venerdi sera gruppo di ricerca medianica e spiritismo

Quelli che sono morti non se ne sono mai andati sono nell’ombra che si rischiara e nell’ombra che si ispessisce I morti non sono sotto la terra sono nell’albero che stormisce, sono nel bosco che geme, sono nella dimora, sono nella folla Ascolta più spesso la voce del fuoco, odi la voce dell’acqua ascolta nel vento del cespuglio i singhiozzi è il soffio degli antenati I morti non sono sotto la terra, sono nel seno della donna. sono nel bimbo che vagisce sono nel fuoco che si spegne

Nome:

01 agosto 2006

ventottoluglio 06


Ancora, adesso io , Emanuele, per il cerchio spiritico.
Mi accorgo a volte, anche se non dovrei, con un poco di dispetto, che sto facendo fatica a chiarire un punto che deve essere ben fisso, ben compreso e ben accettato qui all’interno di questo cerchio, e questo punto fisso, questo cardine desidero chiarire ancora una volta.
Come già vi dissi, parlando del cedere alla malattia, e vi dissi nel momento in cui io nominai questa frase, la posi qui all’interno di questo cerchio, voi subito pensaste a quale modo C avrebbe dovuto cedere alla malattia.
Io vi dissi no, l’obiettivo è sbagliato, il soggetto è sbagliato: la mia esortazione riguardava ognuno di voi. Ho fatto ogni singolo vostro nome per cercare di essere chiaro, per cercare di essere compreso.
La tendenza che – mi accorgo – avviene, è quella di cercare di portare al di fuori del singolo individuo il senso del mio dire, o comunque la testimonianza che viene all’interno di questo cerchio spiritico. È indispensabile, tante volte vi dissi, che ognuno di voi divenga medium di sé stesso; cercate di abbandonare l’arcaica e superata convinzione che un cerchio spiritico abbia una voce che faccia da medium, che permetta a un essere disincarnato di dare il proprio punto di vista e pensare di poter aiutare il disincarnato che a voi parla… sicuramente lo potreste fare, ma non estraniandovi, non cercando di porvi al di fuori dell’esperienza che viene posta qui, all’interno del cerchio.
L’esperienza viene posta affinché tocchi ognuno di voi e questo toccare porti a scaturire da ognuno di voi ciò che è intimo, suo.
Divenire medium di se stessi, reagire, cogliere la vibrazione che la testimonianza di quel momento provoca all’interno di ognuno di voi.

Ciò che era Emanuele tanti anni fa e ciò che Emanuele è oggi: che cosa è avvenuto?
Non è che Emanuele è cambiato, ma voi siete cambiati, il vostro accogliere Emanuele qui all’interno di questo cerchio è cambiato.
Già tante volte io, ma anche alcuni miei compagni vi dissero che l’essere disincarnato procede nel suo cammino attraverso la vostra presa di coscienza.
L’azione appartiene agli incarnati. Noi disincarnati abbiamo la possibilità di progredire, andare oltre, se il livello di coscienza degli incarnati che erano questo cerchio levita, cresce, diviene consapevole sempre di più. Non aspettate che Emanuele, Albino, Stefano, progrediscano. Sarebbe sciocco, cieco, inutile.
Portate l’attenzione su ognuno di voi; io vorrei tanto che la mia voce fosse silenzio e tante voci sorgessero da questo cerchio e comunicassero, è questo l’obiettivo di questo cerchio spiritico.
Non cercate di allontanare sempre da voi, portando l’esperienza che viene posta, vestendola su qualcun altro, sia esso un disincarnato, sia esso la persona da aiutare.
Mi accorgo che questa comprensione in Albino sta avvenendo e sono felice, gioisco di questo e gioisco anche della sua affermazione quando dice: “io non sono capace, se tu mi togli, se tu mi sguarnisci, io rimango incapace”. Che bello, quale grande obiettivo!
Io devo riuscire a sguarnire ognuno di voi. Se non sono in grado di fare confronto, non avrò la misura, non avrò l’atto d’amore.
Quando vi dissi che io dotto divenni su ciò che era l’ amore, le varie casistiche, i modi, gli strumenti, gli effetti…..credetemi, ho letto tanto e sono stato anche tanto spettatore dell’ azione d’ amore….sono molti anni che io sono morto, non è il primo gruppo che frequento.
Ma io vorrei che sfrondaste, io vorrei che sguarniste le vostre convinzioni, io, che nella mia vita non ebbi misura di ciò che erano le forme d’ amore riconosciute, io chiedo il confronto a voi, negando la vostra offerto di conoscenza d’ amore.
vorrei che comprendeste che non è Emanuele che cerca di comprendere attraverso la mente ciò che è l’ amore, ma siete voi che cercate di convincere la mente di Emanuele a capire cosa sia l’ amore. Ma io non ho traccia, non ho motivazioni, io voglio che non mi offriate ciò che è l’ amore conosciuto, io voglio l’ afflato, voglio il trasporto, voglio il nuovo, voglio ciò per cui non siete capaci; le vostre capacità le avete assodate, le avete scrollate tante volte-ne sono più che sicuro- ma non è di ciò che mi interessa……
Sguarnite, liberatevi delle vostre convinzioni, abbandonate la vostra pertica, il vostro credere quale sia il modo giusto.
quando si ha esperienza d’amore e più di una si ha, la si ha sperimentata, codificata, riconosciuta per esempi e modelli buoni, giusti, non si ricerca più, ma ci si abbandona a quello che è lo strumento intravisto, conosciuto e collaudato…. Io credo sia tempo di abbandonarlo.
Io non sono vostro figlio, io non sono vostro padre, io non sono il vostro amante, io non ho nulla da ricevere da voi, io non ho nulla da dare a voi, io desidero amare…… desidero da voi essere amato.
Non ci sono appigli, non ci sono punti di partenza, non ci sono gradini assodati. Se allargate le braccia non trovate parete, se strizzate gli occhi non vedete luce, ma certa è la mia presenza…certa sia la vostra affinché possiamo incontrarci. Smettetela di cercare confronto su ciò che già avete assodato e qualcosa che credete sia assodato; accanto a voi non esistono queste due dimensioni.
Io mi pongo sguarnito, io mi pongo incapace e sono disposto ad abbandonare il mio essere dotto, il mio conoscere, il mio potere.
È attraverso la conoscenza- vi dissi venerdì scorso- che intravedo la possibilità di incontro fra di noi, ma è una conoscenza che parte dalla disponibilità a leggere l’altro.Io mi pongo quale diverso, io mi pongo sguarnito. Non cercate di intravedere lo strumento giusto, è facili, credetemi, ma è normale, io fui prete e…..se non lo so io? Io che credei qual’era il modo giusto, qualsiasi risposta saliva alle mie labbra, per qualsiasi problema mi veniva posto…e quale vuoto involucro ero!
Credere di fare la cosa giusta ci permette, ci dà la tranquillità di non dover cercare. Io ho da aiutarti, io ho da consigliarti, tu hai bisogno…..
Le parole di A ancora mi riscaldano il cuore, quando dice “ io non sono capace “.
Voglio cercare anche di chiarire meglio ciò che fu l’incontro con il mio fratello Giustino. Pare un’affermazione forte e ben triste, quella di dire che l’unico mio livello cosciente di percezione d’amore è stato l’incontro col mio fratello; è ben triste…si potrebbe pensare – non c’è dubbio-
Possibile che così poco Emanuele abbia potuto cogliere di quella che è la dimensione dell’amore?
Ma così non è. Io, quando colsi la trasparenza del volere di Giustino, mi riempii, mi colmai, perché finalmente non ebbi modo di dover cercare di capire, comprendere qual’era l’azione che avveniva in quel momento verso di me. Esisteva un’attenzione precisa, una volontà precisa nei miei confronti; io ero Emanuele, non ero il prete….ero Emanuele e lui era Giustino e qualcosa voleva da me e per me. Io che vissi questo momento, riesco con più capacità a comprendere questo nostro incontro; capisco che è meno facile per voi ma, credetemi, fu un perfetto, puro, rapporto d’amore.
E fu quello, che mi diede misura, traccia…
Desidero terminare e lasciare un attimo di buio risplendere….
A voi tutti il mio saluto, arrivederci.

Ancora, io adesso, A, per il corpo comune.
Certamente fanno un poco di piacere i complimenti, ma…è vero, mi è più facile comprendere Emanuele. Forse mi sto avvicinando sempre di più a lui e sto abbandonando sempre più le definizioni che appartengono all’essere incarnato, però il suo dire mi…mi apre orizzonti di comprensione; capisco, comprendo il suo messaggio anche perché – per alcuni tratti – appartiene a quello che è il mio vissuto, al mio bagaglio.
Il mio bagaglio che, dopo che avrò ben ripiegato, ben rassettato, lascerò a terra per proseguire oltre.
La sensazione del buio, la sensazione del silenzio…è vero, anch’io ho allargato le braccia, o quello che credevo fossero le mie braccia, per cercare di cogliere attorno a me dimensioni, pareti, ma non trovarle è stato difficile, è stato critico per me…e anche questo sforzarmi di sentire e di dare senso al suono che avvolgeva questo buio, è stato critico, per il mio essere A.
Ma pian piano poi è nata questa sensazione di sentirmi con qualcuno; era qualcuno o qualche cosa…non so…- ma poi non credo sia neanche importante definirlo – che comunque mi avvolgeva, mi sorreggeva e creava gemello movimento, gemello vibrare e per me è stato giocoforza dover mettere in campo qualcosa di non conosciuto, arrivare ad abbandonare il fardello, ma ripiegandolo con attenzione, con cura, prima di riporlo a terra. Questo è importante, l’ho capito, lo sto ancora facendo.
Probabilmente molti abiti ancora vestono il mio corpo, ma pian piano, lentamente, li svesto e li ripiego, prima di porli a terra accanto a me………………………………………………………..

C , ora…la mia e la vostra amica C, il corpo comune, la catena, gli amici e i nostri cari che con noi desiderano aiutare C …………………………………………………………………………………

Lasciamo ora C, visualizziamo il nostro prato, spazio di pace ove accogliere tutte quante le persone che desideriamo amare, vive o defunte….le desideriamo amare e vogliamo da loro essere amati…..

Lasciamo ora e ringraziamo chi è stato con noi.

Vado ora. Un bacio a C e a voi tutti, amici.