venerdi sera gruppo di ricerca medianica e spiritismo

Quelli che sono morti non se ne sono mai andati sono nell’ombra che si rischiara e nell’ombra che si ispessisce I morti non sono sotto la terra sono nell’albero che stormisce, sono nel bosco che geme, sono nella dimora, sono nella folla Ascolta più spesso la voce del fuoco, odi la voce dell’acqua ascolta nel vento del cespuglio i singhiozzi è il soffio degli antenati I morti non sono sotto la terra, sono nel seno della donna. sono nel bimbo che vagisce sono nel fuoco che si spegne

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03 dicembre 2009

ventisettenovembre 09

Credo che sia facile rispondere al quesito del perché io sia in questo modo presente all’interno di questo cerchio: nel momento in cui affermo di avere una individualità in qualche modo, una caratteristica precisa, qualcosa che mi connoti, che mi definisca, quasi fossi anch’io una presenza fisica, individuale, all’interno di questo cerchio…risponde all’esigenza di questo cerchio.
La mia evocazione…anzi meglio, la mia manifestazione, è seguito ad una evocazione precisa, ad un bisogno espresso, ad un livello di ricerca raggiunto dal cerchio.
Siete stati autonomamente in grado di definire i primi barlumi di quelli che completano l’immagine di una energia che vada a differenziare l’energia costretta all’interno di un corpo fisico, avete colto la presenza di essere spirito, presente e manifesto nel cerchio spiritico da voi creato. Io non sono altro che l’evocazione di questa intuizione, di questa parvenza colta, riconosciuta ed affermata da questo cerchio.
Io in fondo sono la verifica dell’intuizione, io sono l’espressione concreta e manifesta di ciò che avete intravisto, percepito, riconosciuto e affermato; io rispondo a delle esigenze precise perché in quella dimensione alla quale appartengo tutto è compreso e tutto quanto contiene…ma diviene manifesto attraverso un modo, attraverso una partecipazione, attraverso una testimonianza soggettiva quasi di quell’energia, di quella dimensione che avete riconosciuto.
Avrei potuto essere in modo diverso, cambiando forse testimonianza, affermazione, traendo spunto, se le componenti di questo cerchio fossero diverse da quelle che sono, se le esigenze, le intuizioni fossero diverse da quelle che oggi sono qui manifeste.
Che scopo ha allora la mia presenza?
Se la mia presenza all’interno di questo cerchio risponde fedelmente a quella che è l’esigenza dei componenti di questo cerchio, di questo corpo comune, potremmo anche pensare o proporre che io sia la creazione di un bisogno, perché per quanto riguarda altre persone, altri uomini, altri esseri incarnati, siete in grado di affermare attraverso la possessione l’influenza e l’ingerenza negativa nella vita di un nomo… e per ciò che riguarda il vostro essere cerchio, cerchio in ricerca, non esiste questa definizione, ma neanche questo dubbio, questo timore.
Potrei benissimo essere la creazione di un vostro volere che soddisfi, colmi, complete quella che è l’abbozzo al bisogno di una teorizzazione del vostro sentire, qualcosa che vada a soddisfare il vostro percorso mentale attraverso dei tratti, dei disegni, un teorema al quale non esiste verifica quale equo risultato alla fine del percorso.
Tutto collima attraverso la mia presenza, giustifica lo sforzo della ricerca, giustifica l’energia e il tempo, lo spazio posto in essere attraverso la vostra ricerca.
C’è qualcosa che differenzia quella presenza che potremmo chiamare possessione da quella che è la mia evocazione all’interno di questo cerchio? Qual è il dettaglio che cambia completamente e radicalmente le due situazioni?
Indubbiamente il dettaglio – che poi non è un dettaglio ma sostanzialmente differenzia queste due possibilità – è intuire che esiste da parte vostra ancora la possibilità di essere attivi e presenti nella ricerca di questo cerchio.
È facile farsi sovrapporre, farsi in qualche modo costringere, impedendo la nostra scelta, attraverso un disegno, un fato, una giustificazione; nel momento in cui non viene preclusa la vostra possibilità di scelta e di ricerca la presenza è buona e attiva e va nella direzione giusta… nel momento in cui colui che ricerca e si ritiene in ricerca subisce l’ingerenza che impedisce la possibilità di esprimere il libero arbitrio allora qualcosa non funziona, l’ingerenza è cattiva, sbagliata.
Quando il timore di subire l’azione di qualcosa d’altro, di qualcun altro, di un’energia diversa, estranea, aliena all’essere uomo…pacificare la mente…soddisfare l’ego….
La seconda condizione è intuire l’apertura che viene data attraverso la mia presenza all’interno di questo cerchio.

Se io portassi risposte, soluzioni, definitive affermazioni, sarei danno, sarei guaio…ma se la mia presenza permette ancora la formulazione di un’altra domanda, bisogno di capire, bisogno di cercare….io propositivo………………………………………………………………………….

Faccio fatica ad accettare come qualcuno che mi ami colui che continua ad allargare la possibilità, continua a creare sempre più dettagli che in qualche modo dilatano il disegno.
Io posso anche capire che sia sbagliato chiudere, sia sbagliato definire concludendo quella che è l’immagine, ma a volte ne hai anche bisogno, non puoi continuamente allargare la possibilità; in mille rivoli la mia già scarsa energia rotola, gocciola, a terra si disperde.
Chiudiamo attraverso dettagli precisi, attraverso indicazioni che mi impediscano di disperdere sforzo, tempo. Sento che si avvicina il termine della possibilità, sento che la mia energia in qualche modo diluisce la sua possibilità, non percepisco la qualità a discapito della quantità…vorrei che chi mi ama coagulasse questo mio, a volte, stillicidio.
La ricerca non può essere infinita, i dettagli, i nuovi dettagli, fanno sì che quelli già acquisiti e collocati si disperdano nella memoria e non creino più senso accostati ai nuovi che continuamente sfilano, brillano, luccicano….e questo luccichio a volte ferisce i miei occhi, li rende stanchi, affaticati.
Il bisogno di pace, l’equilibrio, la sostanza del sentirsi a posto…sono tratti che vorrei tanto che chi mi ama mi potesse donare. Essere accolto tra le braccia di mia madre, protetto, affinché io possa tranquillamente abbandonarmi al suo calore. Mi è difficile riconoscere amore da chi continuamente pungola le mie affaticate possibilità. Un po’ di requie…serena pace…finalmente poter chiudere gli occhi sapendo che attraverso questo buio io possa ricaricare….tornare bimbo….riportato all’interno di quel corpo che mi ha partorito……decrescere…………………..