venerdi sera gruppo di ricerca medianica e spiritismo

Quelli che sono morti non se ne sono mai andati sono nell’ombra che si rischiara e nell’ombra che si ispessisce I morti non sono sotto la terra sono nell’albero che stormisce, sono nel bosco che geme, sono nella dimora, sono nella folla Ascolta più spesso la voce del fuoco, odi la voce dell’acqua ascolta nel vento del cespuglio i singhiozzi è il soffio degli antenati I morti non sono sotto la terra, sono nel seno della donna. sono nel bimbo che vagisce sono nel fuoco che si spegne

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07 marzo 2007

duemarzo 07


Ancora, adesso io, Emanuele, per il cerchio, il cerchio spiritico.

È mia intenzione di parlare sempre di meno di C., ma questo non perché non voglia farlo oppure perché ci sia motivo di particolari per non farlo. È che è importante che la mancanza di C., venga da voi percepita individualmente, attraverso quella traccia luminosa che la mancanza di C. rende ancora più visibile e questa traccia luminosa che è dentro di voi potete coglierla, misurarla, farla vostra, riconoscerla come parte intima ormai ben radicata dentro di voi.
Non era la figura di C., la figura di C., non è la figura di C., la persona di C. che connota questa traccia luminosa dentro di voi, ma è proprio la mancanza dell’amica che rende forte, percepibile, preziosa questa traccia che è dentro di voi… e non è la traccia che appartiene a C. solamente, ma è una traccia che appartiene a voi, fa parte… ben precisa parte… del vostro intimo, del vostro bagaglio, del vostro essere.
È per quello che io cercherò di parlare meno di C., proprio perché voi arriviate a riconoscere come vostra quella traccia che è dentro di voi e che mai più vi lascerà e, ripeto, è proprio la mancanza di C., che la rende così forte, luminosa, preziosa.
La soglia, ho detto… sì, la soglia è effettivamente la morte, e voglio essere chiaro nel mio dire, però.
La soglia è un punto che non potrete, con le vesti che vi appartengono ora, mai superare. È solamente chi muore che può passare aldilà di questa soglia.
Per chi, come voi, pratica lo spiritismo, è consentito di affacciarsi a questa soglia e dialogare con il mondo che appartiene all’altra dimensione, a quella dimensione che è proprio aldilà di questa soglia… sì, ancora.
Non cercate mai di pensare di poterla superare, è impossibile, non è consentito, è veramente un limite preciso, fisico, come il vostro essere fisico è. Voi potete affacciarvi alla soglia…
È importante anche per i trapassati questa soglia e ciò che è il limite che essa pone. Quando un amico, una persona amata muore il passaggio è preciso, reale, fisico, concreto… ma il ricordo, i legami, le tracce che legano questo essere trapassato a ciò che è stata la sua vita da incarnato, creano difficoltà in questo passaggio. L’entità già aldilà di questa porta si trova, ma legami profondi, bagagli ancora accatastati dal vostro lato della soglia, da portare di là creano difficoltà, creano perdita di tempo, forse… ma non è il termine giusto… forse è meglio dire perdita di energia… è per questo credo che sia importante per voi, che praticate lo spiritismo, comprendere questo aspetto e pensare C. defunta, trapassata in un mondo che conoscete, che avete accettato e riconosciuto buono, non vuol dire abbandonare ma vuol dire permettere a questo passaggio nel miglior modo possibile, nella minor dispersione energetica e non solo dispersione energetica di C., ma anche di vostra dispersione energetica o degli amici, dei parenti, delle persone che hanno amato C.
C., vi ho già detto, è privilegiata, lo è stata, lo è ancora oggi, perché attraverso l’esperienza comune con voi, è stata preparata in qualche modo. Io credo fermamente che fosse pronta la suo passaggio, questo le ha garantito una coscienza maggiore, migliore, più capace. Cercate di pensare anche voi questo, e di accettarlo, accompagnando con il ricordo la persona C., ma riconoscendo come certezza l’entità C. trapassata… perciò già vi ho chiesto alcune volte di lasciare C., di fare in modo che non debba trascinare troppi bagagli aldilà di quella soglia, toglietegliene qualcuno, potete farlo, per ciò che vi compete, per ciò che il vostro egoismo richiede…
È per questo che parlerò un po’ meno di C., nei nostri prossimi incontri. Io vorrei che anche per voi sia chiaro ciò che ho detto.
So che è comprensibile, so che trova traccia dentro di voi, e non voglio continuare oltre.
È forse il caso di parlare di ciò che sarà per voi, per quello che è il lavoro nostro, il nostro cerchio spiritico. Ho parlato di stampella, ho parlato di ausilio venuto a mancare, ho parlato di supporto, di coagulo… ricordate che C. ha urlato la sua malattia, ha gridato il suo bisogno. È ciò che ha permesso, con relativa facilità, di mettere assieme tutti quanti voi in un corpo comune… tutti quanti noi in un corpo comune… ma ha dovuto urlare. Sarete in grado, voi, di urlare per poter coagulare nuovamente gli obiettivi, la direzione, l’indirizzo della ricerca?
Dipenderà da quanto il bisogno preme, da quanto il bisogno fa male, da quanto il dolore è stato accumulato.
Vorrei parlare di medianità, ora… che è un altro argomento, un altro pilastro che mai fino in fondo è stato sviscerato in questo cerchio. Vi ho detto più di una volta che i vostri cari defunti hanno lasciato una traccia dentro di voi e questa traccia ancora oggi agisce…agisce nel vostro vivere quotidiano, è un’eredità ben precisa, un dono che in qualche modo indirizza il vostro vivere quotidiano; ma questo dono è un bisogno che chi è trapassato ha portato con sé, è quello che A ha chiamato “ bagaglio”.
Fare spiritismo, praticare lo spiritismo, è cercare di risolvere – per voi incarnati, ma anche per noi disincarnati – questo livello di comprensione non verificato, non assodato, non fatto proprio.
I disincarnati, le entità, possono essere presenti in un cerchio spiritico proprio facendo leva su questo legame che ancora collega l’essere incarnato e il defunto, lo sa bene chi ha provato e ha sperimentato la medianità.
Chi utilizza la scrittura sa bene che deve iniziare a muovere la penna e la mano e poi l’indirizzo verrà dato, il peso su quella penna e su quella sfera che scorre verrà dato anche dall’entità disincarnata, ma se la mano non inizia e non dà modo, movimento, sicuramente il messaggio non avverrà.
La stessa cosa vale per chi parla: inizia con dei versi, inizia con dei suoni…ma è proprio quest’accettare la possibilità facendo dei suoni, che permette la comunicazione.
Per chi utilizzava strumenti meccanici, doveva pur accendere quella radio e sintonizzarla…
Non esiste modo diverso…non aspettate che avvenga manifestazione superando quello che è il libero arbitrio individuale dell’essere incarnato. Non esisterà medianità, non esisterà messaggio se il cerchio non porrà preciso, reale, concreto, declamato desiderio, espressione di libero arbitrio.
Prima vi ho detto che C ha gridato il suo bisogno, la sua malattia, ha scosso…
Se vorremo continuare in questa che è la nostra esperienza, dovrà avvenire qualcosa del genere. Il bisogno dovrà avere un nome, un motivo e perché questo bisogno abbia un nome e un motivo, dovrà appartenere a ciò che è legato, al vostro essere incarnato. Non verrà consentito all’entità disincarnata di esprimere un proprio bisogno, una propria mancanza, difficoltà, se non attraverso il corrispondente bisogno dell’essere incarnato al quale è collegato attraverso quel legame profondo di cui vi ho parlato venerdì scorso.
Non esistono i miracoli; è la fede, è il cammino verso di essi che li rende tali. Sia chiaro ciò che sto dicendo.
La comunicazione è cogliere una vibrazione che corre attorno a questo cerchio spiritico, ma proprio per poterla cogliere ci deve essere uno strumento che è in grado di cogliere questa vibrazione e dare suono comprensibile. È la disponibilità, l’offerta, la richiesta.
Se la vibrazione ci fa chiudere ancora di più dentro la nostra bolla, otterrà dei suoni che cozzano, per forza di cose…saranno echi incomprensibili…
La mia esperienza di vita e la difficoltà che incontrai alla mia morte, è legata ben precisamente a qualcuno di voi. Non avrebbe avuto senso esprimere, raccontare ciò che è stato il mio vissuto se non ci fosse eco dalla vostra parte.
È indispensabile che arriviate a capire quello che sto dicendo. Il bisogno deve divenire manifesto, deve urlare così come ha fatto la malattia di C.
È anche importante che arriviate a capire che questo lavoro, questa ricerca, voi la dobbiate a qualcuno che vi ha amato e che oggi è morto. Se voi vi trovate qui, in questo momento, in questo cerchio spiritico, non è a caso; è perché il legame è saldo, prezioso, e arrivare ad accettare questo è un grande grano di coscienza. A voi è consentito, è offerto.
Cercate saldezza, riscontro in quella che è la vostra fede nel mondo dei disincarnati.

Voi siete stati più volte…vi è stato permesso di affacciarvi molte volte alla soglia e aldilà di essa amici cari avete incontrato… E’ questo l’alimento che dà forza al credere…la possibilità esiste, l’occasione ce l’avete…afferratela…nessun altro lo farà per voi.
Non sarà un essere disincarnato, non sarà un’entità guida, non sarà uno spirito, non sarà un altro dei componenti di questo cerchio, ma sarà compito vostro il reclamare la possibilità.
Ripeto, è nel silenzio e nel buio che trarrete forza. Lo spazio vuoto è camera di risonanza, perché è facile cogliere suoni che non hanno cause.

Cerchiamo il corpo comune…e questa sera sia per noi, sia per questo cerchio spiritico.
Cerchiamo la catena. La mia voce sia il punto di partenza.
Sentiamo l’energia che la percorre, ha un senso preciso, sentiamolo, lo conosciamo, è nostro.
Lasciamoci muovere, trascinare, cediamo al movimento…lasciamoci colmare da questa energia fino a che, sazi..perché solo da sazi potremo offrirla all’amico che accanto a noi si trova.
È un movimento preciso, che tutti quanti ci tocca………………………………………………..
Visualizziamo l’immagine dello stagno, è conosciuta, vediamo l’onda che dal centro parte e si avvicina a noi, toccandoci tutti quanti allo stesso modo e nello stesso tempo.
È un’onda che si ripete continuamente, parte dal centro dello stagno e viene a toccarci…sentiamo la pace di questo stagno, cogliamone il silenzio……………………………………………………

Visualizziamo nuovamente l’onda e seguiamola a ritroso verso il centro di questo stagno, sentiamo che una parte di noi segue quest’onda, per incontrarsi con tutti gli altri…………………………


È tempo…è tempo per me ora di terminare.
A voi tutti il mio saluto, arrivederci.