venerdi sera gruppo di ricerca medianica e spiritismo

Quelli che sono morti non se ne sono mai andati sono nell’ombra che si rischiara e nell’ombra che si ispessisce I morti non sono sotto la terra sono nell’albero che stormisce, sono nel bosco che geme, sono nella dimora, sono nella folla Ascolta più spesso la voce del fuoco, odi la voce dell’acqua ascolta nel vento del cespuglio i singhiozzi è il soffio degli antenati I morti non sono sotto la terra, sono nel seno della donna. sono nel bimbo che vagisce sono nel fuoco che si spegne

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16 luglio 2006

quattordiciluglio 06



Cedere…proviamo a togliere dettaglio, proviamo a togliere senso, significato. Poniamo il termine solo, nudo, scoperto…cedere….
Non più cedere alla malattia, ma cedere, solamente. Lasciamo che questa parola galleggi qui, in mezzo a noi e facciamo in modo che l’eco, che il suono che questa parola crea, emerga in ognuno di noi e porti suoni, vibrazioni, immagini…………………………..cedere………………………….
Cedere, lasciarsi andare, rendersi accessibili, disponibili, aperti. Cedere togliendo protezione, senso, qualità…cedere in funzione di nulla.
Lasciate che corrano i pensieri che la mente evoca, non esiste motivo per proteggersi, non esiste minaccia, urto, che possa toccarci.

Sono S…e certo non ho ceduto alla vostra presenza, bene attento io ero affinché..è l’azione vostra che io ho riconosciuto certamente, ho accettato quale forza. Bene attento sono stato che andasse ad agire là dove io volevo che fosse, per guarire Stefano dalla sua malattia, null’altro io ero disponibile ad accettare da voi, anche perché non avevate nulla che io potessi desiderare.
Massima mia disponibilità affinché l’azione curativa nei miei confronti, il mi-ra-co-lo, potesse avvenire, ma solo lì dovesse agire l’azione, la presenza vostra, bene attento sono stato a dare spazi diversi, a scoprire zone che non fossero quelle malate; ma sono ben certo che bene attenti foste anche voi al contatto mio, quasi uno strumento chirurgico, ma era ciò che io desideravo…un bisturi affilato, precisa punta di bulino, nulla più….
Capisco che questo mio irrigidirmi abbia potuto creare barriere, camere stagne, labirinti attraverso i quali far passare l’azione vostra, ma ben attento fui che il vostro agire fosse ben delimitato.
Diffidente – giustamente – fui. Non aveva senso per me credere che la mia disponibilità dovesse essere così ampia da permettere che ogni singola mia parte fosse accessibile allo sguardo e all’azione vostri. Non credo ancora oggi fosse giusto. Così la pensavate anche voi - ne sono ben certo – a porre attenzione a scoprire il vostro essere con me…contatto chirurgico…ben protetti…

…non io, S ,ma può essere anche G. Sentivo forte il vostro giudizio, sentivo forte il pensare saccente dei giusti. Io andavo corretta, riportata sulla retta via , qualcosa di malato agiva in me…e doveva essere isolato, estirpato, cacciato.
Non si può cedere all’errore, allo sbaglio, al male e rinnegare il proprio credo, ma in fondo io in voi vedevo questa rettitudine e la bontà del mio incontro con voi era perché voi eravate retti, non altro io avevo bisogno di essere, fui presa e con forza riportata sulla retta via.
Ho goduto della vostra incapacità, ho goduto del vostro arrovellarvi…………………………….

Cedere è fare spazio, cedere è spostarsi affinché chi accanto a voi si siede trovi posto e posto comodo per potersi accomodare. Cedere è non avere argomenti, non avere possibilità di soluzione, non avere la “giusta soluzione”.

Ancora, adesso io A, per il corpo, il corpo comune.
Cerchiamo di legare questa catena, cerchiamo di renderla forte e vera; cerchiamo gli amici che con noi la compongono, chiamiamoli, portiamoli qui con noi, tutti quanti.
Accendiamo la candela di fronte a C, la nostra amica C, cerchiamo di sentire l’energia che circola in questa catena, sentiamola forte, capace, comune e cerchiamo di esprimerla – desiderosi dell’offerta – attraverso le mani di N ; siano esse il nostro rubinetto….
Cerchiamo i nostri cari defunti, chiediamo a loro aiuto, sentiamo la loro energia qui, in questo corpo comune….chiamiamoli………

Lasciamo ora C, visualizziamo il nostro prato, lo spazio all’interno della catena, il nostro prato fiorito, colorato….Salutiamo gli amici che sono stati con noi e ringraziamoli della loro presenza.

Io credo che il timore che ci possa essere oggi sia quello di non essere in grado di controllare.
Quando Emanuele dice che essere medium di se stessi vuol dire permettere che avvenga la manifestazione, è proprio questo: lui ha parlato di otre scoperchiato, affinché da esso possa defluire ciò che all’interno di questo contenitore, di questo involucro si trova, possa uscire e manifestarsi, capisco che il timore sia quello di non potere controllare, sempre e comunque.
Ma sarebbe ancora sciocco pensarlo; ben venga la perdita di controllo, ben venga l’irrazionale, l’incomprensibile, il nuovo.
Benvenuto lo smarrimento. Sarebbe sciocco ancora e ancora fare filtro. Nel momento in cui si crede al corpo comune, l’accettazione dell’espressione di essa, qualunque sia, dev’essere chiara, completa, certa. Altrimenti i metodi possono essere diversi, le possibilità diverse. A voi, a ognuno di voi, il …………………………….. questo.
Va fatto…

Vado ora, un bacio a te C. e a voi tutti, amici.