombra che si ispessisce I morti non sono sotto la terra sono nell’albero che stormisce, sono nel bosco che geme, sono nella dimora, sono nella folla Ascolta più spesso la voce del fuoco, odi la voce dell’acqua ascolta nel vento del cespuglio i singhiozzi è il soffio degli antenati I morti non sono sotto la terra, sono nel seno della donna. sono nel bimbo che vagisce sono nel fuoco che si spegne

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11 dicembre 2009

quattrodicembre 09

Questa sera desidererei partire da una affermazione che fece Emanuele e che io ritengo molto giusta, molto calzante al momento che stiamo vivendo.
Quando Emanuele parlava del corpo comune vi disse che l’essere insieme, la creazione del corpo comune, non era solo la somma delle vostre singole presenze ma era la moltiplicazione di esse e questo è molto vero, è molto reale; non vengono sommate le vostre possibilità, le vostre coscienze, i vostri grani di consapevolezza nella creazione del corpo comune, ma essi vengono moltiplicati, la somma aritmetica non basta, non è sufficiente a dare l’immagine di quello che è il corpo comune.
Io volli, per confermare questa affermazione, tornare, ripartire da quello che era l’individuo, l’individuo quale somma degli incontri che aveva fatto nella propria esperienza fino al momento della verifica.
Vi dissi che la presenza dei cari defunti…ma non solo…ma anche di coloro che attorno a voi ancora oggi attraverso il loro testimoniare la vita terrena vi hanno amato e vi amano…hanno contribuito a creare quella consapevolezza che appartiene alla vostra individualità, alla vostra possibilità, addirittura ancora all’espressione del libero arbitrio, che in fondo è la forma più pura, è la forma principale, la meglio definizione dell’individuo, la possibilità di esprimere attraverso il libero arbitrio e vi dissi che questa scelta è in qualche modo veicolata, è in qualche modo assommata a quelli che sono gli incontri attraverso le persone che vi hanno amato e che voi avete amato.
Pertanto questa coscienza che permette un’espressione di libero arbitrio sempre più matura, vi dissi, non è altro che la prima immagine di quello che sarà poi il corpo comune in un cerchio spiritico qual è il nostro; per cui il messaggio, per cui la testimonianza espressa attraverso il trovarvi nel corpo comune, il trovarci nel corpo comune va a esprimere un messaggio sempre più maturo che va a superare quelli che sono i limiti raggiunti fino a quel momento da parte dei singoli individui che decidono di cedere la propria possibilità, la propria potenza, la propria capacità a quello che è il corpo comune.
Capisco la difficoltà di riconoscere quale proprio il messaggio che viene espresso attraverso la mia voce quale frutto e testimonianza del livello raggiunto dal corpo comune; non può essere semplicemente riconosciuto e affermato quale proprio perché va proprio a superare quello che è il limite…anche se ricco, anche se forte della presenza di quegli incontri che, già vi dissi, in ogni singola individualità. Per cui se la prima moltiplicazione attraverso la somma dei grani di consapevolezza dell’individuo viene ulteriormente ampliata ed amplificata dall’offerta, dal cedere cosciente dell’individualità in quello che è il corpo comune, ancora un’altra volta, con un esponente sempre più alto e sempre maggiore si va ad esprimere quello che è il messaggio, la testimonianza, il succo, la misura di quello che è il corpo comune del cerchio spiritico.
Tutto ciò è funzionale a qualcosa di ancora più grande che non è altro che la Corrente Originaria
Ma per giungere alla comprensione di essa e d al riconoscimento della possibilità di essa si passa attraverso questi stadi che ho appena cercato di definire, anche se credo siano già patrimonio accettato ed affermato da parte di ognuno di voi.
Abbiamo la prima verifica che appartiene all’individuo, che appartiene all’individualità, che appartiene alla presenza nel momento dell’espressione della decisione attraverso ciò che è il libero arbitrio, ripeto, la massima e più pura affermazione dell’individualità. Nel momento in cui sarete in grado, attraverso il grano di consapevolezza, chiaramente e certamente, della somma degli incontri che contribuiscono alla vostra possibilità di scelta, affermandolo, riconoscendolo come propria condizione reale, vera, sarà possibile accettare quella che potrebbe essere l’espressione del corpo comune, ma se non avviene questo riconoscimento per ciò che è l’individuo, sarà più difficile, sarà più arduo accettare la possibilità del corpo comune.
Attraverso la verifica di esso sarà più comprensibile anche per il vostro mentale credere nella possibilità di un’espressione ancora maggiore e più eucaristica aldilà di quella che è la soglia della morte fisica.

Credo che sia uno schema, credo che sia un disegno, del quale però la vostra mente abbisogna.
Se a livello più profondo, se a livello intimo questa certezza già esiste, l’affermazione di essa passa attraverso la verifica a volte del raggiungimento dell’obiettivo prefissato, che è proprio lo strumento che vi porterà a cedere a quello che è il corpo comune, la comunione di intenti, l’espressione finalmente non proprio individuale ma affidata a quella che è la definizione dello stato che ci aspetta.
Quando si parla di grani di consapevolezza è anche la capacità, come per un rosario, di sgranare quelli che sono i chicchi di quella corona, afferrandone uno e portandolo aldilà, affrontando il secondo e di nuovo portarlo oltre. I grani di consapevolezza, già molte volte vi dissi, hanno la funzione di ricaricare quella che è la quieta certezza di muoversi nella direzione giusta oppure, attraverso un’espressione che è meno comune a voi, quella di alimentare la fede nella direzione affermata, accettata, riconosciuta come propria.
Il raggiungere la consapevolezza che ogni nostra individuale decisione è la somma degli incontri che fino a quel momento abbiamo raggiunto…verificare profondamente dentro di noi questa affermazione affinché la consapevolezza divenga veramente nostra, divenga veramente grano sgranato su quel rosario. Solamente questo passaggio ci porterà più facilmente a cedere in quel passaggio successivo che è il corpo comune, verificando attraverso quel cedere la possibilità di questo cedere e di questo essere moltiplicando le nostre presenze, lo ripeto, non solamente sommandole per esprimere davvero quell’energia che può valicare i limiti dell’essere incarnato, che può superare, che può abbattere quegli argini che la costringono e quei vestiti troppo stretti, troppo definiti, angusti.
La ricerca ha bisogno di sperimentazione, la ricerca ha bisogno di verifiche, le verifiche servono affinché la consapevolezza divenga grano caricato, acquisito. La difficoltà subentra nel momento in cui la magia del corpo comune esaurisce la propria espressione, nel momento in cui il messaggio ci viene posto, nel momento in cui quel messaggio che va a trascendere le nostre individualità ha da essere riconosciuto come anche proprio. Se mancasse anche una sola delle vostre componenti individuali sicuramente ciò che il messaggio ha espresso sarebbe ben diverso…ma non nei dettagli ma nella sostanza, perché se alla moltiplicazione manca uno dei dati, degli elementi, il risultato sarà sempre più piccolo di quello che penseremmo. L’insieme delle diversità, delle individualità, delle originalità, crea il messaggio espresso; affermare la propria partecipazione a quel messaggio, riconoscere la propria individualità in esso, è indispensabile.
Si può caricare o rendere meno presente l’individuale partecipazione al corpo comune, credo che sia possibile. Già vi dissi che nella ricerca si ha bisogno dello sforzo di colui che in verità ricerca ed è vero…e lo sforzo può essere alimentato, può essere riconosciuto, può essere cercato, perseguito.
Credo che lo………………………………….
In quale modo il facente parte al corpo comune può forzare la propria presenza, può arricchire, può rendere più presente il proprio essere nel corpo comune? Non certo attraverso la ricerca della definizione di quello che dovrebbe essere il messaggio comune; questo vorrebbe dire in qualche modo forzare qualcosa che non può essere raggiunto.
L’ambito, la possibilità di colui facente parte del corpo comune di forzare la propria presenza, di arricchirla, di renderla più attiva, presente, è sul riconoscimento della propria individualità. Molte volte io vi dissi – ma anche Emanuele lo fece – che la possibilità è attraverso l’espressione dell’individualità; non possiamo, non potete forzare il superamento dell’individualità…il superamento dell’individualità è un’azione che non porta sforzo, è semplicemente un’accettazione, è semplicemente un cedere alla bontà del disegno che abbiamo riconosciuto quale nostro.
Lo sforzo, la ricerca, è sempre in funzione della definizione dell’individualità, attraverso il riconoscimento di chi con noi esprime, delinea, definisce quella che è la nostra personalità, individualità, possibilità attiva di azione. Il vostro essere presenti attraverso un’espressione di libero arbitrio nel corpo comune non esiste, se non quale semplice accettazione del superamento dell’individualità e vorrei in questo modo cercare di spiegare ancora una volta quello che fu il momento dell’espressione del mio libero arbitrio.
Io, vi dissi, espressi una precisa decisione di libero arbitrio quando decisi di non incarnarmi, quando cedetti a questa mia scelta e cedetti la mia possibilità di agire concretamente attraverso un atto di volontà…ma ne fu uno solo, unico, semplice e fu quello di accettare la possibilità di non incarnarmi.
In qualche modo possiamo renderlo parallelo a quella che è l’accettazione del superamento vostro cosciente dell’individualità attraverso il cedere a quello che è il corpo comune.
Esiste un’unica, precisa espressione di libero arbitrio, quasi il premere il tasto di un interruttore che va ad azzerare quella che è la vostra presenza volente ed agente in quello che è il corpo comune. Ci accomuna questo momento, diviene molto simile e ci rende fratelli perché il movimento è lo stesso, ci proiettiamo in quella che è una condizione di non più azione…il nostro movimento non è altro che l’inerzia, l’azione del volano creato da un singolo movimento, da una singola decisione espressa dal libero arbitrio.
Fatto ciò, in qualche modo ciò che è la nostra essenza viene a muoversi per inerzia, seguendo la direzione e il movimento avviati attraverso il cedere al superamento cosciente dell’individualità .
Credo sia difficile per voi accettare una situazione di questo genere, per voi che ancora coscientemente utilizzate gli strumenti che appartengono all’essere incarnato, certi della potenza di essi, della possibilità di affermare e di negare, continuamente, in modo a volte anche contrario un attimo dopo averlo affermato.
Cedere al superamento dell’individualità, affidarsi a quella che è la Corrente Originale, è un concetto che non appartiene alla dimensione fisica e perché ciò avvenga una affermazione forte, certa, indiscussa, di fede nella direzione abbisogna…e tutto ciò non è negare, non è precludere la possibilità ma far sì che la individuale personalità e possibilità possa essere moltiplicata, a travalicare i limiti dell’essere fisico.
Non so se sono andato oltre….ma così sia…

Il corpo comune ora. Sentiamolo più forte, sentiamolo più possibile, più capace.

Non è sbagliato pensare e sperare che il messaggio possa affermare quella che è la mia consapevolezza raggiunta e se lo sforzo ha da far sì che ciò che io ho raggiunto possa divenire espressione comune e in qualche modo riconoscere che quello che ha da essere il messaggio del corpo comune sia la somma delle presenze, amplificate indubbiamente, ma che traccia di quelli che sono i miei grani di consapevolezza abbiano spazio, siano fondamenta assieme a quelle degli altri, di quella che è la somma del nostro essere assieme; solo in questo modo rafforzerò la fede di essere facente parte.
Abbandonare i timori dell’essere riconosciuto nella presunzione, di essere anch’io traccia e contributo, consapevolezza e anche sensazione fisica del grano che scorre tra le mie dita…..

Se non devono essere più i bisogni ad essere spinta e motivo per la ricerca e l’espressione del corpo comune, che siano le certezze….le dolci certezze del grano di consapevolezza.