venerdi sera gruppo di ricerca medianica e spiritismo

Quelli che sono morti non se ne sono mai andati sono nell’ombra che si rischiara e nell’ombra che si ispessisce I morti non sono sotto la terra sono nell’albero che stormisce, sono nel bosco che geme, sono nella dimora, sono nella folla Ascolta più spesso la voce del fuoco, odi la voce dell’acqua ascolta nel vento del cespuglio i singhiozzi è il soffio degli antenati I morti non sono sotto la terra, sono nel seno della donna. sono nel bimbo che vagisce sono nel fuoco che si spegne

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07 giugno 2007

primogiugno 07

Ancora, adesso io, Emanuele, per il cerchio, il cerchio spiritico.

Mi ha sempre dato piacere il rumore dell’acqua, in modo particolare quello della pioggia.
Mi dà la sensazione che tutto scorra, che tutto venga allontanato e rinnovato e quando ancora il mio corpo me lo permetteva, amavo rimanere sotto la pioggia e sentirmi da essa lavato.

Desidero, questa sera, indugiare un attimo e fare alcune riflessioni sui vostri discorsi. Cercherò però di allontanarmi dai discorsi di questa sera e, vorrei dire qualcosa su ciò che avete detto venerdì scorso, su ciò di cui avete discusso. Invito anche voi ad essere qui con me, nei vostri pensieri, con le vostre riflessioni – se desiderate fatelo parlando, ma potete farlo anche attraverso la mente – in modo che si possa creare un cerchio e io possa cogliere questo essere cerchio e voi possiate cogliere questo essere cerchio.
Ho la netta certezza che quando voi cercate di confrontarvi sulle mie parole, su ciò che è la mia testimonianza, vi è più facile di quando vi confrontate direttamente tra di voi.
Non esiste competizione con quella che è la voce di Emanuele e sui pensieri di Emanuele, mentre invece molto spesso, quasi sempre, questa competizione è presente nei vostri confronti, sul vostro modo di esporre, cercare di comprendere, cercare di spiegare, confrontarsi.
Venerdì scorso c’è stato uno sforzo da parte di qualcuno di voi, di cercare di chiarire qual è il proprio credo, di cercare di dare senso, immagine, a quella che è la traccia del proprio cercare. Ma è difficile e penso che non sia questo il modo – per questo cerchio – di confrontarsi e creare catena solidale.
Sarebbe molto semplice portare qui, all’interno di questo cerchio, la testimonianza di anime illuminate, di maestri che sono stati in grado di leggere quello che era il cercare e lo svolgersi della vita, del vivere dell’essere su questa terra, dell’essere incarnato…ma sarebbe inutile, sarebbe spreco di tempo. Io potrei parlarvi di quello che è da me riconosciuto come l’insegnamento da parte del mio maestro, ma difficilmente riuscirei a coinvolgere le vostre presenze, difficilmente riuscirei a creare catena forte. È per questo che avviene il gioco, è per questo che la presenza del bimbo è qui tra di noi e, attraverso il suo specchio, cerca immagini, presenze, voci, provocazioni.
Vi ho parlato del libero arbitrio…sì, di nuovo e ancora il libero arbitrio.
Ma cerchiamo di capire perché e in quale modo – in alcune occasioni – esso è stato da voi abbandonato.
È stato facile per voi farlo per l’amica C, è stato facile per voi abbandonare ciò che era l’immagine dell’obiettivo della vostra ricerca individuale, per portare in un corpo comune tutta quanta l’energia che…sì, come bene dice Abel, è un’energia limitata, pertanto ci deve essere un’economia ad utilizzarla…è vero, non è infinita l’energia alla quale l’uomo incarnato può attingere, e neanche per un essere disincarnato come me l’energia è illimitata. Ne esiste una quantità, una quantità….pertanto lo sprecarla sarebbe un peccato…e un grave peccato.
Economia nell’uso dell’energia; pertanto è per questo motivo che stiamo cercando il modo, il metodo, il filo comune che leghi tutti quanti noi affinché possa essere teorizzata questa energia individuale e amplificata nel momento in cui diviene comune.
Se è vero – come è vero – che l’energia individuale è limitata, è anche vero che l’energia individuale posta in un corpo comune viene amplificata e non è semplicemente una somma, ma diviene qualcosa di più…l’energia viene moltiplicata e, se non resa illimitata, è sicuramente una quantità che mai l’essere, l’individuo, potrà attingere rimanendo tale.
È per questo che vi invitiamo a ricreare cerchio, corpo comune, catena. Desideriamo che voi siate in grado di poter attingere a questa energia, poterla moltiplicare ed esprimere, perché vi è consentito, perché è consentito all’uomo poter fare ciò. Perché non dovrebbe esserlo a voi?

Torniamo al libero arbitrio. È proprio l’abbandono del libero arbitrio nel momento in cui si diviene corpo comune, che si ottiene questa somma, questa moltiplicazione dell’energia, fino a creare quel punto netto, pulito, originale, che diviene la comunione del corpo comune…ripeto, è l’abbandono del libero arbitrio.
Se però vado a misurare quelle che sono le occasioni del vostro abbandono del libero arbitrio, sono abbandoni che non sono mai appartenuti ad una scelta mentale, filosofica, ma a qualcosa che appartiene ad una dimensione più concreta dell’uomo, dell’essere incarnato.
Tante volte vi dicemmo – e non solo io – che l’uomo è la composizione di tre componenti: il corpo, la mente e l’energia primordiale o spirito, anima.
Ebbene, per voi è stato semplice abbandonare il libero arbitrio nel momento in cui il vostro corpo e, in parte, l’anello di congiunzione tra il corpo e la mente – che sono i sentimenti e le emozioni – sono arrivati ad accettare l’abbandono del libero arbitrio.
Pertanto sarebbe sciocco, sarebbe inutile, sarebbe perdita di tempo cercare di arrivare, attraverso la mente e quello che è il credo individuale di ognuno di voi, arrivare attraverso questi strumenti, all’abbandono del libero arbitrio. La mente subisce la scelta della componente materiale del corpo attraverso l’anello di congiunzione che è – torno a ripetere – i sentimenti, le emozioni…e in qualche modo, successivamente dopo questo passaggio, anche della mente.
L’educazione, la vita vissuta, le esperienze accumulate fino ad oggi, hanno fatto sì che la vostra mente abbia deciso, accettato delle regole, un’educazione, un modo…il modo corretto, la visione del giusto, ed è per questo che mi sento di dire che l’abbandono del libero arbitrio passa innanzitutto attraverso il coinvolgimento fisico, corporale e, poi, attraverso le mozioni, fino alla mente. Ma , se facciamo il percorso inverso, passando attraverso a quello che è il credo individuale per giungere alla mente e, poi, all’azione – per cui all’uso del corpo – non si ottiene risultato.
È per questo motivo che, in questo cerchio, quelle che sono le testimonianze attraverso i messaggi, non sono lezioni, non sono nozioni filosofiche, ma appartengono ad una dimensione ben più corporale…non voglio utilizzare il termine “bassa” o “materiale”, perché comunque la dimensione corporale ha uguale valore nella completezza dell’essere.
Il passaggio attraverso la dimensione materiale e poi quella mentale, per giungere ad una decisione completa di abbandono del libero arbitrio, cosciente, sentito e testimoniato, passa attraverso la parte più umana, lo strumento più facilmente definibile dell’uomo. È per questo che le domande che a volte sento che vengono poste in questo cerchio, i dubbi riguardo alla qualità e livello del messaggio, mi paiono suoni senza senso.
Il gioco del bimbo ha come scopo di poter entrare, di poter aprire, creare disponibilità, fino a giungere al cedere disponibilità, accettazione, scelta, fino a giungere all’offerta dell’energia per creare un corpo comune.
….sto facendo fatica a sentirvi tutti quanti qui con me….
Sì, sono d’accordo, è vero, il confronto può avvenire poi anche dal punto di vista filosofico, di scelta, di ricerca, ma sarà un passaggio successivo; come già ben vi ho cercato di dire venerdì scorso, è fondamentale che riusciamo a creare la catena, il corpo comune, perché solamente in questo modo riusciremo a rendere comuni le vostre possibilità energetiche, slegandole dal limite che l’individuo crea.
Non è importante che la visione divenga comune, l’obiettivo è il corpo comune, sia esso variegato di mille colori, cacofonia di mille suoni, ma un unico, certo, corpo comune.

Visualizziamo lo stagno ora, formiamo la catena attorno ad esso.
Abbiamo scelto un obiettivo, abbiamo affilato punta di bulino, cerchiamo di farlo agire.
Sia questo nostro essere assieme, corpo comune, per R , questa sera.
R la poniamo là, al centro dello stagno; la superficie è tranquilla, sentiamo gli amici che con noi compongono la catena, cerchiamone le presenze…………………………………………………
Cerchiamo ora R, sarà F il nostro tramite, è a lui che offriamo questa energia che sentiamo nostra.

Lasciamo ora R, manteniamo ora calmo e tranquillo lo stagno all’interno di questa catena.
Cerchiamo di cogliere delle altre presenze, permettiamo ad esse di utilizzare il nostro essere qui.
Cercate immagini…suoni….colori….


Mi sono sempre saziata della bellezza, della perfezione della natura, quando ero in vita….ma oggi ne colgo l’armonia, la perfezione, la sottile trama.
Anche quelli che sono i disturbi, le incertezze della sofferenza degli amati che lasciai, hanno trovato senso, posto, collocazione.
Vorrei poter tanto chetare…lenire…ma così è.
Anche la cosa giusta può far soffrire….

Visualizziamo nuovamente la catena, ringraziamo gli amici che sono stati con noi, grati della loro presenza.

È tempo,è tempo per me ora di terminare.
A voi tutti il mio saluto….arrivederci.