venerdi sera gruppo di ricerca medianica e spiritismo

Quelli che sono morti non se ne sono mai andati sono nell’ombra che si rischiara e nell’ombra che si ispessisce I morti non sono sotto la terra sono nell’albero che stormisce, sono nel bosco che geme, sono nella dimora, sono nella folla Ascolta più spesso la voce del fuoco, odi la voce dell’acqua ascolta nel vento del cespuglio i singhiozzi è il soffio degli antenati I morti non sono sotto la terra, sono nel seno della donna. sono nel bimbo che vagisce sono nel fuoco che si spegne

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14 ottobre 2009

noveottobre 09

Ciò che succede a coloro che tramite la morte superano la soglia, per coloro che –morti – non hanno completamente ceduto ed accettato questo necessario bisogno di lasciare tutto ciò che si è accumulato, pertanto andare ad aggrapparsi ancora a quelle che erano le certezze che nella vita li hanno sostenuti ed hanno in qualche modo indirizzato il loro cercare, il loro vivere, questo bisogno assoluto di….anche nel buio che la morte costringe…questo cercare di ritrovare questi capisaldi, queste certezze che attraverso il vivere hanno elaborato e attraverso l’elaborazione hanno sostenuto la loro certezza e sicurezza del loro vivere, così sta succedendo a voi.
Per colui che morendo è costretto ad abbandonare tutto ciò che possiede legato alla sensualità dell’essere uomo, anche per voi che ancora non trapassati cercate di cogliere, gettare lo sguardo aldilà della soglia, si pone lo stesso problema: la mancanza di punti saldi, la mancanza di certezze attraverso le quali sostenersi e mantenersi ritti anche in quella situazione che è il vuoto, il nulla dell’aldilà della soglia, il buio…questo bisogno di afferrare nuovamente, questo bisogno di scrollare ancora quelle certezze che ci hanno aiutato ad essere saldi nel nostro scegliere, nel nostro decidere di ogni giorno.
Ecco, ancora voi come coloro che disincarnati – già vi ho detto – voi vi trovate a cercare con forza questo vostro essere uomo, sentendo la possibilità che possa mancarvi, in quello spazio dove nulla è comprensibile, dove nulla è saldo ed affermato, quasi ad armarvi per questa esplorazione che non dà riferimenti. Cercate quei concetti, quelle affermazioni, quelle sentenze da poter utilizzare là dove il linguaggio non potrebbe mai servire, vi trovereste nel limbo di colui che è morto senza essere pronto.
Esiste una preparazione anche allo sguardo al di là della soglia, per chi ancora vive o rimane, nella condizione del cerchio spiritico.
Portare degli abiti per essere riconoscibili, delle protezioni per essere vulnerabili, è umano e comprensibile… ma questo ha la grande capacità di poter…

La tentazione dell’uomo di fede che si dà come obiettivo la ricerca dell’incontro con Dio oppure della Corrente Originale oppure di qualsiasi altra che possa raffigurare quella che è la condizione originale e il destino finale di ogni uomo, la tentazione – ripeto – è quella di dare un’immagine predefinita, basata su quelle che sono le convinzioni alle quali si è giunti attraverso la ricerca a volte di una vita intera, piena di entusiasmo, di buoni propositi e di fede alimentata…
La tentazione, ripeto, è quella di voler immaginare la veste di quel Dio o di quella Corrente Originale che Lo raffigura e Lo spiega per chi non vuole utilizzare immagini, definizioni che disturbino il libero cercare, pertanto già prima di cogliere, di buttare questo sguardo aldilà della soglia, il bisogno di definire, illustrare, connotare ciò che troverà aldilà è comprensibile – torno a dire – è umano.
Il raggiungere il risultato della ricerca, in fondo, lusinga il pensiero di credere che sia la definizione di quello che è l’auspicio che uno ha colto durante questa ricerca. Ma questa tentazione, ripeto, porta a quella situazione di limbo che accoglie l’uomo non pronto al trapasso.
Ciò che l’essere definito, l’essere umano incarnato, limitato pertanto nella sua possibilità, può cogliere al di fuori della sua condizione, è quella situazione che comprende tutto quanto il contrario di esso; la Corrente Originale per forza di cose comprende qualsiasi possibile realtà e se il bisogno è quello di riconoscerla per poterla afferrare nuovamente attraverso strumenti che appartengono all’uomo incarnato, creano la pazzia, il buio, l’impossibilità di comprendere e di percepire ciò che si trova in quello spazio raggiunto. Abbandonare, cedere, è la condizione indispensabile per poter giungere leggeri all’incontro, alla presa di coscienza, alla visione di ciò che si trova aldilà della soglia. Se così non avverrà, lo spazio non sarà raggiunto, la superficie di quella soglia diverrà smisurata, diverrà infinita e sarà uno spazio nel quale cercare nel buio ciò che ci manca. Essere disponibili a qualsiasi espressione dell’Essere Originale porta alla possibilità di coglierlo veramente.