venerdi sera gruppo di ricerca medianica e spiritismo

Quelli che sono morti non se ne sono mai andati sono nell’ombra che si rischiara e nell’ombra che si ispessisce I morti non sono sotto la terra sono nell’albero che stormisce, sono nel bosco che geme, sono nella dimora, sono nella folla Ascolta più spesso la voce del fuoco, odi la voce dell’acqua ascolta nel vento del cespuglio i singhiozzi è il soffio degli antenati I morti non sono sotto la terra, sono nel seno della donna. sono nel bimbo che vagisce sono nel fuoco che si spegne

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11 marzo 2008

settemarzo 08


Ancora, adesso io Emanuele, per il cerchio, il cerchio spiritico.

La spiegazione, il senso per ciò che dovrebbe essere lo spirito guida, è proprio racchiuso in quello che è il suo nome.
Lo spirito guida è quel compagno che si pone un pochino sempre più avanti di voi nella direzione giusta del vostro progredire, del progredire del singolo individuo, della singola entità, del singolo profondo affermare il libero arbitrio. Un poco più in là, perché questo essere un poco più in là ti porti ad essere sbilanciato in quella direzione e in qualche modo aiutato, quando ti abbandoni nella quieta convinzione di essere sulla strada giusta.
Difficilmente lo s. g. può essere una persona conosciuta, un parente, un amico…e questo non perché ciò sia sbagliato o sia inconcepibile, ma deve essere in questo modo per non dare traccia, per non dare codifica a questo movimento che non è altro che un lento cadere, un’inerzia…senza sforzo. Lo sforzo avviene nel momento in cui si esprime libero arbitrio, nel momento in cui si fa la scelta, nel momento in cui si decide.
Il progredire non è altro che accompagnare la spinta iniziale; vi feci l’immagine del razzo vettore…ma può essere anche quella della trottola. Nel momento in cui lo strappo viene dato a quella trottola, la forza esercitata con quello strappo dà un’inerzia che prosegue senza più bisogno…
Lo s. g. deve essere non conosciuto, non codificato, non riconosciuto. Il riconoscimento porta all’azione della mente, nuovamente porta al porsi in un certo modo, così come avveniva nel momento in cui il rapporto con questa persona era attivo, vero, materiale.
Questo disturberebbe, questo porterebbe nuovamente l’azione della mente, ma anche del sentimento e dell’emozione legata al ricordo, a qualcosa che ha creato un riconoscimento, un contatto.
Ciò che ci aspetta aldilà del nostro vivere non lo abbiamo ancora incontrato, non possiamo riconoscerlo perché non lo abbiamo mai incontrato, non lo abbiamo mai conosciuto, pertanto questo “nuovo” che ci aspetta, questo “diverso” che ci aspetta, ha le caratteristiche dello s. g.
Lo s. g., ho detto, si pone un pochino aldilà di quello che è il movimento creato dalla scelta del libero arbitrio. La direzione non è uguale per tutti e proprio per questo motivo io non ho mai parlato di angeli e non ho mai parlato di scelta divina, sacra.
Lo s. g. può accompagnare anche in una direzione che può essere contraria a quella che noi crediamo sia la migliore per noi stessi, lo s. g. non fa altro che porsi un pochino aldilà del momento che stai vivendo, nel quale ti trovi e ti trovi in movimento.
La scelta può essere anche una scelta diversa da quella della Luce, esistono s. g. anche in questo senso e rimangono con questo nome anche se la scelta può essere diversa, opposta…a volte contraria. Non stupitevi per quello che sto dicendo…è reale e io lo conosco.
Mai penseremmo che un amico oppure un parente possa porsi come s. g. in una direzione diversa da quella che è per la luce, per la bontà, per la giustizia. Credo nella bontà anche di una scelta che è diversa da quella che è la mia e può essere la vostra, nel momento in cui – e anche questo già molte volte ve l’ho detto – è una scelta libera, cosciente, reale.
Il peccato, il crimine, è non utilizzare la possibilità che è data all’uomo ed è il libero arbitrio.
La presenza, la percezione che l’uomo può avere dello s. g. , è sempre data su piani un poco discosti, distanti, e questo rimane importante perché attraverso la figura dello s. g. abbiamo la possibilità di specchiarci, di comprendere qual è il nostro reale aspetto.



Lo s. g. difficilmente esprime ciò che lui pensa, crede, persegue…ma il cambiare, il mutare del suo essere di fronte a voi dà delle risposte molto importanti. La sensazione che si trae dallo specchiarsi in esso dà misura di quale gradimento il suo cuore esprime.
Con tutto questo mio dire non è però che io intenda che esiste solo la presenza dello s. g. accanto all’essere incarnato; molte presenze affollano lo spazio intorno a voi, presenze buone ma anche meno buone che popolano lo spazio che anche a loro appartiene, e voi per loro siete la parte estranea di questo loro progredire…ma è giusto e importante che i due mondi si intersechino e che legami profondi leghino le presenze in questo spazio….
Capisco che possa avere in qualche modo disturbato, questo mio esprimere la possibilità dello s. g. anche per ciò che è il maligno, ma sono certo, pienamente convinto che esistano spiriti grandemente evoluti che possono agire in modo contrario e diverso da come noi crediamo di agire…e questa cosa non va a disturbare l’armonia del Disegno.
Forse sarebbe – questa armonia – disturbata se queste entità non ci fossero e non creassero contrasti, dissonanze, diversità…ma il credere che possano essere ostili a noi perché la nostra ricerca non coincide, è sbagliato. Esiste anche una rettitudine nel perseguire ciò che noi crediamo e chiamiamo Male…un’onestà, una lucidità.

Cerchiamo il corpo comune ora e in esso cerchiamo di armonizzare le nostre presenze, le nostre attenzioni, per creare quel corpo comune, che è la nostra magia, la nostra possibilità…
La catena….cerchiamo gli amici che con noi la compongono……………………………………


Io voglio essere qui con voi e cercare in qualche modo di confrontarmi con voi, anche se sento un po’ di difficoltà perché mi sento diverso e un poco estraneo.
Sento che a volte ciò che esprimo ferisce, ma non vorrei che così fosse; io voglio cercare di dire ciò che vedo, sento, per come io sono oggi…morto.
Essere qui con voi mi porta alla mente quella gran cerimonia che fu il mio funerale; dico “gran cerimonia” perché tutti quanti erano attenti e apparentemente presenti…tutti quanti per me!
Io, in quel pezzo di legno su quel catafalco, con quel prete vestito per l’occasione, la puzza dell’incenso (che mai ho sopportato),,,ma la cosa più buffa era la gente che si diceva lì per me.
Era facile per me cogliere i pensieri, gli sbuffi, i voli pindarici di quelle menti che cercavano di far passare il tempo, affinché finisse la voce petulante di quell’uomo vestito di viola avvolto in quel fumo…il desiderio che finisse tutto in fretta, che si potesse voltare pagina e terminare quella commedia.
Ma la cosa che mi faceva più sorridere erano i gesti scontati,che dovevano però apparire, dimostrare la presenza: lo sfiorare la bara,il chinare gli occhi, l’apparire contriti.
Un lungo funerale che ancora oggi io, da bravo attore, recito.
Sono stato in vita mal sopportato e mal sopportato in questo perpetuo funerale.
Vorrei che qualcosa avvenisse, il colpo di scena…io guitto sarei a scarnificare quelle maschere…..
La cosa che mi dà più sensazione di essere ancora vivo è riempire di aria….farlo con rumore……..



Una ciotola rovesciata sotto la quale io mi trovo, senza avere la forza di puntellare questo fondo che è divenuto soffitto reclusorio…di ribaltarlo…per essere nuovamente vivo………………………