venerdi sera gruppo di ricerca medianica e spiritismo

Quelli che sono morti non se ne sono mai andati sono nell’ombra che si rischiara e nell’ombra che si ispessisce I morti non sono sotto la terra sono nell’albero che stormisce, sono nel bosco che geme, sono nella dimora, sono nella folla Ascolta più spesso la voce del fuoco, odi la voce dell’acqua ascolta nel vento del cespuglio i singhiozzi è il soffio degli antenati I morti non sono sotto la terra, sono nel seno della donna. sono nel bimbo che vagisce sono nel fuoco che si spegne

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03 febbraio 2009

trentagennaio 09

Io sono convinto che la non-presenza di una guida, di qualcuno che conduca, indirizzi, dia un tema, l’argomento, dia maggior spazio, dia maggior possibilità di vedere ciò che c’è da vedere.
Essere guidati da qualcuno che è quasi arrivato, da qualcuno che decide di poter superare sé stesso per porsi in una condizione che non assomiglia neanche per nulla a quella che è la nostra oggi, ci permette di poter lavorare più proficuamente, io credo. E se poi la non-presenza è quella di un prete, tanto meglio.
Io di certo non sono quasi arrivato, non sono ancora pronto a morire anche se – di fatto – più vivo non sono. Questa non-presenza ci dà più possibilità di scalfire, di scrostare, di grattare per poter vedere attraverso quel vetro quasi sempre ben decorato con i nastrini per il Natale e le uova e i campanellini per Pasqua.
Parliamo di chi voleva ammazzare il proprio figlio per salvaguardare quella bella immaginetta che aveva indossato, curato, alimentato.
Gran padre di famiglia, ottimo componente di quella comunità, esempio fulgido…finche poteva permettersi di mantenere nascoste le sue trame, le sue tresche; benpensante, lucido e pio nell’affermare il peccato, nel condannarlo, nel chiedere rigore e condanna per chi peccava.
Ma quando sbattè finalmente il muso, quando si trovò davanti un figlio non voluto, anche il peccato più grave diveniva lecito per salvaguardare quell’immagine che lui si riconosceva. Non era importante ciò che pensava la madre di suo figlio, non era importante cosa desiderasse, cosa aspirasse per sé, per loro…ma era fondamentale coprire, celare, ammazzare.
Ma fortuna –sì – fu che, solo pochi giorni di paura, poi il solito ritardo lo salvò ancora. Rivestì l’abito, fu di nuovo fulgido esempio con più attenzione, con più sagacia, più cura ai dettagli.
Tutto è facilmente dimenticato, tutto è rigettato, allontanato.
Diamogli spazio, smascheriamolo, alla gogna portiamolo…siano le sue giustificazioni modo per muovere i nostri alibi.
Oppure affondiamo un poco di più e un poco meglio la ricerca in quello che è riconosciuto come lo spiritismo, il dialogo coi morti, l’evocazione dei defunti.
Portiamo qui, evochiamoli bruciando incenso affinché chi giunga qui con noi lo faccia con grazia, con piacere.
È sciocco pensare che…la ricerca………………………………………………..