venerdi sera gruppo di ricerca medianica e spiritismo

Quelli che sono morti non se ne sono mai andati sono nell’ombra che si rischiara e nell’ombra che si ispessisce I morti non sono sotto la terra sono nell’albero che stormisce, sono nel bosco che geme, sono nella dimora, sono nella folla Ascolta più spesso la voce del fuoco, odi la voce dell’acqua ascolta nel vento del cespuglio i singhiozzi è il soffio degli antenati I morti non sono sotto la terra, sono nel seno della donna. sono nel bimbo che vagisce sono nel fuoco che si spegne

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07 aprile 2007

trentamarzo 07


Ancora, adesso io, Emanuele, per il cerchio, il cerchio spiritico.

Vorrei rimanere ancora un poco su questa immagine dell’otto, perché credo che sia un’immagine, uno schema, una rappresentazione che può aiutare molto nella comprensione di quella che è l’esperienza dell’essere.
Il punto centrale dell’otto, punto magico, punto iniziale, punto originale al quale tutti quanti gli esseri tendono a raggiungere e ad esprimere coscienti quella purezza che proprio l’originalità dà, ma è difficile riuscire a trovare l’equilibrio per potersi assestare in quel punto originale e sentirsi comunque essere vivente…
Questo punto centrale è anche la congiunzione tra quella che è la dimensione corporale, umana, materiale, e quella di noi esseri disincarnati, spirituale, spiritica.
Esistono uomini che affrontano la loro esperienza terrena come una corsa che porti il più veloce possibile a quella che è la dimensione spirituale, credendo che giungere a questa dimensione spirituale sia il raggiungimento, il completamento di quello che è l’esperienza dell’essere, dell’uomo. Così non è, credetemi, e la mia presenza qui tra di voi – che rappresento in qualche modo non purezza dei cherubini o soavità degli angeli, ma tribolazione a volte, di un essere che ancora sta cercando e arrabattando per cercare di comprendere, comprendere e…ancora comprendere – questa mia presenza, dico, qui tra di voi, vi deve dare l’immagine che questa dimensione alla quale io appartengo, la dimensione spiritica, non deve essere fraintesa come il raggiungimento, la completezza. È semplicemente un nuovo stato, che tende a cercare di nuovo l’equilibrio di quel punto originale; l’equilibrio in questo punto originale, è proprio l’equilibrio – è il termine giusto – fra le due componenti: l’essere materiale, incarnato, l’uomo, e l’essere disincarnato, lo spirito, l’angelo.
Questo equilibrio è difficile da assestare ed è proprio cercando di dare peso a queste due componenti che si riesce a creare questo equilibrio. Vi ho detto, esistono uomini che iniziano il loro percorso terreno preparandosi ad una corsa che li porti il più velocemente possibile a quella che è la morte nel bene, nel giusto: la giusta morte. È sciocco, è cieco…e pensate che si attrezzano, si schierano, si riconoscono, si travestono…ed è un errore madornale. Io ho fatto questo errore, credetemi. Quando io vi ripeto tante volte che la mia vita è stata strozzata, è stata spezzata da una morte troppo repentina..è proprio questo che voglio dire.
Io vedevo nella morte, nella possibilità della morte, la realizzazione del mio essere incarnato, la santificazione del martire! Quanto sciocco era questo mio pensiero!
Io non avrei dovuto vestirmi di panni bianchi, candidi, e pormi, ergermi al di sopra di quelli che erano i miei giudici; tanto sapevo, ero certo che avrei trovato la mia canonizzazione. Ma è sbagliato tutto ciò, credetemi, ed è per questo che io oggi mi trovo qui tra di voi proprio a cercare di ricreare, di rendere manifesta nuovamente questa situazione che ha creato in me difficoltà…ma non solo difficoltà…io oggi la considero sbaglio e peccato, vi ho già detto più di una volta.
Io non dovevo abbracciare la sorella morte, io avrei dovuto essere in grado di confrontarmi anche con coloro che erano diversi da me e cercavano di giudicarmi e io, per farlo, per confrontarmi con loro, non ho fatto altro che giudicare a mia volta quali erano le loro intenzioni, senza permettermi neanche di cercare di intravedere ciò che era aldilà della manifestazione, dell’apparenza, della commedia che era stata messa in atto e, credetemi, lo era stata proprio per me, a mio uso e consumo. E io caddi…e peccai, credendo nella via d’uscita della morte che santificava. Quasi l’ho cercata…sicuramente l’ho desiderata. Questo per permettermi di pormi ulteriormente al di sopra di chi mi stava giudicando, ed erano i miei fratelli…cieca presunzione, boria…
Quando vi dico che l’esperienza terrena, materiale, ha da essere espressa al massimo, mi torna in mente Serafino – ne parlò R – quando disse che prima di morire chiedeva di non morire perché non aveva ancora sofferto abbastanza.
Aveva capito quanto era importante esprimere anche il dolore, la sofferenza…esprimere al massimo quella che era la richiesta terrena, materiale, dell’essere incarnato.
Se il tutto è la gioia e il dolore è il suo contrario
se il tutto è la bellezza e il suo contrario è la bruttezza
se il tutto è amare e il suo contrario è odiare
afferrare, fare proprio per poter lasciare la terra come abiti smessi – così come già vi disse A – spogliarsi, ripiegare i propri vestiti e appoggiarli a terra, per poi passare oltre.
Io non fui in grado, mi credevo superiore, mi credevo giusto. Potevano essere anche mille, potevano essere anche tutti a pensarla in modo diverso da me, ma io ero il giusto, io ero colui che aveva capito e non aveva senso che io confrontassi il mio essere giusto con chi non era in grado di neanche intravedere…
Boria, sciocca presunzione, limite, cella che mi ha rinchiuso e mi ha impedito…
L’otto. Utilizzate questa immagine perché veramente è in grado di dare misura, idea, concetto.
Il superamento della condizione materiale e sconfinamento in quella che è la dimensione spirituale, è anche il sogno. Attraverso il sogno si è in grado di appoggiare a terra i propri abiti, passare attraverso il centro e porsi, affacciarsi in quella che è la dimensione spirituale…dimensione spirituale che però vorrei che fosse importante che voi capiste che già vi appartiene, oggi. Non è che diverrà cosciente e reale solamente dopo la vostra morte, ma già vi appartiene, ha le vostre misure, ha le vostre dimensioni, le vostre capacità, i vostri limiti.
Attraverso il sogno siete in grado di passare attraverso il centro e sporgervi al di là e attraverso i filtri che sono la coscienza sveglia, vi danno misura, così come io, da essere disincarnato vi do misura della vostra dimensione. Quando io, venerdì scorso, vi dissi che sono certo che in ognuno di voi esiste questo centro, proprio perché dentro di me c’è e l’ho riconosciuto, deve essere concetto che anche a voi deve appartenere. Nel momento in cui accettate la mia presenza qui tra di voi, dovete dare come assodato e cosciente il vostro essere spiritico, spirituale…chè altrimenti ci prenderemmo in giro.
Io ho dato la mia disponibilità sgombra, completa, profonda, ad accettare il vostro centro originale; sia così anche per voi riguardo alla dimensione alla quale io appartengo e alla quale anche voi apparterrete..e coscientemente e realmente apparterrete. C è stata un’ulteriore prova, lo deve essere ancora oggi , della vostra certezza, sicurezza, direzione. L’equilibrio fra le due componenti porta alla realizzazione dell’essere, ho detto; provate a pensarci proprio figurandovela, questa immagine.
L’equilibrio non sarà dato da due pesi però – vorrei che fosse chiaro – ma da due leggerezze. Se attraverso il vostro vivere da esseri incarnati andrete a riappropriarvi di ciò che vi appartiene, per poter rientrare dovrete farlo attraverso l’abbandono di questi pesi, vi ho detto, e se non sarete in grado di farlo, arriverete, giungerete già con un disequilibrio al punto centrale di questo otto e sarà impossibile che riusciate…….
C’è chi crede che vita dissoluta possa essere compensata da una conversione, da una missione, da una scelta spirituale…così non è.
La negazione di una cosa non è l’affermazione dell’altra, assolutamente, ma sarebbero due affermazioni o due negazioni, sarebbero confusione, caos, sarebbero cozzare…….

Perché lo spiritismo? Quale traccia esiste dentro di voi, quale bisogno vi porta a professare lo spiritismo, quale mancanza? Quale posto vuoto, quale cavità ha invitato?
So che è un vostro desiderio avere presenze nuove in questo cerchio, ma come vi ho già detto, dovrete essere in grado di afferrare quella mano che state cercando e condurre al centro del cerchio chi desiderate sia evocato. Non possiamo, a nessuno di noi è consentito prevaricare, superare, violare ciò che è il libero arbitrio.
Cercate di trovare sicurezza alla possibilità, attraverso il corpo comune; cercate veramente di far risuonare quella vibrazione dentro di voi. Il suono varia a seconda delle cavità che incontra nel suo progredire.
Aiutate chi vi ama e lui sarà in grado di esservi nuovamente accanto.
Cerchiamo la catena, ora.
Cerchiamo di sentire gli amici che qui con noi la compongono; sentiamoli presenti, desiderosi, forti, capaci. Crediamo nel loro aiuto…è attraverso il nostro essere assieme che saremo in grado di creare questo corpo comune….da soli non saremmo in grado……………………………………………….

…io ho visto…ho visto ma non capivo. Ma avevo visto…era…era chiaro ciò che vedevo…non capisco perché gli altri non vedessero! Era grosso, rosso, e non stava fermo….ma non sono stato io a farlo caricare….c’eravamo tutti! E c’era gente anche nell’altra stanza…per me stavano a sentire e si aspettavano che io facessi qualche cosa…perché poi?
….io ho visto…………………………………………………………………………………………..

Lasciamo ora la catena, salutiamo gli amici che con noi sono stati e ringraziamoli.

Io vorrei che il nostro incontrarci riesca a creare una…un bisogno, un disequilibrio, una ricerca….e che fosse in grado di darvi spunto per poter cercare…
Un’ultima cosa prima di andare: cercate di non commettere l’errore che io feci quando mi credei superiore, giusto. Non lo si è mai. Non lo ero allora, non lo sono oggi e non lo siete voi.
Rispettate e caricate comunque quelle che sono le esperienze di altri…cercate di fare in modo che nel confronto con l’altro non sia solamente ciò che contrasta il vostro cammino che crei la vostra accettazione. L’incontrare l’essere diverso non per forza è il cozzare di due visioni, ma se sarete in grado di rallentare e adeguare la vostra andatura a chi a voi si accosta, il confronto potrà essere prodigo di energia.
Ciò che voi intravedete è solo una parte, è solo la punta…permettetevi il lusso di scendere in profondità. Ne trarrete beneficio…….

È tempo…tempo per me ora di terminare.
A voi tutti il mio saluto, arrivederci.