venerdi sera gruppo di ricerca medianica e spiritismo

Quelli che sono morti non se ne sono mai andati sono nell’ombra che si rischiara e nell’ombra che si ispessisce I morti non sono sotto la terra sono nell’albero che stormisce, sono nel bosco che geme, sono nella dimora, sono nella folla Ascolta più spesso la voce del fuoco, odi la voce dell’acqua ascolta nel vento del cespuglio i singhiozzi è il soffio degli antenati I morti non sono sotto la terra, sono nel seno della donna. sono nel bimbo che vagisce sono nel fuoco che si spegne

Nome:

11 aprile 2007

seiaprile 07


Ancora, adesso io, Emanuele, per il cerchio, il cerchio spiritico.

Tante informazioni, tanti dettagli a volte complicano la lettura dell’immagine che si cerca di definire, perché si pensa che più dettagli si vadano ad aggiungere a quello che è il disegno, a quella che è la traccia, sempre meglio, sempre più possibile la lettura avvenga…ma così non è, a volte…capisco…
Questa sera desidero parlarvi della visione sgombra. So che è un argomento che ho già affrontato un paio di volte con voi, ma vorrei questa sera parlarne di nuovo, cercando di dare un ulteriore senso alle parole che già vi ho detto, collegate a ciò che state vivendo in questo periodo, in questo momento. Quando vi parlai della visione sgombra, era una prerogativa che apparteneva all’uomo che moriva, all’uomo che passava ad una dimensione che non era più quella terrena, ma che apparteneva all’essere disincarnato, allo spirito…e vi parlai di visione sgombra per ciò che riguardava la vita vissuta.
È vero, è così, credetemi, avviene in questo modo e avviene sicuramente per tutti quanti, per tutti coloro che muoiono, perché lo spegnere, il disattivare quelli che sono i sensi, gli strumenti che l’essere incarnato è stato abituato ad usare fino ad allora, lo spegnere, lo zittire questi strumenti, porta a una visione diversa da quella che è stata fino ad allora, la percezione non è più al di fuori dell’essere ma comincia a entrare all’interno e questo perché, non avendo dettagli al di fuori, non avendo luci, suoni, odori, dimensioni, per forza di cose avviene questo entrare all’interno…e questo mutare atteggiamento, forzando il mutamento – perché non esiste altra possibilità se non questa via – porta a quella che io ho chiamato la visione sgombra.
Si comincia a intravedere, si comincia a definire un’immagine che non è immagine, si inizia a cogliere ciò che ho chiamato la visione sgombra; in questo attimo si è in grado di capire, di vedere – non con la vista – di riconoscere ciò che è stata la vita fino a quel momento, e i colori non sono dubbi, i suoni non hanno interpretazione, le dimensioni non sono da definire…è così come è. Non esiste alternativa a ciò che si vede perché non esiste alternativa, credetemi…è l’essenza di ciò che è stata la vita fino ad allora, è una presa di coscienza che avviene – parlando di tempo – in attimi che si svolgono…però avviene…e con piena riconoscenza si va ad afferrare ciò che è stata la vita fino a quel momento.
Non c’è modo di giudicare, non c’è modo di interpretare, non esiste paragone; è un cogliere ciò che è…nulla più… visione sgombra perché non esistono filtri, visione sgombra perché non esistono interpretazioni, giudizi…visione sgombra perché ciò che è stato e che è ancora, è lì…non esiste fretta, non esiste divenire, non esiste urgenza ma solo livelli sempre più profondi di riconoscenza, di identificazione, di appropriazione. Questo è l’inizio, è l’abbozzo dell’uso di strumenti nuovi che appartengono – come prerogativa – solamente all’essere disincarnato.
Come prerogativa, perché fisicamente, possiamo dire, materialmente l’essere disincarnato non può che utilizzare che quegli strumenti, abbandonando ciò che furono gli strumenti propri dell’uomo incarnato e inizia un addestramento nuovo. Se è vero che vi ho detto che questi sono i sensi che appartengono all’essere disincarnato, ciò non vuol dire che attraverso la vita terrena non si possa intuire ciò che sarà il momento dopo la morte – vi ho già detto che attraverso il sogno è possibile, ma anche attraverso l’incontro con esseri disincarnati, lo spiritismo è la finestra – ma questo voi già ben lo sapete.
Visione sgombra, torno a dire…arrivare a padroneggiare questa capacità dà un’euforia molto particolare; scoprite, l’essere disincarnato scopre di avere una forza, un’energia nuova, non limitata da un corpo fisico, però il ricordo di ciò che era il mondo è ancora vivo e questi attimi che – vi ho già detto – servono per prendere possesso, riconoscenza di questa nuova dimensione, possono divenire più lunghi o più corti a seconda di ciò che è stata la preparazione al trapasso.
Vi ho già detto altre volte che la preparazione alla morte è possibile; lo spiritismo è un’ottima scuola, il rapporto con i defunti è un ottimo sussidiario, ma trovarcisi, essere lì, sguarniti delle armi, degli strumenti che fino a poco tempo prima avete usato, rimane comunque una sensazione molto particolare ma, credetemi, lentamente attraverso questi attimi di preparazione, si va a superare, si acquisisce quella forza, quella sensazione di forza che la visione sgombra dà.
È un momento particolare che – per quello che mi riguarda – andò a soddisfare un bisogno che da uomo incarnato ebbi: io cercai molto nei libri, io cercai molto la conoscenza, cercai molto la lettura di ciò che avveniva attorno a me, nel tempo, nello spazio. Ero molto curioso…e il passaggio successivo della visione sgombra è quello di arrivare ad appropriarsi di ogni singola nozione che appartiene al Tutto; arrivando a sperimentare, a padroneggiare ciò che è la visione sgombra dopo la morte, il passaggio successivo è di arrivare ad una visione sgombra che va a cogliere tutto e il contrario di tutto.
Io so per certo che liberarsi da quelle che sono le limitazioni dell’essere, dell’individuo, dell’individualità della singola bolla, si può andare a cogliere ogni singola nozione, perché ogni singola nozione appartiene all’essere. Fui in grado di leggere il passato, fui in grado di leggere il futuro, fui in grado di essere in ogni posto, ovunque. È difficile spiegare questa sensazione, perché non appartiene a canoni, a concezioni, a modelli che appartengono al vostro modo di pensare, ma realmente fu un’esplosione e in questa esplosione io colsi tutto quel che c’era da cogliere della visione sgombra, di ciò che è. Il primo pensiero che già colsi in qualcuno di voi fu…..forse è presto per parlare di quello che sto dicendo, ma voglio comunque farlo, questa sera.
Molti di voi si sono domandati perché io non sono in grado di dare a voi l’intuizione. Se io sono in grado di leggere dentro di voi con visione sgombra, dovrei anche essere in grado di dare ciò che state cercando, ciò di cui avete bisogno, ciò che soddisfi il vostro cercare…ma è impossibile fare questo ed è impossibile proprio perché è impossibile andare a superare ciò che è il libero arbitrio….di nuovo.
Non è che è impossibile perché io non voglio o mi è proibito farlo, ma proprio perché è impossibile che ciò avvenga. Il libero arbitrio è probabilmente l’unica barriera fisica, reale, concreta che esiste, e a nessuno è consentito superarla…ma non perché c’è qualcuno che lo proibisce o impedisce che avvenga ciò…ma proprio perché è impossibile. Non so in che modo potervelo spiegare..ma non c’è modo, non esiste.
La visione sgombra ha come unica funzione di riconoscersi, di comprendere.
Com’è possibile, per l’essere incarnato, arrivare a superare i limiti che la condizione fisica pone?
Non può avvenire attraverso l’aiuto di un essere disincarnato, questo ve lo posso assicurare, ve lo ripeto nuovamente, però è possibile arrivare a comprendere la possibilità del superamento di questa barriera…con l’intuizione, il sogno, la leggerezza……………..
Io vi invito, non aspettate che sia mai qualcun altro ad essere in grado di dare a voi visione sgombra…è impossibile. L’essere incarnato può arrivare alla visione sgombra, sì, certo, ne sono più che convinto, ma solamente attraverso l’espressione del proprio libero arbitrio, mai attraverso la volontà di qualcheduno altro o comunque l’espressione del libero arbitrio di qualchedun’altro.
Non ci sono molte regole, leggi, che amministrano ciò che è il tutto e il divenire, ma sicuramente quella del libero arbitrio è certa, ciò che avviene per ognuno di noi è scelto individualmente da ognuno di noi.
Subire dolore, provare gioia, cogliere l’intuizione, fare del male a qualcuno…è scelta individuale, volente, pura espressione di libero arbitrio…l’influenza di altre persone, di altri fattori, è permessa solamente attraverso l’espressione del proprio libero arbitrio.
Io sono qui, parlo con voi, solamente perché l’espressione del vostro libero arbitrio ha permesso ciò.
Io colgo brandelli di volontà attraverso una disponibilità che viene posta qui, in questo cerchio…non potrebbe essere diversamente, credetemi. Il libero arbitrio è espressione di divinità, il libero arbitrio regola, il libero arbitrio è armonia che lega, è infrastruttura, gabbia, sostegno e l’affermazione di ciò che fu l’originale e che sarà l’originale..sarà l’espressione di tutti quanti gli individuali liberi arbitrii.
È un percorso forzato, ma non perché è limitato da situazioni fisiche e da volontà ma perché non potrebbe essere diversamente, così è strutturato e così dovrà essere; l’espressione di ciò che fu l’originale ritorno ad esso non può che esprimersi in questi termini, non esiste alternativa. Io sono in grado di leggere solo nel momento in cui uno l’ha permesso. Vi dico un’ultima cosa prima di iniziare ciò che è il nostro c. c. e riguardo la voce di quel bimbo “io c’ero, io ho visto, ma c’eravate tutti e c’era anche qualcuno al di fuori di questa stanza che si aspetta che io faccia qualche cosa”. È l’intuizione, a voi esprimere volontà di coglierla, misurandola, vestendola, scrivendo il proprio nome su di essa. Questo è il modo. Il libero arbitrio individuale è uno strumento molto potente, con regolazioni a volte così sottili e minute che appaiono non esistere. Ma il gioco dell’individuo è proprio quello di andare a lavorare su quel cursore che permette, dà… attraverso il movimento di questo cursore, su scatti infinitesimali, sfugge a volte la disponibilità alla lettura… e io c’ero, ma tutti voi c’eravate e su quel tavolo qualcosa si muoveva, era grande e rosso, e io l’ho visto, ma tutti voi c’eravate.

Il nostro stagno ora. Cerchiamo la catena, la nostra catena.
La superficie dello stagno è ferma e noi tutti attorno a questo stagno ci troviamo, in una posizione comoda, rilassata. Ci sentiamo tranquilli, protetti…sempre di più cediamo protezione, attenzione, filtro…non ci servono, il luogo è protetto, amico. La catena ci protegge, la catena è forte, solidale.
Dal centro dello stagno parte un’onda e si avvicina a noi fino a toccarci…ci muove, ci coinvolge, ci lega…poi pian piano ci supera e va a toccare tutti gli amici che sono qui con noi, che desiderano aiutarci, amarci.
Sentiamo che quest’onda li tocca, li coinvolge, li lega a noi per creare questo corpo comune.
Un’altra onda parte…è una vibrazione…anch’essa ci raggiunge, entra in noi. Facciamole spazio, diamole modo di risuonare, di indugiare dentro di noi, di cercare…
Cerchiamo di sentirla questa vibrazione, ci muove, pone anche noi in vibrazione…è percepibile….

….ho sempre temuto la morte. Prima temevo la sofferenza e rimasi stupito quando invece la sofferenza era solo apparenza, era solamente ciò che percepivano gli altri che attorno a me si trovavano; io non la sentivo, era solo il mio corpo che reagiva ad essa con scatti, convulsioni, tremori…
ma il cogliere questo non mi ha fatto perdere la paura di morire…pensai allora di come in difficoltà si sarebbero trovati chi lasciavo…chi lasciavo orfani del mio aiuto…quanto ancora avrei dovuto dare a loro. Ancora non ero riuscito a dire quanto li amavo, perché la mia difficoltà era cercare di definire cosa voleva dire questa affermazione; non volevo che fosse un suono, una vuota affermazione. Volevo riuscire a trovare il modo di dare loro senso al mio amarli…e questo non essere stato capace di definire questa cosa iniziò a farmi rodere il tarlo che avrebbero trovato qualcuno che sarebbe stato in grado – così come io non fui – di amarli e dire loro di questo amore.
Ma la morte si avvicinava e un’altra paura si parò vicino: sentii che sarei rimasto indifeso.
Iniziai a fare un elenco di chi non volevo partecipasse alla mia dipartita, di tutti coloro dai quali avevo ricevuto solo ostilità, menzogna…e mi affannai a redigere diligentemente questo elenco, ma poi mi accorsi che non sarei mai stato in grado di pretendere l’esecuzione di queste mie volontà.
Sentii freddo, mi sentii scoperto, sentii che non sarei stato in grado di proteggermi da questa ostilità.
Un gelo prese a salire dentro di me, su quel letto tutto addobbato non sentii a me vicino nessuno…
I miei figli…lo capii..non fui in grado di dire a loro quanto li avessi amati. Per forza di cose se ne andarono, già avevano trovato chi avrebbe potuto amarli e tanto più lo avrebbe potuto dire che li amava. Ho paura della morte…paura di rimanere solo…chi mai mi proteggerà?
Ma il mio elenco l’ho ancora lì e, credetemi, è ben lungo……ho paura della morte…..
………………………………………………………………………………………………………..
Ringraziamo gli amici che sono stati con noi.
È tempo, è tempo per me ora di terminare.
A voi tutti il mio saluto, arrivederci.